Capitolo XVII

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"Oh i nervi, i nervi; i misteri di questa macchina chiamata uomo! Oh, il poco che la scardina, che miserevoli creature siamo!" -Charles Dickens

Il quadrante dorato dell'orologio a pendolo battè le sette.
Mancavano solo ventinove ore prima della sua notte con Louis.

Harry era fuori di sé dall'eccitazione. Quando le persone gli parlavano saltava, quando il cibo gli venne messo davanti non ebbe più appetito.

Gli occhi blu del Duca, come acque tranquille, non tradivano alcuna emozione. Continuava
ad intrattenere i membri del Bilsdale club, fumando, giocando a carte, ridendo come se non stesse per cambiare la vita di Harry e l'essenza stessa del suo essere, per sempre.

Harry era amaramente dispiaciuto dal fatto che non fossero riusciti a trovare un momento insieme da soli se non altro per essere rassicurato del fatto che Louis ci tenesse davvero a lui.

Ma proprio nel momento in cui stava dubitando dell'affetto del Duca e si sentiva come se ogni speranza nel mondo fosse perduta, Louis gli posò una mano sul ginocchio sotto il tavolo e ogni dubbio nella sua mente fu completamente cancellato dalla lussuria.

Ventotto ore.

Louis, Oscar e Lord Beardsley erano in salotto mentre discutevano della riorganizzazione del club. Lord Graves stava per dimettersi e dovevano nominare un nuovo tesoriere. Sembrava che Beardsley stesse cercando di proporre Oscar che, armeggiando con la sua pipa, non era nemmeno particolarmente interessato.

Sul divano non c'era alcuna possibilità che potessero toccarsi e trovarsi nella stessa stanza
senza aver modo di essere toccato da Louis, era angoscioso, così Harry andò nella sua camera
a rimuginare e contare le ore da solo.

Una volta in camera sentì un forte bussare alla porta. Il cuore gli salì in gola. Era il Duca venuto a salvarlo dalla sua solitudine?

Era Frederick.

Allungò il braccio verso Harry. "Passeggiate con me."

Si misero a braccetto e vagarono nell'ala est della casa vuota. Harry non riuscì a resistere dal toccare la manica della raffinata giacca di velluto di Frederick. Era viola, con cuciture
in argento e bottoni di pietre preziose. Al di là dell'occasione, il Visconte aveva sempre l'aspetto di un portagioie. Quello rendeva Harry maggiormente consapevole dei propri
abiti neri e gli faceva domandare se fosse finalmente giunto il momento di uscire dal lutto.

Non dissero nulla per un po'. Frederick ruppe il silenzio. "Allora, l'avete baciato."

"Ve l'ha detto!"

"No, l'avete fatto voi adesso."

Maledizione.

"Più di un bacio?" Fece le fusa.

Il Visconte era l'ultima persona sulla Terra con cui Harry voleva confidarsi, ma Louis era impegnato a fare da anfitrione, Clarence pensava che Louis fosse un assassino e Charles era convinto che fosse la reincarnazione del diavolo. Harry desiderava disperatamente parlare con qualcuno così si rivolse a Frederick.

"Domani notte ci sarà più di un bacio. Molto di più."

Frederick ghignò. "L'avete programmato? Presenzierà anche la regina?"

È un'occasione importante!" Disse Harry sulla difensiva.

Si fermarono ed esaminarono un dipinto a olio della Battaglia delle Termopili. Gli Spartani combattevano valorosamente ma senza scampo contro le forze persiane. Gli occhi socchiusi del Visconte scivolarono sul sangue e sulle lame con rassegnazione.

Doveva aver avvertito la tensione nel braccio di Harry perché disse, "Non agitatevi, vergine. Louis sarà gentile."

Harry battè velocemente le palpebre osservando gli squarci sulla carne d'avorio dei soldati.

Victorian Boy || Italian translation || Larry Stylinson ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora