Cap 13

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"Taehyung non ti capisco più"
Gridò il moro sbattendo Taehyung sul letto per poi tenerlo per i polsi.
" Penso nessuno mi abbia mai capito"
Sussurrò il sottomesso.

Il silenzio si fece spazio nella stanza.
L'imbarazzo crebbe e, siccome Jungkook era ancora sopra Taehyung, anche l'eccitazione.
"È-è meglio che ti tolga di qui"
Propose il maggiore dilatando le pupille.
Era sempre costretto a limitarsi in tutto con l'altro ragazzo e non voleva rovinare un rapporto di amicizia solo per guadagnare un momento di piacere.
"Tae"
"Dimmi Kookie"
"Voglio che tu mi dica cosa ti turba"
Si spostò dal corpo di Taehyung e si sedette in modo goffo sul materasso.
"Non voglio confessarti tutto così presto"
"Tae ti ricordo che mi hai portato con te in India, ed io sono un mezzo sconosciuto per te"
"Io ti conosco da una vita invece Jungkook" iniziò Taehyung giocando col lenzuolo sotto di lui " i miei genitori mi hanno sempre parlato di un bambino che era prestigioso in tutto quello che faceva, con la carnagione chiara e i capelli scuri"
Jungkook non se lo aspettava.
Si limitò a sorridere imbarazzato e a portare lo sguardo ovunque tranne che negli occhi ingannatori di Taehyung.
"Adesso ti va di riposare un po'?"
Chiese Taehyung incominciando a togliersi la maglietta.
Il petto scoperto del ragazzo fece rabbrividire Jungkook che portò una mano sugli occhi.
"Non essere in imbarazzo Kookie"
"I-io non sono imbarazzato"
"Beh, le tue guance dicono il contrario.
Anche se hai l'aspetto di un uomo, hai il carattere di un coniglietto indifeso"
Rise Taehyung mettendosi davanti al ragazzo che ormai era diventato rosso in faccia.
Poggiò due dita sul mento del ragazzo e fece scontrare i loro sguardi.
"Adesso spogliati e vieni a letto.
Non ti imbarazzare, in fondo, siamo uomini"
Jungkook si alzò dal materasso e si sfilò titubante la maglietta e i pantaloni, rimanendo in boxer.
Era girato di spalle ma poteva sentire lo sguardo di fuoco sulla sua schiena muscolosa.
Appena si girò deglutì a fatica.
"Andiamo a letto Kookie domani ci aspetta una giornata complicata"
E detto questo si rifugiò sotto il lenzuolo leggero.







"Smettila" lo richiamò il padre prendendo per il polso il povero Jaebum.
Erano seduti tutti a tavola.
Il suo fratellastro mangiava tranquillo e la compagna del padre guardava la scena preoccupata.
"Dai caro, vedrai che dopo accetterà questa situazione" lo calmò la donna accarezzandogli il dorso della mano libera.
Lasciò lentamente la presa dal polso del figlio e continuò a mangiare.
"Io vado in camera" disse Jaebum alzandosi di scatto dalla sedia.
Portò lo sguardo glaciale sul ragazzo davanti a lui e, per la prima volta, quest'ultimo alzò gli occhi sulla figura in piedi.
Tutto dure una frazione di secondo perché poi riprese a magiare tranquillamente.

Non accettava di essere ignorato da nessuno.
Sua madre era stata sempre attenta a lui nonostante la malattia che peggiorava.
Si era chiuso in camera e aveva incominciato a piangere.
Era sempre stata una persona forte ma senza la madre era nulla.
Solo un essere umano insignificante che voleva solo un po' di affetto.

"Posso?"
Jaebum alzò lo sguardo e si trovò davanti la figura snella del ragazzo.
"Certo..."
"Youngjae" sorrise il ragazzo sedendosi sul letto affianco all'altro.
"Scusa" disse Jaebum guardando il ragazzo che intanto stava visionando la camera con occhi attenti.
"Fa nulla, in questi giorni non ti è fregato nulla di nessuno a causa di tua madre.
Mi dispiace comunque"
Jaebum rimase incantato dalla voce del ragazzo.
"È okay grazie" sussurrò.
"Mmm, lo sai che questa era la camera di mio fratello?"
"No...dov'è adesso?" Chiese Jaebum curioso e anche in colpa di aver 'rubato' la camera al fratello di Youngjae.
Un sorriso malinconico comparve sulle labbra di Youngjae.
"È nello stesso posto in cui si trova tua madre"




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