Hai l'arcobaleno dentro🌈

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EMMA
Ero sdraiata con Simone che mi accarezzava quando un ragazzo della produzione venne a chiamarmi "In studio ti aspetta la Turci" mi disse una
volta uscita dalla sala relax. Arrivai in studio abbastanza tesa, parlammo un pò poi disse:  “Te l’ho voluta fare incontrare Elena perché ho 
dei dubbi su di te. Tu risulti un po’ fredda, un po’ bloccata, un po’ ferma. E devo capire perché”.
Ascoltavo quello che avesse da dirmi poi intervenni“Sto provando a farti vedere l’emozione” ammisi di cercare molto la perfezione nella musica perchè di quello mi importava ma mi bloccò "So che quando hai finito la lezione con Elena in cui avete ballato, vi siete rotolate a terra,
vi siete struccate, quando sei tornata in sala relax ho visto che ti sei truccata. Ti senti al sicuro truccata?" sorrisi imbarazzata "Si" poi continuò "Tu ricerchi la perfezione. Per me la perfezione è trovare te stessa, che non è metterti perfettamente il trucco” mentre parlava mi porto vicino alla sua postazione "ho letto un articolo che ti riguarda" affermò mostrandomi la copertina di un giornale che mi ritraeva "Qui sei perfetta?" chiese "No, nessuno lo è" affermai.
La Turci incalzò paragonandomi ad una bambola, una di quelle che stanno sullo scaffale che tutti guardano, quelle perfette ma senza sostanza.

Ci rimasi male, io ci stavo provando davvero e il fatto che della musica non mi importasse mi infastidiva parecchio.
 
Mi fece cantare e ci misi tutta me stessa alchè quando terminai tremavo come una foglia, non andò come speravo riteneva fossi concentrata troppo su quello che mi stava intorno, mi spettinò e disse che essere una cantante non significava saper cantare ed essere anche bella e che la perfezione non dovevo cercarla. Mi lasciò da sola "Ti lascio qua, prova a sentirti sola" affermò puntandomi i suoi occhi addosso; piuttosto che sola mi sentivo imbarazzata, inadatta e se avessi potuto sarei scappata.
Quando Paola rientrò, aveva le mani dietro la schiena sapevo dove volesse arrivare "Hai pianto?" "No" ammisi, portò quello che nascondeva di fronte
ai miei occhi "Ti va?" annuì semplicemente ma la tensione, lo stress, il sentirmi dire di essere perfetta e vuota si ampliarono. Scoppiai in lacrime e
uscì dallo studio “Lasciatemi da sola per favore“ chiesi a chi mi seguiva con la telecamera andai avanti per un pò, poi mi bloccai perché la voglia di arrivare al serale era tanta, come tanta era la voglia di far vedere la vera Emma, che i sacrifici che stavo facendo non erano invani, che se mi fossi allontanata dalla mia terra era per il mio più grande sogno che dovevo decisamente avverare.
"Emma" la prof mi chiamò, rientrai in studio con la consapevolezza che dovevo a tutti i costi dimostrarle che ci stavo lavorando, mi chiese di stringerla e lo feci. 

Avevo bisogno di un abbraccio ma non di uno qualunque... Avevo bisogno di Simone perchè era l'unico che non si era fermato alla bellezza, era andato oltre e lui era il mio oltre....

"Lo facciamo insieme?" mi si piazzò davanti decisa "sai che qui ho cento punti?" disse indicandomi la guancia "non c'è bisogno" affermai tra i singhiozzi "Non sei disposta a struccarti per la musica?" la guardavo non riuscivo a mettere insieme una frase compiuta quindi l'ascoltai "Io penso che tu possa essere esplosiva ed è per questo che lo sto facendo. Io mi sono nascosta per anni dietro al trucco ma avevo delle ragioni per farlo tu no!" stava facendo passare un messaggio sbagliato. Non mi truccavo per nascondermi volevo essere solo presentabile e poi non usavo neanche chili di trucco.
Ero infastidita, scoraggiata forse anche umiliata, passai il dischetto dello struccante sul mio viso "Lo so che sei bella" ero scocciata di sentir dire le solite cose "Ti va di cantare?" tentennai per un secondo, le avrei detto di no ma lei riprese il discorso "Sentendo quello che provi quando sei in contatto con qualcuno, quando è bellissimo stare con qualcuno.." non continuò la frase sapevo dove volesse arrivare imbarazzata le sorrisi.
Provai a cantare ma a causa della tensione non riuscì a finire il pezzo "Va bene Emma, ti affido questo compito" e prima di congedarmi mi diede la bambola dicendomi che le somigliavo.
Tornai in sala relax "Perchè una bambola?" domandò stupito il Vismara, feci le spallucce e mi rifugiai in bagno ma Luca mi raggiunse "Emma" "Lasciami
sola Luca" sibillai tra i singhiozzi "Sicura?" domandò preoccupato "Voglio stare da sola" affermai. Non volevo vedere nessuno, parlare, spiegare cosa avessi "Non serve che esci, fammi entrare" e in un attimo" aprì la porta, si sedette accanto a me "ora tutti mi odieranno perchè piango sempre" rise "Ma no Emma.Mostrare i sentimenti non è da persone deboli. Non avere paura!" gli strinsi la mano senza dire nulla sotto lo sgauardo attento di Valentina e Grace abbastanza preoccupate.
Le lezioni, fortunatamente, erano terminate; mi apprestai a preparare il mio borsone, volevo correre in camera lontano da tutti.

