CAPITOLO 8

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"No, non partire Fede..."Greta piagnucolò come una bimba fermando il calciatore circondandogli il bacino con una gamba.

" Piccola, devo andare adesso o arriverò tardi. Per il fine settimana sarò a casa, te lo prometto. "sorrise il biondo baciandole la testa e poi la bocca, delicatamente.

" Uffa e va bene, vai vai... "

" Oh mi dai anche il permesso?!" chiese retorico e divertito Federico.

La ragazza lo guardò male sedendosi a gambe incrociate e tirandosi giù la canottiera spostata dalle dita di Federico precedentemente.

Lo osservò mentre radunava le sue chiavi, il telefono e il portafoglio sistemandosi poi davanti allo specchio.

Greta lo accompagnò giù al piano di sotto tenendosi aggrappata al suo braccio tatuato e incrociando le sue dita con quelle del calciatore.

"Allora ciao." mormorò triste Greta.

"Non fare quel faccino, ti prometto che ti chiamerò in tutti i momenti liberi. Lo sai che non posso saltare Greta, é il mio lavoro." sospirò il ragazzo afferrandole il viso.

"Sì scusa, hai ragione. Mi sto comportando come una bambina. È che tu mi fai andare fuori di testa." rise Greta nascondendosi fra la braccia muscolose di Federico che la strinsero al suo petto.

"Ti chiamo appena arrivo piccola."

Greta lo salutò un'ultima volta con la mano chiudendo poi la porta di casa sua, si sentiva una stupida e si sentiva anche in colpa.

Aveva visto come Federico l'avesse guardata dopo le sue lamentele di prima, si era sentito uno schifo e lei lo aveva notato e come una stupida lo aveva fatto sentire anche peggio.

Voleva scrivergli un messaggio di scuse ma pensò che in quel momento stesse guidando e sicuramente non avrebbe mai voluto che gli potesse accadere qualcosa a causa sua.

Si sedette sul divano stendendo le gambe e aspettando che sua madre tornasse dal lavoro.

Era un'insegnante di matematica alle elementari, una madre dolce e presente, una padre protettivo e pronto all'ascolto, una migliore amica leale e sincera.

Era stata tutto per i suoi figli quando ne avevano avuto bisogno, quando erano distrutti era stata la loro roccia anche se forse era colei che ne aveva avuto bisogno più degli altri.

Greta si era appena appisolata con mille pensieri nella testa quando la serratura scattò e il viso, tanto simile al suo, di suo fratello Giordano comparve dalla porta, seguito dalla sua compagna e dal piccolo Mattia.

La fidanzata di Giordano si chiamava Sara ed era la migliore amica di Greta dai tempi dell'asilo, erano praticamente cresciute insieme e un giorno Sara le aveva detto che era incinta e che per di più il bambino era di suo fratello.

Lipperlì per Greta fu abbastanza scioccante anche se era da tempo che sospettava che fra i due ci fosse qualcosa.

"Ciao bimba." suo fratello la chiamava così da sempre, da quando ne aveva memoria.

"Ciao ragazzi, hey ometto!" sbadigliò facendo posto al bimbetto biondo.

"Che ci fate qui?"

"Abbiamo portato la cena, volevamo fare una sorpresa a mamma. Dormi ancora Greta, é presto. Cos'è?! Bernardeschi ti ha sfinito?!" rise Sara sedendosi sul divano e poggiandosi le gambe della fotografa sulle sue.

"Smettila scema!" arrossì di botto nascondendo la faccia nel cuscino.

"Non mi piace quel tizio, ti sta troppo addosso Greta. E poi lui é uno famoso, devi stare attenta." sentenziò accigliato il fratello.

"Non le sta troppo addosso Gio, sono fidanzati. È normale che le stia addosso e poi, al contrario, io credo che sia davvero un ragazzo con la testa sulle spalle."

"Non siamo fidanzati..." controbatté Greta lasciando cadere il discorso.

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"Che significa che sei infortunato Federico?!" domandò allarmata Greta alzandosi di scatto dal divano

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"Che significa che sei infortunato Federico?!" domandò allarmata Greta alzandosi di scatto dal divano.

"Mi sono rifatto male al ginocchio Greta, non é niente di grave. Solo che abbiamo deciso che sia meglio che ritorni a casa, non potrò giocare lunedì ovviamente." rispose nervoso il ragazzo passandosi una mano fra i capelli e salendo in treno.

"Vieni a prendermi alla stazione?" Federico si addolcì rendendosi conto di aver risposto maleducatamente all'unica persona che avrebbe voluto al suo fianco.

"Certo, ci vediamo dopo e stai tranquillo." mormorò la bionda infilandosi le scarpe.

Poco tempo dopo i due ragazzi erano avvinghiati sul divano a scambiarsi dolci effusioni.

"Mi sei mancata."

"Ma se sei stato via appena tre giorni..." sorrise Greta baciandogli un'ultima volta la bocca.

"Mi sei mancata anche per soli tre giorni, tu non puoi capire cosa mi stai facendo Greta." sussurrò guardandola intensamente negli occhi.

Greta sbatté qualche volta le lunghe ciglia poggiandosi con la testa sul petto del calciatore, chiudendo gli occhi e sospirando.

" Che succede? "chiese Federico.

Si stava già facendo una miriade di complessi mentali, rimproverandosi di essere stato così tanto diretto, magari per Greta era ancora troppo presto oppure non provava le stesse cose.

" Federico fermati, ti conosco. Stai tranquillo." borbottò Greta guardandolo dal basso.

"Tu mi piaci, veramente tanto. Solo che voglio fare le cose con calma, voglio dire siamo agli opposti io e te, le nostre vite sono diversissime e io devo ancora abituarmi alla tua." spiegò dolcemente accarezzandogli la coscia tesa.

"Sì, lo so. Solo che io sto così tanto bene con te che vorrei tutto e subito, però hai ragione. Stavolta é meglio fare le cose con calma. Per adesso viviamocela alla giornata, poi vediamo come va."

Greta gli sorrise e lo baciò felice.

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Promise Me | Federico Bernardeschi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora