cinque.

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Il cielo aveva tenuto quel giorno e, per fortuna, non era piovuto. Di nuvole ce n'erano, ma erano rare e lontane, quindi non vi era da preoccuparsi per un eventuale temporale che avrebbe potuto rovinare tutto. Nonostante ciò, accanto ad ogni banco di libri, vi erano delle scatole di plastica contenenti dei tendoni impermeabili, pronti ad essere utilizzati in caso di pioggia.
Le conferenze, invece, erano tutte tenute nei piccoli palazzetti, al riparo dalle intemperie e seguendo un'organizzazione che permetteva di avere ad ognuna di esse il proprio spazio, con le cattedre, le varie poltroncine per gli ospiti e il pubblico e tutta l'attrezzatura necessaria per la parte acustica e visiva.
Jungkook, che aveva accompagnato con immenso piacere il suo amico alla fiera, aveva invitato anche Taehyung, pensando potesse essere un'idea carina per trascorrere del tempo insieme e conoscersi meglio. A sua volta, anche Taehyung aveva portato qualcuno con se, e si trattava di Seul-Gi, quella che apparentemente doveva essere una sua amica piuttosto intima.

"Sono un genio, Nam," esultò Jungkook, sfogliando le pagine di un libro che aveva casualmente scelto tra tutti gli altri dinanzi a sé. Aveva la copertina blu e il titolo scritto in bianco, un insieme di diversi generi narrativi.

"Saresti stato un genio se avessi pianificato tutto questo consciamente; ma devi ammettere che non avevi affatto immaginato che sarebbe venuta anche lei," puntualizzò Namjoon, scherzosamente.
Era sicuramente contento di vederla lì con loro, ma non era del tutto entusiasta come Jungkook, il quale stava ancora vivendo la propria scena da film da investigatore privato.

Gli altri due erano solo a pochi passi più lontano da loro, però ad un certo punto si avvicinarono, Taehyung con l'intento di chiedere se qualcuno andasse un caffè dato che si sarebbe a breve diretto in un caffetteria vicina per prenderne uno per se.

Senza lasciare il tempo a nessuno di loro di rispondere, Jungkook lo afferrò con il braccio gridando un non indispensabile "ti accompagno io!", con l'intento di lasciare il suo amico solo in compagnia di Seul-Gi.

Namjoon cercò di nascondere una risata divertita; pensò che forse l'amico avesse preso la questione troppo sul serio, o di avergli dato un'idea sbagliata, ovvero quella di avere una cotta per la ragazza. Ma non si trattava di questo, Namjoon ne era solo attratto dai suoi modi di fare e, forse proprio per la sua tendenza a non aprirsi molto, la trovava interessante e si era posto come obiettivo quello di conoscerla. Nulla di più, nulla di meno.

"Quel ragazzo ha qualche rotella fuori posto," mormorò la mora tra se e se, riferendosi proprio a Jungkook.
Quando notò Namjoon guardarla un po' troppo, con la coda dell'occhio, sospirò pesantemente e chiuse il libro che aveva tra le mani, appoggiandolo poi momentaneamente sugli altri.

"Si può sapere cosa vuoi, una foto?" Chiese piuttosto nervosamente.
Namjoon sospirò a sua volta, distogliendo lo sguardo, con un'espressione piuttosto piatta in viso. Di certo non era il tipo che si faceva parlare così da una ragazza o da qualsiasi persona in generale, quindi dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà per non risponderle male. Nel frattempo, sfogliava le pagine di un libro, non prestandovi davvero attenzione.
Quell'atteggiamento, non fece altro che infastidire ancora di più Seul-Gi, la quale, pur non volendo mai sentirlo parlare, in quel momento era irritata dal suo silenzio. Gli aveva fatto una domanda ed esigeva una risposta.

"La mia presenza ti mette a disagio in qualche modo?" Chiese tutto ad un tratto il ragazzo, continuando a non guardarla, con voce atona.
Seul-Gi restò senza parole per un breve istante, poi si ricompose in fretta, negando la sua domanda.
"No, certo che no."

"E allora perché mi tratti con sufficienza? Non credo di aver fatto qualcosa di sbagliato nei tuoi confronti, contando che ho solo cercato di rivolgerti la parola in un paio di occasioni."
Namjoon non lasciò trapelare alcun fastidio, né frustrazione, dalla sua voce. Il suo unico fine era capire perché.
Seul-Gi fu presa alla sprovvista da quella domanda, nonostante ammettesse che avrebbe dovuto aspettarsela, perché qualsiasi altra persona sana di mente avrebbe potuto chiederglielo. In più, c'era da tener conto della cordialità disinteressata che Namjoon le rivolgeva, nonostante lei non si stesse dimostrando particolarmente propensa al rapporto sociale, tantomeno con lui. Per questo motivo Seul-Gi si sentiva in difficoltà, voleva tenerlo alla larga da se, ma allo stesso momento non aveva alcuna valida ragione per allontanarlo, dal momento in cui Namjoon non era uno di quei tipici ragazzi che le si avvicinavano per provarci ed infastidirla. Lui non aveva secondi fini, o almeno così sembrava, e proprio questo suo essere troppo innocuo, ma allo stesso tempo disposto ad accettare i trattamenti più freddi pur di starle accanto, la preoccupava. Doveva fidarsi di un normalissimo ragazzo in cerca di un'amicizia? Una persona normale avrebbe risposto di sì. Ma lei era Seul-Gi e non era una persona normale quindi no, non si fidava.

