Capitolo X

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Eppure ho avuto la debolezza, ho ancora la debolezza di volervi far sapere con quanta
subitanea maestria avete fatto divampare questo mucchio di cenere che sono ― Charles Dickens, A Tale of Two Cities  

Legarono i mantelli sulle spalle e afferrarono i bastoni da passeggio, entrambi con manici a forma di testa di cavallo, quello di Harry in argento, quello di Louis in oro.

La pioggia era abbastanza pesante da poter affogare qualcuno.

Harry si schermò la faccia, facendo tutto il possibile per proteggersi dall'acquazzone, mentre Louis procedeva imperterrito. Si addentrò nella foresta come se fosse in collusione con il vento e come se in parte fosse anch'egli tempesta.

L'erba era scivolosa sotto gli stivali mentre attraversavano il giardino. Due alberi piegati formavano un'apertura nella boscaglia come una bocca infernale. Harry sprofondò nel fango, la terra fradicia minacciava di inghiottirlo a ogni passo.

A cosa stava pensando quando aveva assentito a seguire un possibile assassino nella foresta nel cuore della notte? Non un'anima sapeva che erano là fuori. Louis avrebbe potuto ucciderlo ed essere a letto prima di colazione senza che nessuno ne fosse stato al corrente.


"Dove stiamo andando?" Chiese Harry, rami bagnati artigliavano il suo mantello come le unghie di una strega.


Louis saltò su un tronco. "Mio padre diceva sempre 'se vuoi catturare una volpe, devi pensare come una volpe'".

"Mio padre diceva, 'sta lontano dalla pioggia, o morirai di polmonite."

Si addentrarono sempre più nel ventre della foresta. Non c'era un sentiero e anche se ce ne fosse stato uno, sarebbe stato irriconoscibile nell'oscurità. Anche Louis non sembrava seguire punti di riferimento. Conosceva il posto intuitivamente, allo stesso modo in cui si cammina in un sogno.

Più andavano a fondo nei boschi, più folto era il fogliame, fino a quando non inghiottì completamente il cielo notturno. Harry riusciva a distinguere solo forme e ombre indistinte. Quando raggiunsero quella che sembrava la parte più profonda e oscura della foresta, Louis
si fermò.

Non c'era niente lì.

Mi ucciderà, pensò Harry. Il Duca di Warwick è pazzo come un cappellaio e ha intenzione di sgozzarmi stanotte.

Louis si inginocchiò e spazzò via un mucchio di foglie per rivelare un tumulo di terra con un'apertura sul lato.

Harry si accovacciò accanto a lui e deglutì. "Una tomba?"

"No," rise, "una tana di volpe." Poi procedette a strisciare dentro. "Vieni."

"Santo cielo, mi sporcherò i pantaloni!"

Louis gli afferrò la mano e lo tirò dentro.

Poteva non essere una tomba ma lo spazio non era più largo di una bara. Dovettero stringersi guancia a guancia per entrarvi.

Louis accese un fiammifero.

Mentre i suoi occhi si abituavano, Harry si rese conto che non era una normale tana per volpi. C'erano cianfrusaglie, giocattoli e mappe delle colonie impilati contro le mura di fango.
La fiamma di Louis incontrò una piccola candela in un supporto di ottone sporco e incrostato di cera secca. La alzò sulle loro teste.

"Questo posto era molto più spazioso quando ero un bambino."

"L'hai fatto tu?"

Annuì. "È stata la mia seconda camera da letto, crescendo."

Victorian Boy || Italian translation || Larry Stylinson ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora