15. Impegno

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Man mano che i giorni passavano, Light e Ryuzaki erano sempre più uniti. Indagavano insieme sui nuovi decessi e quando non c'era nessun altro Light si divertiva a imboccare L con i vari dolci di cui era ghiotto - questo di giorno, almeno.
Una sera però, quando agli uomini della polizia era stato dato il permesso di tornare a casa, Ryuzaki si trovò da solo nella sala principale del palazzo. Il nuovo Kira stava sterminando i criminali da più di un mese.
- Ryuzaki, dovrei parlarti - disse il sovrintendente saltando fuori dal nulla.
Il ragazzo sobbalzò sulla poltrona si voltò di colpo: pensava che non fosse rimasto nessuno a lavorare.
- Mi dica, sovrintendente Yagami, sono tutto orecchie.
- Ryuzaki, non prenderla sul personale: non intendo giudicare te e mio figlio, è una questione di lavoro.
L rimase in ascolto, toccandosi il labbro con il pollice come per riflettere. Fece cenno a Soichiro di andare avanti.
- Beh, mi sembra che entrambi ve ne stiate completamente fregando del caso, ecco - commentò impacciato: nonostante tutto provava una certa soggezione a parlare con il più grande detective al mondo, anzi, con i tre detective più grandi al mondo - Tutti i giorni sono uguali oramai: tu te ne stai a guardare quel computer, Light ti porta le torte, vi fate gli occhi dolci e a quest'ora, quando ancora c'è il sole, possiamo andare tutti a casa e smettere di lavorare. Prima eravamo qui giorno e notte per cercare di incastrare Kira - l'uomo perse la pazienza - Insomma, mi sembra che tu non ti ci stia mettendo seriamente per risolvere il caso e intanto la gente continua a morire per mano di Kira! Dov'è il tuo senso di giustizia?
L non rispose. Sapeva in cuor suo che Light gli aveva un po' fatto perdere la testa.
- Perdonami, non volevo risultare offensivo.
- No no, ha fatto bene. Parlerò con suo figlio e gli dirò che dobbiamo mettere più impegno nelle indagini.
- Ti ringrazio, Ryuzaki. D'altronde potete stare vicini anche lavorando, no? - cercò invano di essere divertente con questa battuta, ma in fondo forse un po' lo era proprio perché non ne era in grado.
Prima di andarsene Soichiro tossì per schiarirsi la voce.
- Ah, un'ultima cosa, sei invitato a casa nostra a cena il prossimo giovedì. Così conoscerai la madre e la sorella di Light. Ovviamente solo se non va contro le indagini.
- Oh, la ringrazio, sovrintendente - lo aveva colto alla sprovvista, era un po' imbarazzato all'idea di incontrarle - Accetto il suo gentile invito.
- Allora buona serata, Ryuzaki.
- Anche a lei.
Il ragazzo aprì la lista degli ultimi decessi sul monitor principale per cercare di capire dove potesse trovarsi il nuovo Kira. "Dove sei, quarto Kira?" Fu però il primo di Kira a comparire, L si voltò a fissarlo.
- Cosa c'è, Ryuzaki? - chiese Light indicando lo schermo.
- Dobbiamo darci dentro di più.
- Ah, non mi tiro certo indietro! - rispose slacciandosi la cintura.
- Intendevo con le indagini... - ridacchiò il ragazzo
- Ti ha detto questo mio padre prima? L'ho visto uscire.
- Già, mi ha anche invitato a cena a conoscere la tua famiglia settimana prossima.
- Una serata interessante, eh? - commentò Yagami prendendo la sua sedia - Dunque, vediamo di catturare il quarto me...
- No, tu sei unico...
- Ryuzaki, guarda che non mi sono ancora riallacciato la cintura - rise.
Poi però si misero seriamente al lavoro. Si fermarono forse solo per cenare - alle dieci di sera - rispettivamente con una torta e del ramen preso d'asporto in un fast food accanto al quartier generale. Per il resto fu una notte di analisi dei dati, test statistici, p-value e grafici a non finire.

Heaven Is A Place On Earth (Lawlight)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora