Nei capitoli precedenti:
Adam e Av si incontrano all'officina dove lavora Adam. Inizialmente i due si punzecchiano un po', ma poi la tensione si fa palpabile.
Adam vorrebbe ritrovare la pace con Avril, ma la ragazza sembra volere solo che lui le resti lontano.
Adam finisce per rievocare alcuni dei loro momenti passati e riesce quasi ad addolcire Av, che però al nominare di the Wolf cede e svuota il sacco su tutto il dolore che ha provato per la perdita di Josh.
Adam le lascia un biglietto con un numero di telefono, promettendole che se lo chiamerà avrà tutte le risposte per la morte di suo fratello.🚨in questo capitolo comparirà un personaggio importante per la storia!🚨
Il rombo della mia mustang mi accompagna di nuovo fino a casa, con l'adrenalina dell'ennesima corsa ancora in circolo.
Lascio che la mia testa si appoggi alla pelle del sedile, mentre i miei occhi scivolano su una New York frenetica anche di notte.
Le luci colorate, i cartelloni pubblicitari sempre in mutamento e le ultime persone che si aggirano per la città in una mezzanotte di un freddo inverno sono in netto contrasto con quello che sta accadendo nella mia mente. Che si è fermata a qualche ora fa.Come può una persona capovolgere la tua intera esistenza con pochi gesti?
Come puoi esserle legato anche a chilometri di distanza?Sospiro e lascio che la mia rossa mi porti dove più le piace.
E nel giro di pochi minuti sono nel parcheggio del caffè di Sally, nell'unico posto che da tempo sembra profumare un po' di casa.
Mi spingo fino al solito divanetto di pelle.
Mi sono sempre piaciuti i tavolini un po' in disparte, quelli da cui puoi osservare le persone e i loro più particolari comportamenti.
La mia mente ritorna a quello che era ormai diventato un rito quando stavo in compagnia di Josh. Ci piaceva osservare gli atteggiamenti delle persone che ci circondavano e creare una vita attorno a quello che vedevamo.
E magari un signore in giacca e cravatta diventava un avvocato in cariera, o un'anziana signora molto truccata e ben vestita mutava in una donna ricca e vanitosa.
Però poi capisci che ciò che immagini è ben lontano dalla realtà, e che le persone sono estremamente brave a indossare maschere impenetrabili.
Un fratello felice, dei genitori inseparabili, un amore protettivo e rassicurante.
Un fratello distrutto dentro, dei genitori malati e rotti, un amore velenoso.
Lascio scorrere lo sguardo sulla sala.
Una famigliola stretta attorno a quattro tazze di cioccolata calda, i bambini chiusi in grossi sciarponi di lana calda, i sorrisi dei genitori che li osservano contenti, ai loro piedi diverse borse probabilmente piene di regali per l'imminente Natale.
E ancora un senzatetto seduto al bancone, beve una birra ghiacciata anche se fuori fa freddo, probabilmente l'ha comprata con i soldi che ha racimolato suonando ai passanti la chitarra che sta appoggiata al suo sgabello.
Mentre al lato opposto della sala, un ragazzo con probabilmente qualche anno in più rispetto a me se ne sta seduto in disparte, il cappuccio calato sulla testa a lasciar intravvedere qualche ciocca ramata.
Resta fermo, il tavolo davanti a lui vuoto segnale che non ha intenzione di ordinare nulla, le braccia incrociate lasciano intravedere il groviglio di inchiostro scuro che gli macchia la pelle bianca, le labbra schiacciate in una linea sottile e inespressiva.
Poi la sua testa si drizza lentamente nella mia direzione, i suoi occhi non vagano in giro, ma si fermano esattamente su di me, quasi come se sapessero di trovarmi lì.
Azzurro, tremendamente azzurro. Un azzurro glaciale, destabilizzante, qualcosa di già conosciuto.
Restiamo per degli interminabili istanti a fissarci, sguardo nello sguardo, ghiaccio nel ghiaccio.
Poi, com'è comparso, il ragazzo misterioso fa la sua uscita dal locale, lasciandomi spiazzata e confusa allo stesso tempo.
