CAPITOLO 7

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Finalmente era cominciato il nuovo giorno, caratterizzato dall'arrivo dei semidei romani.
"Benvenuti, giovani eroi.  Spero che la permanenza qui sia di vostro gradimento." Reyna alzò le sopracciglia, guardando Percy. "A volte dubito delle tue capacità mentali."
Jason guardò Reyna. "A volte io non dubito."
Percy sbuffò, voltandosi verso gli dei. "Sanno essere fastidiosi, a volte. Non è colpa loro, lo so. Ma sono davvero dei rompipalle a volte."
Ade ridacchiò. "Lo abbiamo sentito, già."
Percy sbuffò, divertito.
Poi salì su una sedia.
"Okay, ascoltatemi un momento, gentilmente. Sapete tutti che Prometeo ha intenzione di muovere guerra contro l'Olimpo. Quello che dobbiamo fare è fermarlo. Niente di diverso dal solito, effettivamente. Allora, vi divideremo in gruppi, con i semidei greci e romani mischiati. Combattiamo contro un solo nemico, Prometeo, non ha senso essere divisi. Vi chiedo, gentilmente, di non ammazzarvi a vicenda. So che i semidei del Campo Giove sono già stati divisi da Reyna e Frank. Io e Jason abbiamo già diviso i semidei greci. Adesso, Nico passerà tra di voi per combinarvi. Fidatevi, sia greci sia romani. Grazie per l'attenzione."
Percy scese dalla sedia, mentre Nico passava tra i semidei.
"Perchè Nico?" Chiese Ade. Percy scrollò le spalle. "Perchè è uno dei pochi di cui si fidano entrambi i gruppi." "E chi sono questi semidei?" "Io, Jason e Nico." "Davvero?" Chiese Poseidone. Percy annuì. "Sì, ma sono tutti più o meno convinti che io sia più il rappresentante del campo Mezzosangue, mentre Jason quello del Campo Giove. Nico è quello meno parziale, dal punto di vista di entrambi. Non ha passato tanto tempo quanto me qui, o tanto tempo quanto Jason lì." "È l'ago della bussola." Dedusse Ade. Percy annuì. "Sì. Poi, mi fido di Nico. Meglio lui di altri." Ade sorrise alle parole di Percy.
Ad interrompere il gruppo pensò un biglietto apparso dal nulla.
Jason si avvicinò a Percy. "Cos'è?" "Un messaggio di Prometeo. C'è scritto cominciano i giochi." "Cosa intende, secondo te?" Percy disse. "Dobbiamo andare subito a New York. Ho un brutto presentimento."
Jason, sbarrando gli occhi, andò dagli altri, dicendo di prepararsi.
"Non si sono ancora allenati." Obiettò Zeus, indicando i semidei misti.
Percy passò lo sguardo sui suoi amici. "Dovranno allenarsi lì. Non c'è tempo, purtroppo. Prometeo è furbo, non vorrà ripetere gli stessi errori dei giganti e dei titani. Ne hanno fatti parecchi."
Talia, arrivata poco dopo, disse. "Come darci tempo di riprenderci." Percy annuì. "Sarà il nostro vantaggio. Siamo di più, potrebbe andare a nostro favore."
Talia sospirò. "Speriamo. Comunque, dobbiamo darci una mossa." Percy annuì, guardandosi in giro. "Hai ragione, Tals. Dobbiamo decisamente muoverci."

Ai furgoni, Leo raggiunse Percy, sorridente.
"Zio Leo ha un regalo per te, Perce!" Gli passò lo scudo.
Percy lo guardò: era interamente blu, con un tridente verde al centro.
"Bello! Grazie, Leo. Per un momento temevo mi avresti mandato in giro conciato come in un Pride." Leo sorrise. "Ci ho pensato, ma all'ultimo ho temuto per la mia vita. Qualche idea per fermare Prometeo?" Percy annuì. "Ovvio. Dunque... arrivare lì il più velocemente possibile, e poi improvvisare. Parecchio." Leo sorrise. "Mi sembra un'idea meravigliosa." "Anche a me. Dai sali insieme alla tua squadra, Leo. Ci vediamo lì." Leo annuì, correndo verso i suoi fratellastri.

Giunti a New York, il gruppo cominciò a girare per le strade della città.
La cosa che li sorprese fu la condizione dei mortali: erano tutti come congelati, immobili e circondati da delle nubi.
"Cosa... cosa è successo loro?" Hazel guardava i corpi sorpresa, vagamente terrorizzata.
Percy guardò Annabeth. Con un senso di dejavu, disse. "È cominciato. Ecco cosa intendeva con comincino i giochi."

Angolo autrice
Alla prossima, gente!
By rowhiteblack

Il ladro del fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora