due.

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Quel venerdì sera, Jackson lo chiamò per organizzarsi con il resto del gruppo per andare a mangiare fuori insieme e Namjoon pensò di invitare, come faceva sempre d'altronde, anche Jungkook perchè gli faceva piacere l'idea che l'amico potesse integrarsi nel suo gruppo e fare amicizia. Aveva preso a cuore quel ragazzino davvero tanto, perché nonostante avesse quasi vent'anni, aveva conservato l'innocenza tipica di un bambino ed era estremamente timido, quanto simpatico. In più, era una fonte continua di talenti, oltre ad essere molto bravo nel campo universitario, era un maestro dei videogiochi, un ottimo ballerino ed era uno dei pochi tra i suoi amici a cavarsela con l'inglese. Se solo fosse stato più sicuro di se stesso, avrebbe avuto molte più opportunità nella vita.

Cercò velocemente il suo numero in rubrica e lo chiamò, appoggiando il cellulare tra la spalla e l'orecchio, mentre seduto alla sua scrivania svolgeva degli esercizi per il corso di fisica. Dopo un paio di squilli Jungkook rispose e la sua voce resa metallica dall'apparecchio elettronico riempì la stanza di Namjoon.

"Ehi hyung, come va?" 

Namjoon scarabocchiò dei numeri sul quaderno e si schiarì la voce, prima di rispondere all'amico.

"Ehi Kook, che ne dici di andare a mangiare una pizza con Jackson e gli altri stasera?"

Posò la matita sul ripiano di legno e strofinò con la stessa mano l'occhio destro, avendone abbastanza per quel giorno di calcoli e relazioni.

"Mi farebbe davvero piacere!" Sentì un fruscìo dall'altro lato del telefono e dedusse che si fosse alzato dal letto, poi susseguirono altri rumori di oggetti che venivano spostati.

"Che ne dici di chiedere anche a Taeyong, il tuo amico?" 

"Taehyung" lo corresse, "mi sembra un'ottima idea hyung, spero solo non abbia impegni. Scrivimi su Kakao per organizzarci." 

Dopo essersi salutati, il maggiore chiuse la telefonata e si alzò dalla scrivania per andare a fare una doccia. Sarebbero stati al ristorante per le otto, così da riuscire a ricevere la loro cena per le nove, quindi aveva una buona oretta per prepararsi. Inviò un messaggio a Jungkook per dargli le informazioni necessarie e poi uno a Jackson, dicendogli che avrebbe portato un paio di amici. 

Si diresse in bagno senza portare vestiti dietro, perché quelli li avrebbe scelti con calma dopo essersi lavato, così da poter mettere insieme un outfit adatto alla serata. 

Non era una ragazzina e non temeva il giudizio altrui riguardo il suo aspetto esteriore; apparire al meglio era una sua semplice volontà per sentirsi a suo agio e più sicuro di sé. Inoltre, il suo buon gusto in fatto di stile gli attirava sempre molti sguardi e il suo fisico sembrava fatto per indossare gli stessi abiti dei modelli che sfilavano per le più importanti firme. Insomma, Namjoon era un connubio di bellezza ed intelligenza, con in aggiunta una buona dose di modestia ed umiltà.

Però ce l'aveva anche lui un difetto — era umano in fin dei conti — e si tratta delle sue mani di gelatina. Ebbene sì, Namjoon aveva la capacità di distruggere qualsiasi cosa gli capitasse di mano, che fosse una penna, una padella oppure proprio il flacone di shampoo che stava usando in quel preciso istante.

"Dannazione!" Si ritrovò ricoperto di detergente per capelli, dopo aver rotto l'apertura del flacone, avendola tirata troppo forte. Con le dita raccolse il fluido che era finito sul suo petto, poi iniziò a massaggiare i capelli con esso sbuffando di tanto in tanto per la sua goffagine. Lui stesso non ne poteva più di quella terribile dote distruttiva. 

Una volta sciacquatosi, uscì dalla doccia ed avvolse un asciugamano in vita, mentre con un un altro iniziò ad asciugarsi i capelli, camminando di ritorno verso la sua stanza. Aprì l'armadio, mentre il profumo di menta si impregnava nell'ambiente circostante, e diede un'occhiata ai vari capi ordinati per colore. Era distratto e maldestro, ma quando si trattava di oggetti a cui teneva, li conservava con cura e in ordine così da non farli rovinare.

Red cover; k.njDove le storie prendono vita. Scoprilo ora