Con l'autobus avrebbero impiegato meno tempo ad arrivare a destinazione, ma entrambi preferivano camminare quand'era possibile, anche se questa preferenza li aveva portati a passeggiare in silenzio per mezz'ora. Il silenzio non va sottovalutato, certe volte parla più forte delle parole.
I paesaggi durante il tragitto erano cambiati man mano. Avevano lasciato il complesso universitario, per poi seguire una strada di città fino ad arrivare in una zona più periferica, con un viale costeggiato da alberi maestosi.«Ehm, mi stai portando in mezzo al nulla per uccidermi senza che nessuno se ne accorga?» Chiese Namjoon, senza capire effettivamente dove si trovassero. A quelle parole Seul-Gi scoppiò a ridere, non avendo pensato a quanto equivoca potesse sembrare la situazione perché per lei era normale percorrere quelle strade.
Sul viso di Namjoon nacque un sorriso al sentire la ragazza ridere. Era la prima volta che accadeva. L'aveva fatta ridere e senza neanche provarci di proposito. Gli occhi della ragazza si erano stretti in un'espressione gaia da bambina, le sue labbra rosse si erano distese e Namjoon dovette ammettere che era davvero bellissima.
«Se proprio dovessi rovinarmi la vita per un omicidio, ucciderei qualcuno di più fastidioso.»
«Stai dicendo che non sono la persona più fastidiosa che conosci?» La punzecchiò, totalmente preso da quel momento che stavano condividendo.
La ragazza roteò gli occhi, spostando i capelli in modo che le coprissero parte del viso, per nascondere quell'ombra di sorriso che aleggiava sul suo volto e sembrava non voler sparire molto facilmente.
«Ti stai impegnando arduamente per diventarlo.»Dopo pochi minuti ancora, la ragazza rallentò il passo e così Namjoon capì che erano arrivati al posto. Continuava, però, a non capire. Sul margine destro della strada l'asfalto lasciava spazio ad una discesa d'erba potata. Vi giunsero e si sedettero comodi. Solo da quella prospettiva Namjoon poté notare di fronte a loro, un po' più in basso, un ruscello. Al di là del ruscello la distesa di prato continuava per un po' ed ospitava quello che sembrava essere un parco per bambini, con scivoli ed altalene.
Era confuso, ma allo stesso tempo anche meravigliato perché non aveva idea dell'esistenza di quel ruscello, di quel piccolo angolo di natura lontano dal grigiore della città.
Era l'ora del tramonto, per cui tutto era colorato di un caldo arancione. I raggi del Sole, mentre finivano il loro ciclo giornaliero, colpirono i due ragazzi, vestendoli di nuovi colori. Il viso di Namjoon sembrava essere oro sotto quella luce e gli occhi di Seul-Gi si tingevano del colore del caramello.
La ragazza tirò fuori dal suo zaino un quaderno dalla copertina molto consumata. Lo aprì e sfogliò diverse pagine, tutte scritte per intero, prima di trovare quella pulita. Sfilò dai capelli una penna, così le ciocche si liberarono sulle sue spalle, e prese un grosso respiro, osservando l'orizzonte. Namjoon si mise a guardare nella sua stessa direzione.
C'erano dei bambini, due donne ed una signora anziana seduta su una panchina, una rivista tra le mani.
Si sentivano le voci dei bambini giocare, ma erano troppo lontani per capire cosa stessero dicendo.
Seul-Gi li guardava, stringendo nella mano la penna, rischiando quasi di rompere la componente di plastica. L'attenzione di Namjoon ritornò su di lei, mentre si metteva in una posizione comoda, con la schiena leggermente inclinata all'indietro e le braccia a reggerlo. Da quella posizione non era neanche tanto evidente che la stesse guardando. Non c'era niente da fare, bisognava ammetterlo, quella ragazza era davvero bella. Da ogni prospettiva e con ogni espressione. Namjoon si chiese se avesse mai conosciuto una ragazza bella così. Scacciò presto via quei pensieri, immaginando che avrebbero potuto far sentire la ragazza a disagio e non aveva intenzione di infastidirla neanche se all'oscuro nella propria mente. Si riconcentrò sulla natura in cui erano immersi, sul suono rilassante dell'acqua del ruscello che scorreva e il fruscio del lieve vento che scuoteva le chiome degli alberi poco distanti. Prese a giocherellare con un filo d'erba, mentre Seul-Gi finalmente riuscì ad appoggiare la penna sulla carta e scrivere qualcosa, anche se non sembrava essere soddisfatta.
Infatti, dopo fin troppo tempo di silenzio, decise di chiudere il quaderno e riporlo di nuovo all'interno dello zaino, consapevole del fatto che non sarebbe riuscita a scrivere molto quel giorno, con Namjoon accanto a lei.
Il ragazzo si limitava a guardarla, perché non sapeva cosa dire e non sapeva se fosse il momento di dire qualcosa. Aveva capito che in quel momento Seul-Gi stava facendo qualcosa di importante, che il suo silenzio non era semplice asocialità, ma era concentrata. E forse anche la scelta del luogo non era del tutto casuale. Lo capì da come guardava con insistenza oltre quel ruscello, da come vi era arrivata spedita, dimostrando che non era la prima volta che si ritrovasse ad andare lì.
Se non si sbagliava, allora c'era da sentirsi fortunati, perché in quel momento carico di significato era presente anche lui e, se Seul-Gi lo aveva permesso, forse Namjoon non gli dava poi così tanto fastidio.
La ragazza non avrebbe voluto che lui capisse, credeva che non ci avrebbe fatto tanto caso, ma Namjoon era intelligente.
Intelligente è una parola che deriva dall'avverbio latino intus più il verbo legere che significa leggere, comprendere. Intelligenza è saper leggere dentro e Namjoon era davvero bravo in ciò. Non a caso anche le persone che non lo conoscevano bene riuscivano ad aprirsi con lui e parlargli di tutto, perché si sentivano capite da Namjoon.
Seul-Gi non lo aveva ancora capito, ma se c'era un motivo per cui non lo aveva ancora allontanato, era proprio per questa sua capacità di leggerti dentro senza aver bisogno di troppe parole, di chiasso e rumore. A Namjoon bastava starsene in silenzio, su un prato silenzioso, senza fare domande, per capire quanta importanza tutto ciò avesse per la ragazza.
Questo le diede molto da riflettere. Non chiunque si sarebbe limitato a fare compagnia senza chiedere che diavolo ci facessero lì. Però, aveva imparato con l'esperienza, che non ci si può basare solo sulle prime impressioni e che i due non si conoscevano per niente.
Seul-Gi aveva tutto ciò di cui necessitava: Taehyung. Per cui Namjoon era solo un qualcosa in più, al primo errore o fastidio non gli avrebbe più rivolto la parola e avrebbe continuato a vivere la sua vita in pace.

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Red cover; k.nj
Fanfiction"E come ultima cosa, non per importanza, non devi assolutamente innamorarti di me."