E nel mio cervello si aggiungo nuovi pensieri al cumulo già esistente."Buonasera dolcezza! Che ci fai qui a quest'ora?" la voce calda e dolce di Sally mi riscuote, facendomi sorridere
"Avevo bisogno di una cioccolata e di un po' di chiacchiere al mio bar preferito!" sorrido, stiracchiandomi sul divanetto
Sally si apre in uno dei suoi soliti sorrisi rassicuranti, e dopo aver dato un'occhiata agli ultimi clienti che se ne vanno, si siede di fronte a me, sfilandosi il grembiule macchiato di caffè e glassa.
"Allora! Cos'è quello sguardo?" dice apprensiva
È uno degli aspetti che più mi piace di questa donna.
Sa leggermi con uno sguardo, capisce in un batter d'occhio ogni mio problema, ma allo stesso tempo sa stare al suo posto senza invadere il mio spazio."Sono solo stanca..." sospiro, passandomi una mano fra i capelli, per poi infilarla nella tasca della giacca
Ed è vero. Sono stanca di restare ferma e lasciarmi colpire dal passato. Sono stanca della gente che viene e della gente che va incurante delle ferite che lascia. Sono stanca delle domande senza risposta.
Nessuna risposta...
E la mia mano incontra il piccolo foglietto ripiegato con cura dentro il mio giubotto.
Poche cifre, un nome che le accompagna, una voce che credevo di aver imparato a conoscere dall'altro capo del telefono. Se solo avessi il coraggio di comporlo quel numero.
Nessuna risposta..."Piuttosto ho notato che osservavi il giovanotto seduto lì!" sorride, indicando il tavolo dov'era seduto il ragazzo incappucciato e un nuovo strano senso di inquietudine mi assale
"Era lui che mi guardava!" brontolo, incrociando le braccia al petto e abbandonando per un attimo le mie domande irrisolte
Riporto lo sguardo sul tavolino dove la presenza del ragazzo ormai è scomparsa, mentre i suoi occhi schivi e gelidi hanno marchiato la mia mente.
"Si chiama Jake e viene qui al locale da parecchio tempo. Sai, per certi versi ha una storia simile alla tua..."
La mia attenzione ritorna su Sally, o meglio sul soggetto delle sue parole.
"In che senso?" chiedo, accigliandomi
Come potrebbe uno sconosciuto avere qualcosa in comune con me?
"Si è trasferito qui circa otto anni fa. E proprio come te ha trovato il suo piccolo rifugio qui nel mio bar! Non ricordo molto bene da dove viene, forse non me l'ha mai detto, come hai visto è molto schivo. Si era ritrovato in giri loschi senza rendersene conto e ormai anche la sua famiglia stava per subirne gli effetti collaterali, quindi, come dice lui, ha deciso di sparire e quale posto migliore se non il Bronx per farlo?!" Sally finisce il suo racconto, per poi rimettersi in piedi alla vista di nuovi clienti
Eppure questo Jake è così famigliare...
Gli occhi, la sua età, il periodo della sua scomparsa...
Non può essere!"Allora buonanotte Avril e cerca di riposarti!" mi saluta Sally e ricambio con un sorriso
Mi alzo automaticamente dal tavolino, catapultandomi lungo i freddi marciapiedi di New York, ora non così affollati.
Sono le due e il foglietto nella tasca del giubotto pizzica il palmo della mia mano.
Sono le due e gli occhi di Jake mi ricompaiono in mente.
Sono le due e le mie mille domande non hanno risposta.
Sono le due e le mie dita scivolano veloci sulla tastiera.
Sono le due e la voce roca e assonnata di Adam risponde alla mia chiamata.
Sono le due e tutto quello che mi esce dalle labbra è..."Non ho nessuna risposta.", mentre il fiato del ragazzo dalle pozze nere dall'altro lato della cornetta si spezza.Come può una persona capovolgere la tua intera esistenza con pochi gesti?
Come puoi esserle legato anche a chilometri di distanza?Spero di essermi fatta perdonare per il ritardo❤
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My disaster 2 ~il passato ritorna sempre~
Storie d'amoreSequel di "my disaster". Si consiglia la lettura del primo libro. "Voglio semplicemente dirti addio. Perché un ciao o un arrivederci sarebbero troppo impegnativi." Sono le ultime parole di Avril prima di tagliare anche l'ultimo filo che la lega a q...