BIONDO
A lezioni finite tornammo tutti insieme in hotel, Emma era abbastanza strana: non rideva,non scherzava, non mi aveva neppure aspettato come di solito faceva, non interagiva... era assente, altrove ed ero preoccupato. A distogliermi dai miei pensieri fu Valentina "E' stata una giornata pesante Simo" affermò ricevendo uno sguardo interrogativo "In che senso?" chiesi curioso "Emma è tornata dalla lezione con la Turici distrutta. Piangeva a dirotto. Non siamo riusciti a calmarla" spiegò pacata "E' perchè non m'avete chiamato Valentì?" chiesi in preda al nervosismo "Non voleva addossarti
i suoi problemi, non voleva farlo neanche con Luca e nemmeno con me. Siamo stati un pò di tempo con lei e l'unica cosa che non riesco a togliermi dalla mente erano i singhiozzi" disse Valentina dispiaciuta "Cerca tu di fare qualcosa", ringraziai la ballerina e avanzai il passo per raggiungere la mia ragazza che era già entrata, arrivai fuori la sua porta e prima che potesse entrare la bloccai "Amò, oi, che c'hai? Non m'hai nemmeno
aspettato" le dissi ridendo "Oi scusami. Sono solo stanca" abbassò lo sguardo, aveva gli occhi spenti, gonfi e pure pieni di lacrime "Emmì sicura?" "Si amore. Ci vediamo a cena? Scendo con Lauren aspettami lì" disse baciandomi.
Entrai in camera mia, mi preparai in fretta e scesi giù; erano tutti lì e stranamente trovai anche Lauren ma della mia ragazza nemmeno l'ombra "Lauren, Emma dov'è?" mi guardò sorpresa "Non scende, mi aveva detto che lo sapevi.. Giornata tosta Simo" non parlai e sotto lo sguardo attento di tutti riempì un vassoio di cibo per due, mi avvicinai all'americana "mi daresti le chiavi della camera?" non parlò me le passo subito e mi avviai all'ascensore.

Emma aveva bisogno di me!

Entrai senza fare tanto rumore, poggiai il vassioio sulla scrivania e lei era lì, distesa su un fianco. Guardava fuori e nella camera c'era un silenzio strano  "Lauren scendi giù" non risposi mi sdraiai dietro di lei facendo in modo che ogni parte di me aderisse alla sua. Le sfiorai i capelli e in un secondo scoppiò in lacrime, la strinsi più forte che potevo e il suo pianto si fece più pesante.

Pianse come come doveva, quanto doveva ma soprattutto dove doveva. Sul suo letto, che era anche mio, che alla fine dei conti era nostro ma soprattutto attaccata me.

"Amore calmati. Per favore" l'accarezzavo, cercai di farla calmare "Sono con te, ci sto io però calmati" si voltò verso di me e si rifugiò tra le mie braccia.
Aveva l'aria sfatta di chi non voleva gettare la spugna ma era distrutta, il suo pianto diminuì cosicchè mi spiegò tutto; prima di risponderle la baciai una, due non so quante volte, l'accompagnai in bagno per farle sciacquare la faccia: aveva gli occhi rossi ed erano più grandi del solito. M'appogiai allo stipite della porta e l'ammiravo, chi dicesse che Emma non provava o non faceva provare emozioni era stupido, era il classico tipo che s'era fermato alle apparenze.
La donna MIA era un tripudio di emozioni e vederla così mi faceva stare male.

"Amò cacciamole queste emozioni. Diamo quello che vuole alla prof." presi parola, forse coraggio e parlai "T'aiuto io. Tira fuori i fogli. So della canzone di Elisa, dai che ce la fai. Ce sto io con te. T'aiuto amò. Ma sorridimi te prego" mi si buttò letteralmente addosso e fece un mezzo sorriso, presi il vassoio e lo poggiai sul letto "ora si mangia" dissi convinto, mi misi appoggiato alla tastiera del letto e lei si fece spazio tra le mie gambe appoggiando la sua schiena sul mio petto.
"Ma poi sto fatto del trucco?! Se so fissati piccolé più naturale di te non ce sta nessuno" fortunatamente addentò un pezzo di cotoletta, la guardavo mangiare e sembrava una bambina, era quasi più rilassata "T'aiuto io amo" continuavo a ripeterle "Facciamo vedé a tutti l'arcobaleno che hai dentro" dissi per poi baciarla con passione.

*Scusate per l'attesa, spero che il capitolo vi piaccia. Grazie mille come sempre...Buonanotte❤❤*

Ricomincio da NOI❤ #BIEMMA❤ (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora