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Il ragazzo mi guardò e mi annui con la testa.

"Io Sono Einar"Disse soavemente a voce bassa indicando il suo nome scritto in bianco sulla divisa nera.
Quanto avrei voluto dirgli che già lo conoscevo.

"Io sono Irama,ma puoi chiamarmi Filippo."Gli sorrisi,e lui ricambiò.
Intanto lo guardai meglio:Aveva gli occhi blu e sinceri,era un po' più alto di me,la sua pelle era olivastra e non sembrava italiano osservando i suoi lineamenti,le sue mani erano grandi,il suo naso piccolino e la sua bocca abbastanza grande e rosea.Non lo conoscevo ma sembrava un ragazzo delicato,elegante,educato.

"Sono felice che tu sia in questa scuola."Continuò il ragazzo affianco a me mostrando un bellissimo sorriso.

"Grazie"Mi limitai a dire,visto che quella frase mi aveva spiazzato.

"Vieni con me ti presento gli altri"Sboccó lui facendo segno di seguirmi e accorgendomi che eravamo rimasti solo io e lui nello studio.

Ci incamminammo fino in sala relax senza parlare,io ero dietro di lui mentre lui mi dava le spalle,le sue spalle larghe.

Appena Einar entrò qualcuno gli saltò addosso e gli diede una pacca sulla spalla.

"Einar,cazzo semo grandi!"Urló.
Era un ragazzo di un biondo finto,tanto che lessi sulla sua divisa il nome Biondo,aveva gli occhi marroni e doveva essere un grande amico di Einar.

"Ah tu sei Irama,Bro sei grande!"Continuò facendomi una specie di complimenti e dandomi una spallata anche a me,facendomi sobbalzare dal gesto inaspettato e barcollare all'indietro.

"Lui è così,amichevole con tutti,parla anche con le mosche."Sottolineò Einar,sorridendo al ragazzo che aveva di fronte .

"E su Einar,almeno io c'ho il dono d'esse estroverso,mentre tu sei sempre timido."Disse scherzosamente e guardando l'amico divertito che abbassò la testa e fece un finto sorriso.

"Comunque Filippo viecce con me,te faccio conoscè er gli altri."Continuò prendendomi per un braccio e trascinandomi dagl'altri.

____

"Quindi tu sei qui dopo aver spezzato un contratto con la casa discografica?"Domandò la
ragazza di nome Nicole.

"Si"Risposi visibilmente imbarazzato.

"Dai su lo state a turturà"Attaccò Biondo prendendomi con lui e portandomi da Einar che era seduto sul tavolo ascoltando un Mp3.

Mi avvicinai a lui,quando si accorse della mia presenza e si levò un auricolare.
Prima che aprisse la bocca però presi a parlare io.

"Che ascolti?"Chiesi incuriosito vedendolo che era concentrato e canticchiava qualcosa.

"Le tasche piene di sassi"Si affrettò a dire guardando il suo Mp3 e porgendomi un auricolare e mettendomelo all'orecchio con un gesto fulmineo.

"Ecco,questa è la canzone che mi fa tanto paura e che non riesco a cantare"Si affrettò a dire guardandomi incerto.
Dalla sua voce potevo capire che fosse realmente preoccupato e che avesse paura di non dare abbastanza.

"Ma almeno le parole le sai,no?"Chiesi,sperando di non aver detto qualcosa di male.

"Beh si,ma ho paura di stonare,ho paura di non farla perf.."Ma fu bloccato da Biondo che levó un auricolare a Einar e a me.
Lo volevo maledire.
"Ah belli è ora di andarsene è sabato,ce ne andamo in albergo.Filippo tu sei in stanza con me e Einar,hai la 236,giusto?"Disse indicando le chiavi della stanza che avevo distrattamente lasciato sul tavolo prima della puntata a causa dell'ansia.

"Sì sono nella 236"Risposi soddisfatto,l'idea di stare anche con Einar non mi dispiaceva,anzi.

