6. Sentimenti

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Ryuzaki se ne stava, per così dire, seduto a guardare il traffico dalla finestra con una coppa di zuppa inglese e un cucchiaino in mano. Auto, moto, pullman e molti pedoni erano in giro per Tokyo nonostante il freddo di quella sera.
Il detective non riusciva a smettere di pensare a Yagami. "Se fosse Kira, e c'è ancora l'un percento di probabilità che lo sia, allora perché non lasciarmi morire?" D'altronde con quei graffi sulla schiena e tutta quella polvere respirata Light aveva rischiato veramente la propria di vita per fermare lo shinigami.
D'altro canto però come faceva il ragazzo a sapere che questo si sarebbe disintegrato in quel modo? Anzi, forse era più interessante scoprire perché fosse accaduto. Un'ipotesi più che plausibile poteva essere la separazione tra il dio della morte e il proprio quaderno durante la lotta. Eppure Matsuda sosteneva di aver sentito Yagami dire qualcosa come "Non avrai abbastanza tempo, ti ridurrai in polvere" e poi qualcosa su Misa Amane.
Già, Misa! Cosa significava lei per Yagami? Era la sua ragazza, sì, ma non si era fatto troppi scrupoli un paio di giorni prima nella camera che era stata della ragazza. Forse era solo una specie di copertura, o forse Light la avrebbe lasciata subito se non si fosse trovato in ospedale. Tra l'altro non era nemmeno stata informata dall'accaduto, così però come la sorella e la madre del ragazzo. In compenso però al suo risveglio non aveva fatto alcuna domanda su di lei, quindi non provava nulla.
Ryuzaki prese una cucchiaiata di dolce e la mise in bocca. Era assurdo che partendo dal caso si fosse trovato ad ingelosirsi di Misa, ma neanche poi così tanto in quei giorni. Finiva continuamente per pensare a Light come se fosse il suo ragazzo, eppure non voleva ammettere di essersi innamorato di Kira.
Ma se Yagami non era Kira, allora cosa ci sarebbe stato di male ad avere delle relazioni come le persone normali? Nulla avrebbe vietato loro di lavorare al caso e nel tempo libero uscire insieme. Certo, il tempo libero non abbondava affatto, ma avere qualcuno di più speciale di un semplice amico era una prospettiva meravigliosa.
Ora che era stato dimesso doveva trovarsi a casa, nella propria camera a riposare. Chissà con che scusa il sovrintendente aveva spiegato a moglie e figlia quei tagli sulla schiena di Light. Ryuzaki prese il cellulare e compose un SMS "Mi manchi". No, questo non era proprio da L! Cancellò il messaggio senza inviarlo a Yagami e mise via l'apparecchio.
Tutto questo però impediva a L di concentrarsi seriamente su quell'un percento di probabilità che Light nascondesse ancora qualcosa. Mangiò l'ultimo pezzo di pan di Spagna imbevuto di liquore e si abbracciò le ginocchia. Dal vetro seguì con gli occhi un autobus che effettuò diverse fermate lungo la via prima di svoltare e sparire dietro un grattacielo.
Si voltò verso la bara bianca di Watari. Dall'altra parte della sala, quasi in antitesi, vi era il bidone che Aizawa e Mogi avevano riempito con le ceneri dello shinigami. L'indomani vi sarebbe stato il funerale del primo, mentre del secondo non si sapeva ancora che fare, né eventualmente in quale cassonetto della raccolta differenziata andasse svuotato.
Una lacrima bagnò il viso di Ryuzaki: in fondo era relativamente affezionato al vecchio che lo aveva cresciuto e stava scoprendo solo allora il funzionamento delle emozioni grazie a Light. Curioso considerare che anche quel ragazzo le stesse sperimentando a sua volta grazie a lui, ma in fondo gli umani, a maggior ragione se innamorati, sono uno spasso.

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