tredici.

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Erano trascorsi due giorni da quel pomeriggio bizzarro che Seul-Gi e Namjoon avevano condiviso, adesso che era giovedì si sarebbero rincontrati di nuovo. Jungkook aveva avuto la meravigliosa idea di riunirsi tutti in aula studio per studiare insieme, anche se quasi ognuno di loro stava preparando un progetto o un esame diverso.
Seul-Gi, non appena finite le lezioni, chiamò il suo amico Taehyung e gli indicò un punto di riferimento dove incontrarsi, per poi procedere insieme verso l'aula dove si trovavano anche gli altri due ragazzi.
L'aria era particolarmente fredda quel giorno, il suo cappotto pesante non riusciva a frenare il tremolio. Affondò il viso nella sua enorme sciarpa rossa, un regalo di Tae. Il personaggio della sua serie preferita ne possedeva una identica e il ragazzo sapeva quanto Seul-Gi desiderasse averne una simile, così nel momento in cui la vide in una vetrina in centro subito si affrettò a comprargliela e gliela regalò per il suo compleanno, nonostante lei non amasse i regali e i festeggiamenti.
Dopo pochi minuti di attesa, Taehyung arrivò, avvolto nel suo cappotto color caramello e munito di uno dei suoi bellissimi sorrisi.
Seul-Gi ricambiò il sorriso increspando i suoi occhi da cerbiatta e gli andò incontro per lasciarsi abbracciare, quando vide le braccia dell'amico distese verso l'esterno per stringerla.
Se Namjoon avesse visto una scena simile, non avrebbe creduto ai suoi occhi.
«Come stai?» Chiese Tae, premuroso come sempre, mentre le si affiancava per camminarle accanto. La ragazza si strinse nelle spalle ed accennò un piccolo sorriso, prima di rigirargli la domanda.
«Tu? Contento che oggi sia stata l'ultima lezione con la pazza sclerata?»
Taehyung tirò un melodrammatico sospiro di sollievo, portandosi con fare teatrale una mano al petto. «Non immagini quanto.»
La donna in questione era una professoressa totalmente e troppo esplicitamente innamorata del ragazzo, nonostante la differenza di età, e più volte lo aveva invitato a mangiare qualcosa insieme per 'parlare di studio'.
«Sei stata al ruscello ultimamente?» Cambiò argomento, avvolgendo le spalle della ragazza con un braccio, avendo notato quanto stesse tremando per il freddo. Seul-Gi annuì ed innocentemente si lasciò sfuggire di non essere stata sola, con il solo intento di volerlo tranquillizzare.
Taehyung fermò i suoi passi, sfilando lentamente via il braccio, e si posizionò in modo da poter guardare bene in viso la ragazza, la quale si era fermata a sua volta.
«E con chi sei stata?» Chiese piuttosto perplesso, sapendo che l'unica persona che la sua amica frequentasse era proprio lui e tantomeno avrebbe portato qualcuno al ruscello che non fosse, appunto, lui.
«Con Namjoon.» Solo dopo aver pronunciato quelle parole si rese conto di quanto assurdo fosse. Fino a quel momento, per quanto ci avesse pensato, non aveva realizzato davvero di aver portato quello che non era altro che uno sconosciuto in un posto che significava fin troppo per lei. Eppure neanche per un momento aveva sentito di aver fatto una cosa sbagliata.
Taehyung, a quanto pare però, non la pensava allo stesso modo. Ebbe bisogno di qualche secondo per comprendere ciò che la ragazza aveva detto, perché le sue orecchie non potevano credere a ciò che avevano sentito. Poi pensò che fosse uno scherzo e si lasciò sfuggire una risata, pur non trovando affatto la cosa divertente. Quando vide Seul-Gi non accennare a smentirsi o ridere con lui, capì che era seria.
«Stai scherzando? Namjoon?»
La ragazza annuì e, silenziosa, riprese a camminare, ma l'amico le afferrò il polso per fermarla, non volendo chiudere così quel discorso.
«Si può sapere cosa ti sia passato per la testa?» Sapeva benissimo di non avere il diritto di parlarle così, ma tutto ciò gli sembrava troppo assurdo per essere vero e non riuscì ad essere gentile e comprensivo come al suo solito. Seul-Gi, che ormai non si faceva scalfire più da nulla, fu invece in quel momento profondamente ferita, non tanto dalle parole dell'amico, ma dal tono di voce che aveva utilizzato. Di certo non si aspettava che facesse i salti di gioia per lei, ma poteva mostrare un po' di empatia.
«Mi sgridi ogni santissima volta perché ci vado da sola e credi sia pericoloso e adesso che ci vado accompagnata mi tratti come se fossi stupida? Spiegami perché non sto capendo.» A quel punto anche Seul-Gi iniziò ad alzare i toni, anche se l'ultima cosa che desiderava in quel momento era discutere con il suo migliore amico, il suo unico amico.
Taehyung guardò colpevole la ragazza di fronte a sé, con le mani sui fianchi ed un leggero disappunto in viso. Alzò gli occhi al cielo, cercando un modo di articolare i propri pensieri.
«Non ti sto trattando come se fossi una stupida. Solo solo confuso, sorpreso e anche un po' contrariato. Non capisco come abbia fatto tu, con tutti i tuoi problemi di fiducia e l'astio verso gli uomini ad andare lì con uno che neanche conosci. Quando ti parlo di non stare da sola, intendo chiamare me per un po' di compagnia.»
A quel punto la ragazza era davvero delusa, sentendo quelle parole risultava come una persona problematica e sconsiderata, cosa che non era.
«E disturbare sempre te? Credo che qui il problema sia un altro. Per chissà quale motivo quel ragazzo non ti sta a genio, guarda che me ne sono accorta, e adesso non vuoi che mi si avvicini. Sarò stata poco cauta con lui, ma è un bravo ragazzo e non ha cattive intenzioni, questo lo sai bene anche tu.»
Taehyung rise, una risata nervosa, incrociando le braccia al petto.
«Certo, non ha cattive intenzioni. Credi davvero che si sia avvicinato a te solo per parlare di libri? Non ti facevo così ingenua.»
Stanca di litigare per un argomento tanto futile, Seul-Gi decise di lasciar perdere e non rispondere, anche perché aveva ancora intenzione di incontrarsi con i ragazzi e non voleva fare tardi. D'altro canto Taehyung era ancora convinto di ciò che le aveva detto, a scusarsi proprio non ci pensava, così riprese a camminare ed insieme, ma a distanza di qualche metro, si affrettarono a raggiungere la sala studio.

Red cover; k.njDove le storie prendono vita. Scoprilo ora