"Chiedo soltanto di essere libero. Le farfalle sono libere. Di certo l'umanità non negherà
ad Harold Skimpole ciò che concede alle farfalle."― Charles Dickens, Bleak HouseLa morte provoca cose inaspettate ai vivi.
Per tutta la sua vita a Harry era stato insegnato di temere il mondo esterno. Era un posto ricolmo di pericoli sconosciuti e malattie. Ma quando alla fine
la malattia si abbatté sulla sua stessa casa e si prese suo padre, non temette più la morte.
Ebbe paura di rimpiangere e sprecare la breve e preziosa vita che gli era stata concessa.La lettera del duca di Warwick recitava come segue:
Carissimo Harold,
Il piacere della vostra compagnia è richiesto alla Caccia alla Volpe di Bilsdale il sedicesimo giorno di Settembre, organizzata dal Club di cui sono presidente e si svolgerà a Warwick House a York, sarete mio ospite.
Unitevi a noi per due settimane di cene, balli e giochi, che culmineranno' in quella che sarà certamente la caccia più movimentata
della stagione.Sempre il vostro amico affezionato, Louis
A cosa stava giocando, si chiese Harry. L'invito non era stato inviato sul serio. Non
erano amici e Louis sapeva molto bene che Harry non cacciava. Era una beffa? Un affronto? Ripensò alla visita di Louis quattro anni prima, con umiliazione. Le guance gli andarono
a fuoco al ricordo delle sue dita intrecciate coraggiosamente con quelle di Louis per accarezzare la giumenta. Che sciocco era stato ad aprire il suo cuore a quel ragazzo.
Di certo non avrebbe fatto di nuovo lo stesso errore.Si alzò e gettò l'invito nel fuoco, osservando la carta rossa arricciarsi in un pugno nero per poi sparire tra la brace e la cenere.
"Il Duca è crudele," concordò sua madre, leggendo i suoi pensieri come faceva quando
era solo un bambino che cercava di nasconderli. "State andando in camera vostra?""Sto andando alle stalle."
"Le stalle! E perché mai? Ti prenderai un malanno."
Harry richiamò Charles e chiese il soprabito e il cappello.
"Preparerò Achilles per il nostro viaggio. Partiamo per York domani all'alba."***
Nei suoi diciassette anni di vita, Harry aveva fatto un unico breve viaggio. Al villaggio.
Era rimasto nella carrozza mentre suo padre gli comprava una moneta rara da un collezionista locale- una moneta adrianea d'oro del 119 a.C. raffigurante Ercole. Aveva scrutato i negozi colorati e gli animati abitanti del villaggio scostando le tende della finestra della carrozza.
Il mondo circostante gli era sembrato un quadro ad olio, una realtà che non esisteva, o almeno non per lui. Non aveva mai lasciato la tenuta per un lungo viaggio e mai da solo.Non andava spesso nemmeno alle stalle. Dopo che Bertie era stata portata via era troppo doloroso per lui vedere il suo recinto vuoto e poi, vedere un altro cavallo prendere il suo posto era stato ancora più straziante.
Faceva visita ad Achilles qualche volta ma non era piacevole per nessuno dei due. Questa volta non fu diverso. Aprì la porta del recinto e Achilles fiutò, uno sbuffo di aria fredda uscì dalle sue enormi narici nere.
"Ora ascoltami bruto. Faremo un lungo viaggio a York. Quando arriveremo, ti cavalcherò
e tu me lo lascerai fare!"Achilles scalciò contro il recinto fino a scalfirne il legno.
Harry cercò di afferrare il collare ma la bestia lo allontanò.
"Oh!"
Alfred arrivò velocemente. "Vostra grazia, state bene?"
"Prepara questa... creatura. Andrò a York per la caccia alla volpe di Bildsale, ho bisogno che prepari tutto l'equipaggiamento e che il cavallo sia messo in gabbia. Con la museruola preferibilmente."
