Dopo il sabato sera, il resto del fine settimana trascorse piuttosto velocemente per Namjoon, il quale era stato immerso in un'intensa sessione di studio. Ne aveva approfittato per togliersi del lavoro da fare, da bravo ragazzo che era, così da poter essere più rilassato durante la settimana successiva.
Il lunedì seguente, nella pausa pranzo che disponeva tra due ore di lezione, stava camminando per il cortile in direzione del solito posto dove consumava il pranzo con Jungkook, quando intravide Seul-Gi, seduta sul prato, con il un sandwich in una mano e lo stesso libro con la copertina rossa che aveva anche l'altra volta nell'altra mano.Dopo un momento di indecisione, le sue gambe si mossero verso l'albero sotto il quale la ragazza era seduta. I suoi passi fecero scricchiolare delle foglie secche sotto le suole delle scarpe e grazie a questo rumore, la ragazza notò la sua presenza. Alzò il capo con sguardo interrogativo, quando poi lo vide, a Namjoon parve quasi che avesse alzato gli occhi al cielo.
Senza scoraggiarsi, strinse le labbra in un sorriso in segno di saluto e le due fossette spuntarono sulle sue guance; poi chiese con tono gentile, indicando un punto accanto alla ragazza,"Posso?"
La ragazza sospirò, tornando a guardare il proprio libro e si strinse nelle spalle.
"Se proprio devi."
Namjoon avrebbe dovuto sentirsi offeso per quel suo atteggiamento, ma invece era divertito e quasi, quasi lo spronava ad andare avanti. Se c'era un modo per attrarre la sua attenzione, era di certo negargli la propria. Per lui si trattava di un gioco. Più lei lo avrebbe allontanato, più lui avrebbe cercato di avvicinarsi.
"Cosa leggi?" Chiese, pur consapevole che la ragazza non avesse piacere di conversare con lui, ma almeno tentò.
"Nulla che possa interessarti."
Come non detto. Namjoon rise, come se quelle cattive risposte non lo scalfissero affatto. Era troppo sicuro di se per mollare per così poco.
Dato che la ragazza aveva il capo chino, né approfittò per osservarla un po', senza essere scambiato per una persona inquietante, cosa che forse era.
Si appoggiò con la schiena al tronco del grande pino, con il viso leggermente inclinato per avere una migliore visuale.
Seguì con lo sguardo il profilo della ragazza, guardando come i suoi capelli lunghi le ricadessero sulle spalle, poi la sua fronte piccola e le ciglia lunghe che incorniciavano i grandi occhi castani. Il naso era piccolo, non troppo schiacciato e creava spessore sul suo viso, così come le labbra, gonfie e rosse, che si chiudevano in un piccolo cuoricino quando, concentrata sul libro, le premeva tra di loro.Seul-Gi si rese conto del silenzio che era calato su di loro ed alzò nuovamente il capo per capire cosa lo avesse provocato. Tutto ciò che vide, fu Namjoon rilassato, con le braccia incrociate dietro la nuca come a fargli da cuscino e lo zaino appoggiato sull'erba, tra le sue gambe. Aveva i tratti del viso distesi ed un sorriso impercettibile sulle labbra, che si ampliò quando i loro sguardi si incrociarono. La ragazza distolse subito lo sguardo, sentendosi a disagio a causa dello sconosciuto che la fissava e si schiarì la voce accartocciando l'involucro del suo sandwich che era ormai finito.
"Sei inquietante," borbottò stizzita ed infastidita da quella indesiderata presenza, "non devi mangiare nulla?" Chiese poi, senza guardarlo, mentre chiudeva il libro che stava leggendo, rassegnandosi all'idea di non poter continuare più la sua lettura, almeno non in quel posto.
Solo allora Namjoon poté scoprire di quale libro si trattasse, e quando ne lesse il titolo, i suoi occhi si sgranarono.
"Amo questo libro, credo che sia uno dei miei preferiti in assoluto!" Esclamò con entusiasmo, sfiorando la copertina rossa con l'indice, con una tale delicatezza che sembrava si trattasse di qualche pietra preziosa.
In realtà, per Namjoon, era davvero così. I libri valevano per lui molto di più di tutto l'oro del mondo, nonostante quest'ultimo servisse per acquistarli e fosse una delle principali motivazioni per cui uno scrittore scriveva: guadagnarsi del denaro.
Ne aveva letti così tanti, sin da quando era bambino, e nel salone di casa sua vi era un'enorme libreria che ne conteneva solo una piccola parte.
Era stata sua madre a trasmettergli la passione della lettura; gli aveva sempre letto le favole della buonanotte e durante i viaggi in treno, verso la residenza estiva o la casa dei nonni, ne approfittava sempre per leggere ad alta voce i libri che più amava, così che anche il figlio li conoscesse come il palmo della propria mano."A me non piace," disse improvvisamente la ragazza, in risposta, riportandolo alla realtà.
"E allora perché lo leggi?" Chiese Namjoon, aggrottando la fronte.
Il libro in questione era Norwegian Wood di Haruki Murakami, uno degli scrittori preferiti del ragazzo.
"Tu leggi solo le cose che ti piacciono?" Seul-Gi appoggiò anche lei la schiena al tronco dell'albero e Namjoon si sentì contento, perché sembrava che la conversazione le interessasse e che forse era finalmente riuscito a trovare l'argomento su cui puntare per instaurare un rapporto con la ragazza. O almeno, per trattenerla un po' di più con se.
Ritornando alla domanda posta da lei, annuì in risposta, ancora perplesso.
Seul-Gi scosse la testa, come se stesse parlando con un caso irrecuperabile e il ragazzo proprio non capiva cosa ci fosse di male nel leggere qualcosa che si ritiene piacevole, per accompagnare così un momento di relax e di crescita mentale. Qual era il punto di leggere un libro che non attira il proprio interesse, rendendo così la lettura forzata?
"Non fa male leggere anche libri di cui non si condividono opinioni o la scelta delle parole utilizzate; solo con il confronto tra te e chi è diverso da te si può crescere e maturare idee ancora migliori rispetto a quelle che già fluttuano nella propria mente."
Namjoon rimase senza parole, capendo cosa intendesse dire la ragazza e pur ammettendo a se stesso che avesse ragione, continuava a non riuscire ad immaginarsi immerso nella lettura di qualcosa che non gli piacesse. Gli si contorcevano le interiora al solo pensiero.
"In ogni caso, non mi sorprende ti piaccia certa roba. Infondo sei un ragazzo," e con questa ultima osservazione, la ragazza prese le sue cose e lasciò quel posto, senza degnare l'altro di un saluto o di ulteriori spiegazioni.
Namjoon, il quale non aveva avuto il tempo di replicare, scosse la testa divertito da tutta quella situazione e poi si decise a prendere il proprio pranzo dallo zaino per consumarlo prima che la sua pausa terminasse, aspettando che il suo giovane amico lo raggiungesse per pranzare con lui.
ciao :]

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Red cover; k.nj
Fiksi Penggemar"E come ultima cosa, non per importanza, non devi assolutamente innamorarti di me."