Prometeo si allontanò dalla titanide. "Latona, non puoi davvero sostenere Zeus dopo quello che ha fatto." "Io non sostengo Zeus, Prometeo. Come ti può venire in mente una cosa del genere. Ha lasciato che Era maledicesse me e Delo, unica isola che ha accettato di lasciarmi partorire." "Vedi? Sei d'accordo con me, allora?" "No, Prometeo. Perchè tu sei il protettore dell'umanità, eppure... hai concordato con il Tartaro affinché Percy soffrisse. E lui appartiene all'umanità, Prometeo. Hai mancato ai tuoi doveri." "Ho lasciato una scelta al ragazzo, Latona. Lui ha preferito gli dei, e sai anche tu che sono infidi e manipolatori!" Latona scosse la testa, osservando Percy.
"Perseus onora la famiglia e combatte per il padre. Non bisogna contestarne le scelte, ma ammirarne il coraggio e la dedizione. Ma tu, Prometeo... devi essere punito per le tue azioni. Non hanno precedenti e non rimarranno prive di conseguenze. Non posso ammettere una cosa del genere." "E quindi?"
Latona fece un gesto con la mano, e Prometeo venne sbalzato in un portale. "Mi dispiace davvero, Prometeo."
Percy sorrise alla titanide. "Grazie, Latona."
La donna sorrise di rimando. "Sei molto coraggioso, Perseus. Gli dei sono fortunati ad avere te. A questo proposito."
La dea fece un gesto con la mano e fece apparire un arco con delle frecce. "L'arco è un'abilità che i miei figli conoscono molto bene. Se userai questo arco e queste frecce, non sbaglierai un colpo." "Non deve donarmi niente, Latona." "Mi hai fatto uscire da lì. Non c'è niente che non ti regalerei."
Latona si voltò verso i tre semidei. "Talia e Jason Grace e Nico di Angelo. Siete stati la causa per cui Percy è riuscito a superare il Tartaro." I tre sorrisero, guardando il cugino che era arrossito.
"Senza di lui noi non siamo nessuno." Latona sorrise alle parole di Nico. "Buffo. Perseus ha detto la stessa cosa di sé parlando di voi."
La titanide si allontanò. "Vado. Devo trovare i miei figli, Apollo e Artemide. Poi, insieme a Bob e Damaseno, troverò un posto da chiamare casa. Ti dirò dove siamo, Percy. Se mai, potrai venire a trovarci." Latona posò gentile una mano sul volto del ragazzo. Poseidone osservò la scena. Era quasi... materna.
Perseus sorrise. "Grazie davvero, Latona."
La dea svanì.
"Perce..." Nico parlò, dopo alcuni attimi nei quali regnò il silenzio.
"Ve lo avevo detto. Tutto ok." Jason inghiottì un paio di volte. Poi, si avvicinò al cugino, abbracciandolo stretto.
Talia e Nico lo imitarono, mentre Percy sorrideva ai tre dei.
Quando si separarono, Nico chiese. "Come stai, davvero?" "Bene, realmente. Sono qui, con la mia famiglia. Perchè non dovrei stare bene?"
I tre sorrisero alle parole di Percy, mentre Ade corrugò la fronte.
"Bob e Damaseno si sono occupati dei feriti. Stanno tutti bene. Ho mandato qualcuno ad avvertire tutti i semidei che Prometeo è stato sconfitto. Solo questione di tempo, e i suoi alleati si ritireranno. Senza un leader non hanno motivo di combattere." Zeus annuì. "Molto bene. Complimenti, Percy. Ti meriti il titolo di custode dell'Olimpo." "Custode? Non era paladino?" Jason sbuffò. "È la stessa cosa, idiota." "Beh, paladino è più bello da sentire. Custode sembra come un bidello. Non tanto bello." Zeus rise. "Va bene anche paladino."
Percy chinò il capo. "Grazie, zio. Anche per averci aiutato." "Non abbiamo fatto niente di che." Rispose Ade, mantenendo la sua espressione dubbiosa. "Già... beh, è perchè siamo noi a fare tutto il lavoro."
Tutti risero.
Poseidone chiese. "Ma chi è Bob?" Causando ulteriori risate in Perseus e Nico.
Talia scosse la testa. "Mi sei mancato, idiota."Angolo autrice
Ultimo capitolo, ma non disperate
By rowhiteblack
STAI LEGGENDO
Il ladro del fuoco
FanfictionSequel di "La vendetta del cielo". Non ci saranno grossi riferimenti, ma consiglio di leggere prima quella. Dopo Urano, i figli dei Tre Grandi credevano di poter finalmente rilassarsi. Mai deduzione fu più sbagliata. Quante volte un titano può abba...