Alfred si tolse il cappello rivelando alcuni capelli bianchi che spuntavano come i baffi di
un cavallo. "Pensate sia saggio? Non avete mai montato Achilles. Non dovreste allenarvi?""Non c'è tempo." Harry stava già arrancando nel terreno fangoso per raggiungere il maniero, Alfred lo seguiva.
"Allora prendete uno dei cavalli più mansueti."
"No, Achilles è il cavallo migliore che abbiamo. Questo è il mio lancio in società e ho bisogno di fare buona impressione."
"Farete di certo un'ottima impressione, vostra grazia..."
Harry tornò alla tenuta, la Duchessa era isterica. Stringeva la spilla che aveva al colletto. C'era una ciocca dei capelli di suo padre all'interno. Aveva appena perso suo marito ed
era sicura che presto anche suo figlio le sarebbe stato portato via. Nulla poteva dissuaderla dalla convinzione che il mondo esterno equivalesse a morte certa. Harry poteva sentirla camminare fuori dalla sua stanza rimuginando come Lady Macbeth."Madre, se avete qualcosa da dirmi, per favore fatelo apertamente."
Improvvisamente, sbattè la porta della sua camera e cercò di chiuderla, ma lui le tenne testa
e tornò ad aprirla.Lei chiamò i domestici. "Fermatelo! E' in pericolo! Trattenete mio figlio!"
Quelli accorsero non sapendo cosa fare. Odiavano vedere la Duchessa in quello stato ma Harry era il Duca. Prendevano ordini da lui adesso.
Si fermò sulla soglia e raccolse l'orlo del vestito come se stesse per crollare sotto il peso del suo stesso cuore.
Harry la raggiunse ma era inafferrabile. Non le piaceva essere toccata. Ricordò di essere
così alla ricerca di affetto da bambino che sarebbe caduto di proposito per lasciarsi baciare
il ginocchio."Starò via solo per un paio di settimane, più tre giorni per il viaggio."
Charles stava preparando le valigie sul letto accanto a lui con aria seccata, piegando i pantaloni inamidati come se fossero fatti d'oro.
Harry studiò il completo da sera. "Ci saranno donne e balli. Forse troverò una moglie."
La madre rimase del suo punto di vista "Se sopravvivi al clima settentrionale abbastanza
a lungo.""E' appena autunno."
"E cosa mi dite della pestilenza che ha attanagliato Middlesbrough e Huddersfield?"
Sospirò. "Indosserò la mia maschera durante il viaggio."
Lei era disperata, si aggrappava a qualsiasi scusa come una zattera di salvataggio.
"Non è sicuro lì! Il Duca di Warwick. Ci sono voci, lo sai. Dicono che..."Harry avvolse le braccia attorno alle sue esili spalle. Lei boccheggiò, scandalizzata da
quel comportamento. Lui le baciò la guancia e affondò il viso nell'alto colletto del suo vestito. Odorava di polvere di borotalco e profumo, rose e pioggia. Era casa, spinosa
e sfuggente, ma tutto ciò che aveva mai conosciuto."Addio, madre."
L'oscura verità era che proprio i pericoli del viaggio lo eccitavano. Harry avrebbe dimostrato a Louis che non era più il bambino solitario e piagnucoloso del loro primo incontro, ma un Duca senza paura, proprio come lui.
***
Eccoci al terzo capitolo, ho preferito pubblicare entrambi i capitoli insieme dato che sono molto brevi.
Le cose sono ancora molto lente, ma come potete capire nel prossimo capitolo avremo l'incontro dei Larry (dio sia lodato).
Cercherò di non farvi aspettare molto, sessione estiva permettendo.
Come sempre grazie a Ross per il betaggio.
Alla prossima,
Edvige.
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Victorian Boy || Italian translation || Larry Stylinson ||
RandomHarry, il vergine Duca di Somerset, sa poco dell'amore, mentre Louis, l'astuto Duca di Warwick ne sa anche troppo. Quando i due si uniscono per la caccia alla volpe di Bilsdale nello Yorkshire, Harry viene attirato nel letto di Louis. Ma quando i se...