"Ti tratterei più gentilmente se solo cercassi di non interagire con me." Ed effettivamente era vero; se le persone si fossero arrese facilmente quando lei le allontanava, allora non ci sarebbe stato bisogno di ricorrere alle cattive maniere. Ed era piuttosto stressante per la ragazza, dover stare sempre in guardia per non far affezionare nessuno a lei.

"Ho capito, non ti sono simpatico." Namjoon alzò finalmente lo sguardo su di lei e le rivolse un sorriso calmo, mentre Seul-Gi se ne restava in silenzio, non avendo davvero qualcosa da dire. "Mi dispiace di averti infastidito allora, spero potrai sopportarmi per ancora qualche ora, giusto perché obbligata dalla fiera."
Seul-Gi provò una morsa allo stomaco, qualcosa che non aveva mai sentito prima. Si trattava del senso di colpa. Più lei lo gelava con le proprie riposte, più lui era gentile e diavolo, sì, odiava tutto ciò. Pensava però, che dopo altri due o tre giorni, la storia sarebbe finita.

"Non è necessario, devo tornare a casa adesso. Puoi avvisare Taehyung al suo ritorno?" E senza ricevere una risposta, si dileguò come sempre faceva, dimenticando anche di prendere il libro che aveva intenzione di comprare.

Namjoon si rese conto solo in quel momento di essere stato forse troppo insistente ed invadente con una persona che non apprezzava la sua compagnia. Si ritrovò a riconsiderare la sua posizione. Per quanto gli piacessero le persone difficili da conquistare, e non solo nel senso romantico, non poteva irrompere nella loro vita e farsi piacere, ma semplicemente farsene una ragione se proprio non riusciva ad avvicinarsi. Infondo, se una cosa è destinata ad essere, succederà.
Decise però di comprarle almeno il libro che la ragazza aveva dimenticato di prendere, pensando che non necessariamente dovesse consegnarglielo di persona, ma che potesse usare Taehyung come tramite. Infondo era colpa sua se lei si era distratta e aveva dimenticato completamente l'oggetto.
Tralasciando Seul-Gi e la loro piccola e poco amichevole chiacchierata, quella giornata fu piacevole per Namjoon, il quale si sentiva bene e al suo agio sommerso da tutti quei libri. Anche Jungkook e Taehyung sembrarono apprezzare quell'evento, nonostante Taehyung era un po' preoccupato per l'improvvisa sparizione della sua amica.
I tre sembravano un gruppo di amici che si conoscevano da tempo, mentre camminavano tra le varie corsie; Namjoon suggeriva degli ottimi libri da leggere, Taehyung gli parlava delle proprie letture, anche se scarse a causa degli impegni universitari, mentre Jungkook si limitava a prendere parte ai discorsi dicendo la propria opinione e rendendo l'aria nel gruppo più allegra e leggera.
Namjoon era contento che Jungkook avesse conosciuto qualcuno come Taehyung. Era un ragazzo apposto e molto gentile, rispondeva sempre a modo agli anziani ed aveva aiutato una bambina alta poco meno di un metro a prendere un libro di fiabe da una bancarella troppo alta. E poi, per avere conquistato la fiducia e l'amicizia di Seul-Gi, voleva dire che aveva sicuramente una bella personalità ed un grande cuore.
A Namjoon piaceva così tanto studiare le persone, perché in quel modo trovava un tratto unico ed indistinguibile in ognuna di loro, le imparava ad apprezzare tutte ed anche il fallito più fallito della terra sarebbe riuscito a sentirsi bene con accanto un essere come lui.
Ciò che rendeva speciale quel ragazzo, era che neanche si rendeva conto di quanto facesse bene alle persone la sua presenza e di quanto genuino fosse, rendendolo perfetti agli occhi di tutti, da poi grandi ai più piccini.
Certo, con eccezione di qualcuno, qualcuno come una ragazza dalle labbra dello stesso colore delle ciliegie e i lunghi capelli corvini.

tra un po' inizieranno a svilupparsi cose ciao
lasciate un commento e fatemi sapere cosa ne pensate e quali sono le vostre ipotesi/ pensieri/ opinioni sui personaggi
vI vOgLiO bEnE

Red cover; k.njDove le storie prendono vita. Scoprilo ora