5. Risveglio

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Luce. Buio. Luce. Buio. Light sbatté le palpebre per cercare di capire dove fosse. La schiena gli bruciava da morire, aveva un forte mal di testa e si accorse di avere due tubicini per l'ossigeno nel naso.
- Light, sei sveglio?! - esclamò il padre vedendolo aprire gli occhi.
Il ragazzo non parlò. Si mise a scrutare i presenti. Un paio di infermieri con la mascherina bianca, suo padre, Matsuda e Ryuzaki. "Ah, per fortuna sei ancora vivo." E pensare che era lui a volerlo uccidere.
- Ce l'ho fatta allora... - mormorò.
- Ma cosa dici? - intervenne Matsuda - Certo che ce l'hai fatta, hai ridotto lo shinigami in polvere. A pensarci bene non so neanche come tu abbia fatto...
- Matsuda, lascialo riposare - lo rimproverò il sovrintendente.
- No, papà, è una domanda legittima. Dopo ad aver ucciso Watari era destinato a questa fine, uno shinigami non può intervenire a favore nostro o di Kira. Io ho solo impedito che avesse il tempo di fare altre vittime.
- E questo come lo sapevi, scusa? - domandò perplesso il poliziotto più giovane.
- Sapreste prima dirmi dove siamo?
- Ti abbiamo portato in una clinica privata fondata da Watari. Siamo qui da quasi trentasei ore, però nessuno farà domande scomode su come ti sei procurato quei tagli - intervenne L.
Era un piacere sentirlo ancora parlare, combattendo contro Rem il ragazzo aveva seriamente temuto che quella loro storia sarebbe finita prima ancora di cominciare. Ma quale storia? Si era lasciato baciare, e non solo, da Ryuzaki per poter eliminare il nemico di Kira. Che gli fosse piaciuto da morire poi era un altro conto. Prima il mondo perfetto. E quindi perché fermare Rem? Forse in cuor suo Light voleva provare ancora quel piacere con il detective. "Ma che mi salta in mente? Ora so il suo nome, ho vinto!"
- Per favore, ora uscite. Devo interrogare Light - ordinò il detective.
- Ma, Ryuzaki, in quelle condizioni...
- A posto, papà. Non abbiamo tempo da perdere.
- Come vuoi - rispose il sovrintendente, facendo cenno a Matsuda e agli infermieri di uscire, per poi seguirli e chiudere la porta grigia.
Di nuovo Light su un letto, Ryuzaki accanto a fissarlo negli occhi e nessun altro nei paraggi. Solo che stavolta era il lettino di un ospedale.
- Sono contento che tu sia vivo - disse Yagami.
- Anche io per te. Hai rischiato seriamente che lo shinigami ti ammazzasse.
- Fidati, prima avrebbe ucciso te.
- Ti sono grato allora, però vorrei sapere perché ti sei messo a correre e fare ciò che hai fatto - chiese L chiudendo gli occhi.
- Che domanda è? Voleva ucciderci tutti!
- Va bene, Yagami, stai calmo - rispose pacato - Tuttavia è stata strappata una pagina dal quaderno. Persino Matsuda se n'è accorto. Il nome di Watari non è scritto da nessuna parte. Tu ne sai qualcosa?
Light fece per prendere il foglio dalla tasca ma si accorse solo allora di indossare una sorta di pigiama bianco. Possibile che L stesse bluffando? Avevano senz'altro avuto occasione di controllare i suoi vestiti.
- I miei pantaloni...
Ryuzaki lo fissò con sguardo interrogativo.
- Guarda nella tasca dei miei pantaloni.
Il detective annuì e fece come richiesto. Light non sapeva che reazione aspettarsi. Un po' sperava di ricevere un bacio, o magari persino di ritrovarsi senza quel pigiama e al diavolo il bruciore alla schiena. "Ma cosa mi salta in mente? È pur sempre L..."
- Ma questo è... - mormorò perplesso Ryuzaki.
- Il tuo nome immagino... Lo shinigami lo aveva anche scritto per intero.
Già, il nome di L. Dopo tanto tempo a cercarlo per poterlo scrivere sul Death Note il ragazzo era riuscito in un colpo solo a scoprirlo, salvare la vita del detective e dimenticarlo. Tutto questo per colpa di quella confusa miscela di sentimenti nuovi e sconosciuti.
- Sei stato geniale, Yagami, dico davvero - proseguì con il tono di chi rimane sinceramente colpito.
- Ma dai, che vuoi che sia?
- Mi hai salvato la vita, mentre io credevo ancora che tu fossi Kira.
Light sospirò. "Il vero problema è che io sono davvero Kira." Era sul punto confessare tutto e chiedere il perdono di L, ma finì per non dire nulla. In fondo aveva troppo da perdere: ogni chance con Ryuzaki e persino la propria vita.
- Beh, se fossi Kira dovresti ringraziare il cielo perché non riesco a ricordare proprio il tuo nome.
Il detective lo guardò dolcemente e rise. Light fece lo stesso ma fu costretto a fare i conti con i tubi nel naso.
- Ma perché ho questi affari? Mi fanno sembrare un idiota quando rido.
- Ti sei sniffato uno shinigami, Light, non bastava portarti in un centro per tossicodipendenti - rise l'altro.
Era incredibilmente strano sentire una risposta del genere da Ryuzaki, tanto che il ragazzo ipotizzò di essere in una specie di sogno.
- Come va la schiena?
- Potrebbe andare peggio.
Il detective si avvicinò e, una volta verificato che non ci fosse nessuno, gli diede un bacio in fronte.
- Non crearti false aspettative, Yagami, sono solo contento che il mio unico amico sia vivo - aggiunse spostandogli delicatamente i capelli dagli occhi.
Light sorrise. "Credo proprio di essermi innamorato di te, Ryuzaki..." ammise a sé stesso.

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