"Quella che non ha capito niente sei tu!"

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EMMA
Un’altra settimana stava per iniziare, la domenica era trascorsa in tranquillità ma più che bene ed il risveglio era stato nettamente diverso da quello che mi riservava Lauren ogni giorno.
Anche quella mattina, come tutte, si mise ai piedi del letto ed iniziò ad urlare “Buongiorno anche a te Lauren, sono sveglia” dissi alzandomi “Oh finalmente amica. Muoviti su” disse battendo le mani incitandomi.

Mi preparai con calma e lei iniziò a farmi domande su me e il ragazzo biondo, inizialmente non le diedi tanto attenzione, ero assorta nei miei pensieri.

Sapevo quello che mi aspettava se avessi preso la decisione di lasciare Keanu, decisione che era maturata in me molto tempo prima, e dovevo farlo il prima possibile perché non potevo continuare ad andare avanti.
Mi sembrava soffocare le mie emozioni, le mie sensazioni, gli istinti che dovevo frenare e quelli per quanto avrei potuto tenerli a bada sapevo di per certo che prima o poi decidessero loro per me; la “scelta” di non baciare Simone mi fece capire ancora di più che non era solo un fatto fisico a legarmi a lui: adoravo il suo modo di essere, il suo modo di pensare, il suo modo di mettermi al centro del suo tutto nonostante non fossimo niente, adoravo lui...

Scendemmo a colazione e mi scusai con la mia amica per non averle dato ascolto “Tranquilla tesoro, fai ciò che ti dice il cuore” disse stringendomi le mani “Ho capito cosa fare” mi abbracciò ed io ricambiai.
C’erano quasi tutti, li salutammo con un buongiorno generale e ci sedemmo ai nostri posti. Fortunatamente Orion pensò per noi prima che gli altri finissero tutto; adoravo quel ragazzo che sin dall’inizio si era schierato dalla mia parte, era simpaticissimo e mi piaceva stare in compagnia dei due ballerini.

Ci avviamo tutti insieme agli studi eravamo abbastanza carichi ed io ero sempre di più sulla strada giusta, volevo cercare di convincere ancora di più i professori e dovevo riuscirci. Una volta indossate le nostre divise ci dividemmo prestando attenzione al fatto che la settimana fosse appena iniziata ed io fui chiamata da Marcello uno dei supporter e professionista del talent il quale mi comunicò di aver vinto un’ora in più, ancora una volta, grazie alla prova Vodafone.

Volevo proseguire per la mia strada e dopo la lezione con Garrison chiesi proprio di passare l’ora in più con lui e Giuseppe Giofrè per migliorare la mia presenza scenica.

...Presente...

"Si, ok." Sara mi guarda scocciata "Ma quand è che vi fidanzate?!?" chiede spulciando le foto "Tempo al tempo" dico ridendo "Voglio sapere dai" mi implora con uno sguardo dolce "Allora fammi continuare che ci siamo quasi" ammetto sincera girando pagina...

BIONDO
La settimana stava per iniziare ed ero carichissimo; appena arrivai a scuola e dopo aver indossato la mia tuta mi diressi da uno dei vocal coach: Raffaella ed insieme iniziammo a lavorare sulla tecnica vocale.
Ero soddisfatto di quella lezione e ritornai tranquillo in sala relax, sapevo di aver lo sguardo di Emma puntato addosso quindi mi voltai e le feci un occhiolino, presi le mie cose e mi affrettai ad uscire con Irama ed Einar.

Avevo voglia di passare del tempo con loro, con due buoni amici. Nella scuola oltre ad aver legato con Luca erano anche loro i miei punti di riferimento, le mie valvole di sfogo. Ci recammo in un bar vicino all’hotel dove alloggiavamo, parlammo del più e del meno. Einar, poi, mi fece un paio di domande su Emma ma fui vago perché non volevo dire nulla, volevo che le cose andassero piano non solo tra noi ma per tutti.

Tornammo in hotel non troppo tardi e con calma ci preparammo per la cena; quando scendemmo notai Emma triste e nervosa ed io non volevo starle lontano ma era l’unico modo per farle schiarire le idee dopo le due giornate passate insieme. Che l’avrei aspettata era chiaro a chiunque tranne che a lei ma non ero il tipo da dare certezze anche se in quel momento per tranquillizzarla avessi fatto di tutto mi limitai a guardarla.

Uscì fuori, volevo fumare, sbollire un nervoso che mi chiudeva lo stomaco ma vidi una sagoma esile posarsi al mio fianco: Emma.

“E’ tutt’ok Simo?” chiese nervosa

“Si te?” risposi asprando un po' di fumo

“Allora perché mi eviti?” domandò sull'orlo di una crisi

“Perché rispondi alla mia domanda con un’altra?” le domandai stizzito

Tu perché eviti me e l’argomento?” domandò a sua volta

“Emma non evito ne te e nemmeno l’argomento. Mi sono preso un po’ di tempo per me. Tutto qui” le dissi tranquillamente

Tempo per te Simo eh?!? Ed io, a me non ci pensi?” la guardai sbalordito e dal nervoso le mani iniziarono a tremarmi

“Emma ma che c’hai??” buttai il mozzicone schiacciandolo con il piede e notai Emma voltare le spalle

"Non capisci nulla Simo. Niente!” mi guardò per l'ultima volta e la vidi quasi andare via

Ah Emma" sbottai incazzato, la bloccai per il polso portandomela di fronte "sono io quello che non capisce nulla? Sei tu che non ti sei resa conto della situazione, sei tu che sei fidanzata e sono io, forse, l’idiota a morire per te" mi portai le mani sulla faccia "Emma mi piaci e non ci vuole tanto a capirlo. Tutti qui dentro si sono resi conto di tutto. Tutti tranne tu. Ho sbagliato io a farmi prendere troppo, ma tanto si sa l’idiota resto io che da te non mi allontano. Tu non sai che voglia che ho di prendermi cura di te, dei tuoi sbalzi d'umore, non sai la voglia cho ho di farti ridere, di esserci quando hai voglia di qualcuno che ci sia pure senza parlare. Quando tutto questo che ci ruota intorno ti stanca. Tu non sai la voglia che ho di dimostrarti che so capirti, che se sei triste lo sono anche io e se sei sola lo sono anche io. Io so che hai il cuore a metà e pure io c'ho il cuore a metà ma se le mettiamo insieme le nostre due metà ne esce fuori un cuore intero, un cuore nuovo. Non voglio darti fastidio, non ho cattive intenzioni: voglio solo prendermi cura di te, se ti va di avere una mano io sono disposto a mettermi nei tuoi guai. Ho voglia di prendermi cura di te ma tra i due chi non ha capito niente, Emma sei tu!” le girai le spalle quando a bloccarmi fu lei “Non andare via Simo. Resta ancora un po’. Per favore” rimasi lì a guardarla come un idiota, scossi il capo, l'accarezzai baciandole la fronte "Chiamami quando hai il cuore libero"  la lasciai lì nonostante lei fosse il mio punto debole, nonostante fosse la mia malattia e la mia cura, la lasciai lì rendendomi conto che più passavano i giorni ed io più avevo voglia di viverla!

Ricomincio da NOI❤ #BIEMMA❤ (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora