uno.

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LEGGI L'ANGOLO AUTORE ALLA FINE, PER FAVORE


"Hyung, quando hai intenzione di andare a parlarle?"

Fu così che esordì la voce di Jungkook, dopo dieci minuti di silenzio trascorsi ad osservare da lontano la misteriosa ragazza in questione. Quell'improvvisa domanda fece risvegliare Namjoon dai suoi pensieri, il quale stava immaginando un'ipotetica battuta d'entrata per approcciare alla mora che, a qualche metro di distanza, stava consumando tranquilla il suo pranzo ai piedi di un pino.

Jungkook non ne poteva più di essere ignorato dall'unico amico che aveva, così aveva piuttosto deciso di dare una smossa al più grande.

"Non posso mica presentarmi davanti a lei dal nulla e dirle ehi ciao, sei davvero carina, sai? senza neanche una scusa?"

C'è da dire, infatti, che Namjoon non faceva mai nulla a caso, ma premeditava ogni cosa e ne ripeteva nella propria mente i singoli dettagli per assicurarsi che fosse tutto perfetto prima di agire.

Questo era, in pratica, anche il suo metodo di studio, nonché il suo asso nella manica. Quando analizzava un manuale, Namjoon lasciava libero sfogo alla sua mente ed immaginava tutte le ipotetiche domande che un esaminatore poteva porgergli, così da essere preparato ad ogni eventualità e in questo modo aveva sempre una risposta pronta che, lo portava poi, ad ottenere il massimo dei voti tutte le volte. Poteva sembrare stupido dall'esterno, un po' maldestro e rumoroso, eppure in quella testolina si nascondeva un cervello paragonabile alla mente di Hitler, solo che il ragazzo in questione era un pacifista convinto e non avrebbe fatto del male neanche ad una formica.

Nei momenti in cui sembrava assorto nei suoi pensieri, stava in realtà studiando il mondo circostante, a partire dalle piante che crescono solitarie lungo i marciapiedi e i vari tipi di uccelli che volano sulle nostre teste, ai quali noi non prestiamo neanche attenzione, fino a giungere agli esseri umani che gli passavano accanto, distratti dai loro impegni e problemi. Era quello che aveva fatto anche con la misteriosa ragazza, ma, giustificando il suo appellativo, questa non lasciava di sé molte tracce ed indizi e a Namjoon veniva davvero difficile capirla o trovare un pretesto per attaccare bottone. A dire la verità, non sapeva neanche lui stesso per quale motivo ci tenesse tanto; semplicemente ne era incuriosito. Probabilmente a causa del suo sapersi dileguare tra la folla in un nanosecondo, che non gli permetteva di scoprire quali corsi seguisse, oppure dell'assenza di altri coetanei al suo fianco che indicassero che tipo di persona fosse per sommi capi.

Così, per un buon mesetto, Namjoon aveva finito per osservarla da lontano, senza mai fare però la prima mossa. Strano che lei non se ne fosse accorta.

"Nam, vado a lezione, ci si becca in giro?" Avvertì, più che altro, Jungkook mentre recuperava il suo zaino, per poi alzarsi. Namjoon annuì rivolgendogli un sorriso e colpendo il pugno del minore con il proprio in segno di saluto. A lui restava ancora un'ora prima dell'inizio dell'ultima lezione della giornata e decise di trascorrerla a leggere un libro, di cui era quasi giunto alla conclusione, sul bel prato fresco appena potato, con i lievi raggi di sole che gli regalavano un po' di torpore. Intanto, aveva per un attimo perso di mente e di vista la ragazza, centro dei suoi pensieri nell'ultimo periodo, la quale era sgattaiolata da qualche parte, portandosi dietro il suo zainetto grigio. Preso da quell'intensa lettura, però, non potè che non farci caso; almeno per quella volta.

E ancora un altro giorno passò, senza aver avuto la possibilità di parlarle.

Il clima mite di ottobre stava maturando in uno più fresco man mano che il mese di novembre si avvicinava; il cielo non era più di un azzurro intenso, ma spesso era costellato di nuvoloni, così Namjoon era costretto ad indossare una giacca leggera quando usciva presto di casa alla mattina per andare all'università. Spesso preferiva camminare fino all'edificio, perché ciò coinciliava la sua voglia di svolgere un minimo di attività fisica con la possibilità di respirare dell'aria fresca nei viali alberati, però qualche volta capitava che andasse di fretta e allora preferiva prendere l'autobus per sprecare meno tempo e ne approfittava per leggere un libro o per ripassare degli appunti nel mezzo pubblico.

Red cover; k.njDove le storie prendono vita. Scoprilo ora