"Bene,bro  accompagna Filippo in albergo,io devo fare colpo su qualcuno"Disse il biondo facendo l'occhiolino all'amico indicando Emma,una ragazza americana molto bella.

"Ah comunque io so Simone"Continuò lui,ricordandosi si essersi presentato  a me solo con il suo nome d'arte e non con il suo vero nome.

"Seguimi,andiamo in albergo."Disse Einar prendendomi per un braccio.

Il tragitto dagli studi all'albergo fu breve.
Percorremmo le scale e arrivammo alla nostra stanza.

"Ecco qui la bellissima e fantastica stanza 236"Attaccò il ragazzo facendo un sorrisetto,segno che lì avessero fatto tanti casini e segno che si stesse ricordando qualcuno di quei tanti guai che avevano combinato.

"Allora quello vicino la finestra è il mio letto,quello vicino l'armadio è di Simone,non glielo rubare che ci tiene a dormire lì perché è il più grande,quindi tu puoi  dormire al lettino affianco al mio,poi se non ti va bene ci dormo io."Disse frettolosamente e gentilmente  passandosi una mano dietro la nuca e grattandosi i capelli.

"Tranquillo mi va bene il lettino piccolo"Ridacchiai e gli diedi una spallata in senso di amicizia.Volevo conoscere qualcosa in più su di lui.

"Filippo comunque gli armadi sono in comune,quindi sistema le tue cose e se vuoi puoi farti una doccia."Continuó indicandomi una porta bianca che doveva essere il bagno.

Lo ringraziai  con un segno della mano,mentre lui sembrava andare di fretta e uscii frettolosamente dalla porta.

Io sistemai le mie cose:
Aprii la valigia,dove avevo inserito la foto di nonna che poggiai sul mio letto pensando a un posto dove metterla,mentre gli altri vestiti li avevo riposti nell'apposito armadio e le scarpe che tanto mi piacevano le avevo messe si piedi del mio letto.

Poi decisi di farmi una doccia.
Aprii il bagno e mi spogliai,tolsi gli anelli,la divisa che la ripiegai con delicatezza sul comodino del bagno,mentre i miei boxer e i calzini li lanciai in aria e si sparsero per la stanza.

Aprii la tendina cautamente ed entrai in doccia.
Il getto d'acqua calda mi rilassava e mi faceva pensare a quel ragazzo che poco prima era qui con me.Volevo scoprire di più su di lui,volevo capire chi fosse,sembrava davvero un ragazzo delicato,qualcuno da proteggere,era gentile,educato aveva tanti pregi,ma volevo conoscere anche i suoi difetti.
Preso dai miei pensieri mi resi conto che ero stato troppo tempo in doccia a causa dei piedi e le mani indolenzite,così decisi di prendere un asciugamano e legarmelo in vita.
Uscii dalla doccia e dal bagno.
Presi un altro asciugamano bianco per asciugare meglio le goccioline che scorrevano ancora sul mio corpo.

Poi iniziai a vestirmi.
Misi una felpa bianca e dei pantaloni a skinny neri con le solite scarpe che avevo poggiato ai piedi del letto,quando mi accorsi di nuovo della foto che era poggiata lì,ovvero quella di mia nonna.

Il suo ricordo faceva male,non potevo credere davvero di non averla persa,così per distrarmi un po' decisi di andare in terrazzo a fumare una sigaretta.

Salii le scale ed arrivai,ma notai la porta socchiusa e Einar che cantava da solo,la canzone che tanto gli faceva paura.
Era seduto a terra guardando il tramonto,i suoi capelli erano illuminati da una luce di sole,aveva ancora la divisa addosso e cantava.
La sua voce era bellissima,quasi angelica e mi incantai a vederlo.

Quando doveva essersi accorto della mia presenza e si girò di scatto.
Mi guardò stranito.
Esitò prima di parlare.
"Mi stavi spiando?"

due metà||eiram||-completataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora