sei.

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"Non ne potevo più di quei due e proprio non sapevo come liberarmene," sbuffò Taehyung, sollevato dal fatto di aver trovato nuovi amici con cui trascorrere il tempo libero e le varie pause. I ragazzi che aveva conosciuto all'inizio dei corsi erano troppo appiccicosi per i suoi gusti e non gli lasciavano neanche lo spazio vitale.
Diede un ultimo sguardo alle fotocopie che aveva tra le mani, mentre Jungkook rideva per la sua precedente affermazione e Namjoon sorrideva all'amico, appoggiato comodamente al tronco del pino.
Jungkook, il più piccolo tra i tre, esortò poi gli altri due a tirare fuori il proprio pranzo, prima che fosse tardi, anche se in realtà era semplicemente molto affamato e non vedeva l'ora di deliziare il pasto preparatogli da sua madre con tanta accortezza.
Quando Namjoon tirò fuori dallo zaino il suo contenitore, le dita toccarono qualcosa di duro e per un momento, non capendo di cosa si trattasse, inarcò le sopracciglia in confusione. Poi ricordò del libro che aveva portato per Seul-Gi ed immediatamente capì cosa fosse, così lo tirò fuori e lo porse a Taehyung.
Fu il turno di Taehyung questa volta di assumere un'espressione perplessa, mentre guardava il libro che Namjoon gli stava porgendo. Quest'ultimo poi spiegò "dallo a Seul-Gi, credo appartenga a lei," e gli sorrise, ma l'altro era ancora un po' confuso e poco convinto, mentre afferrava il libro per posarlo poi nel proprio zaino.
"Certo, questa sera glielo darò," disse incerto e Namjoon annuì ringraziandolo con un sorriso, anche se quelle parole non gli avevano fatto molto piacere. Doveva ammettere che un po' gli desse fastidio l'idea che Taehyung aveva la possibilità di stare spesso con la ragazza e forse gli dava fastidio ancora di più il fatto che solo con lui l'aveva vista allegra ed amichevole.
Ma se ne sarebbe fatto una ragione.
Jungkook, che intanto aveva guardato la scena in silenzio, troppo impegnato ad inghiottire il proprio cibo, si inserì in quel breve scambio di battute dicendo qualcosa per la quale in seguito Namjoon lo avrebbe probabilmente picchiato.

"Ehi Tae, ma c'è qualcosa tra te e Seul-Gi?"
A quella domanda entrambi i due amici quasi si strozzarono con il cibo. Taehyung tossì, portando una mano al petto e Jungkook lo aiutò colpendogli piano la schiena e mormorando uno scusa, continuando però ad aspettare una risposta alla propria domanda, con l'unico fine di aiutare il suo amico più grande. Jungkook infatti credeva che l'altro avesse seriamente bisogno di una smossa, ma non sapeva che Namjoon aveva pensato di lasciar perdere la ragazza e concentrarsi su cose più importanti, come lo studio.

Intanto Taehyung si era ripreso ed aveva accennato ad una risatina per smorzare la tensione e poi aveva scosso la testa.
"Ci vogliamo solo bene e siamo l'uno molto legato all'altra," poi guardò Namjoon, come a fargli capire che quello che avrebbe detto di lì a poco era principalmente riferito a lui "tra l'altro Seul-Gi non è in cerca di relazioni e roba varia. Preferisce stare da sola, in compagnia di poche persone fidate." E tutte le cose carine che Namjoon aveva pensato di Tae e della sua personalità, andarono a farsi benedire quando vide il suo sguardo quasi incenerirlo.
Jungkook, però, non era contento.

"E a te piacerebbe se ci fosse qualcosa tra di voi?" La curiosità da bambino e il suo buon proposito di voler aiutare, si stavano unendo per andare a formare una bomba ad orologeria che sarebbe ben presto scoppiata, se gli altri due non fossero state persone dal temperamento calmo.
A Namjoon parve vedere un lieve rossore sulle gote del ragazzo e lo guardò attentamente, improvvisamente interessato alla sua risposta. Taehyung si munì di un sorriso e scosse la testa.
"Non vorrei che una relazione, o qualsiasi altra cosa o persona, possa rovinare il nostro rapporto. È già troppo forte, non c'è bisogno di altro."
Ed in quel momento il sangue di Namjoon iniziò a ribollirgli nelle vene, sentendo quelle parole sempre di più come delle frecciatine.



"È successo qualcosa?" Chiese Jackson per l'ennesima volta, dall'altro capo del telefono, pur sapendo che così avrebbe fatto innervosire ancora di più il suo amico. Questi infatti prese un grande respiro e poi sospirò, cercando di calmarsi. Alzò gli occhi al cielo, mentre cercava nel suo armadio i vestiti più adatti per la serata, desiderando un aspetto complessivo ancora migliore rispetto al solito.
"Ho solo bisogno di divertirmi un po' questa sera, tutto qui. Non capisco cosa tu ci veda di strano."
Mentre parlava, con il cellulare tenuto tra l'orecchio e la spalla e gli abiti appesi sulle braccia, si diresse in bagno per la sua rilassante doccia, passando lungo il breve corridoio del suo appartamento.

Red cover; k.njDove le storie prendono vita. Scoprilo ora