CAPITOLO 1

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Percy camminava davanti agli Dei, senza mai guardarsi indietro. Ade disse. "Sai dove andare?" Percy annuì. "L'oracolo ha detto di recarsi nel luogo dove l'ho incontrato la prima volta. Non è lontano, da qui. Grazie al taxi che abbiamo preso, abbiamo evitato la via più trafficata. E piena di mostri." Poseidone disse. "Cos'altro diceva quella profezia, figliolo?" Percy continuò a camminare per le strade trafficate di New York. "Figlio?" Il ragazzo sospirò e rispose. "Affronterai il Titano che ha tradito, dove ti ha donato il vaso ambito, se la guerra non si fermerà, il mondo finirà." Poseidone disse. "Stai bene?" "Certo. A quanto pare, dipende da me se il mondo finirà o meno. Però, niente pressioni." Zeus scosse la testa. "La profezia non indica proprio te, Perseus." "Perfetto. Spero riguardi qualcun altro, allora." "Perchè?" "Perchè sono stanco di perdere le persone a cui tengo." Poseidone gli mise la mano sulla spalla. "Siamo con te. Sia che tu riesca a convincerlo sia che tu non ci riesca. Se fallirai... beh, penseremo poi a come fermare la guerra." Percy lo guardò, provando a sorridere. "Grazie, papà." Ade lo corresse. "Anche io e Zeus. Dovresti ringraziare anche noi." Percy rise. "Grazie zii. Contento, Ade?" Ade annuì. "Molto."

Il ragazzo si sedette su una panchina. "Sei stanco, Perseus?" Chiese Zeus. Il ragazzo scosse la testa. "Questo è il luogo." Ade si guardò intorno. "Di lusso." "E abbastanza alto da poter osservare l'ambiente intorno. Da lì si vede il ponte di Brooklyn." "È importante?" Percy annuì. "Dovevamo tenere d'occhio l'avanzata di Crono." 

Dopo questa frase, una voce disse. "I nomi sono potenti, Perseus." Il ragazzo si girò. "Prometeo. È un.... piacere rivederla." Il titano sorrise. "Devo dire... nessun semidio aveva mai affrontato Crono, uscendone vittorioso. Hai la mia stima." Percy chinò la testa, in segno di riconoscimento. Zeus intervenne. "Prometeo." "Zeus, Ade e Poseidone. Questa è una compagnia insolita con cui girare, Perseus." Il ragazzo annuì. "Lo so." Poseidone disse. "Hai intenzione di fare una guerra, Prometeo." Prometeo annuì. "Perchè dovrei chinare la testa davanti a voi. Godo di alleati che voi potete solo sognare." Ade esclamò. "Sottovaluti i nostri semidei?" Prometeo rise. "L'unico semidio realmente pericoloso è Perseus. Dimmi, non sei stufo? Essere una pedina?" Percy sorrise. "Ma io non sono una pedina. Riesco a mandare a quel paese un dio, se voglio." Prometeo lo fissò. "E non sei arrabbiato? Non vuoi vendetta? Era ha giocato con la tua vita. Ares e Marte ti hanno spedito alla morte in Alaska. Bacco sapeva che saresti sceso nel Tartaro, e non ha detto niente. Atena ha voltato le spalle ad Annabeth. Apollo ha cercato di uccidere Leo." Poi guardò i tre dei. "Zeus e Ade hanno tentato di ucciderti molte volte. Tuo padre ti ha letteralmente abbandonato. Quanto ci hanno messo a dirti della tua profezia, a 16, Percy?" "Forse hai ragione. Era ha giocato con la mia vita, Ares mi ha spedito in Alaska, Bacco non mi ha detto del Tartaro, Zeus e Ade hanno provato ad uccidermi e mio padre non è stato presente nei miei primi 11 anni di vita. Si, è vero. Lo so. Non si tratta di chinare la testa davanti all'arroganza, alla superbia... non si tratta di inchinarsi e sottostare. Subire. Era ha scambiato me e Jason per cercare di salvare il mondo. Se Ares non mi avesse mandato in Alaska, non mi sarei fidato di Hazel e Frank abbastanza. Bacco poteva anche dirmelo, ma lasciamo perdere. Zeus e Ade hanno provato ad uccidermi, certo. Ma, una profezia diceva che avrei distrutto il mondo a 16 anni... avevano una scusa. Non dimentico che Zeus ha votato contro l'idea di uccidermi. Ha scelto di fidarsi di un semidio. Mio padre ha fatto ciò che un dio avrebbe fatto. Non si tratta di chinare la testa, Prometeo, ma di accettare i fatti motivandoli." "Mi ha maledetto! Solo per aver aiutato l'uomo a progredire! I tuoi antenati!" Percy scosse la testa. "Tu hai sfidato Zeus. Hai disobbedito ad un ordine. Comunque, Zeus è disposto a... perdonarti per quella... posso definirla bravata?" Prometeo sorrise. "Certo. Davvero, Zeus? Potrò tornare sull'Olimpo?" Zeus annuì. "Sì. Il tuo nome sarà riabilitato tra noi. In fondo, la tua azione ha permesso all'umanità di raggiungere il livello attuale." Prometeo sorrise. "Ma vedete, io non ho alcuna intenzione di fermare la guerra. Io ho intenzione di vincerla. Ho tutte le potenzialità. Anche con Perseus dalla vostra, io ho più potere di voi. Posso distruggervi velocemente. Poi, forse, sarò io a concedervi di rimanere sull'Olimpo. Non servirà nemmeno ringraziarmi." Perseus lo fissò. "E niente ti farà cambiare idea, immagino." Disse Ade. "No. Posso vincere e lo farò." Perseus si alzò. "Se la metti così, mi perdonerai se trovo inutile rimanere qui." "Certo. Sarai il benvoluto nel mio esercito. Posso darti il potere." "Ne ho già abbastanza, grazie del pensiero. Comunque... Anche crono Gea e Urano erano convinti di vincere." "E a loro cosa è andato storto?" "Noi. Beh... arrivederci, non voglio trattenerti dai tuoi progetti"

Angolo autrice
È finita la scuola!!!!
Al prossimo capitolo
By rowhiteblack

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