CAPITOLO 6

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Zeus, Ade e Poseidone sorrisero a Percy.
"Come stai, Percy?" "Bene. Voi? Siete sempre qui." Commentò il ragazzo. Ade annuì. "Ci sentiamo responsabili. Cosa stai aspettando qui, comunque?" "Talia. Ha detto che voleva dirmi qualcosa."
"Ehi, Perce." "Parli del diavolo."
Percy abbracciò la cugina. "Dimmi, Talia. Cosa dovevi dirmi?" "Prometeo si è alleato a degli iperborei. Inoltre credo che abbia convinto Ceto e... non mi ricordo il nome dell'altro..." "Forco?" Talia annuì. "Forco, sì. Li ha convinti ad unirsi a lui. Insieme a qualche altro figlio di Gea. Anche qualche titano. Phoebe mi ha detto di aver visto Crio." Percy strinse la mascella. "Dovrebbe essere nel Tartaro." "Lo so." "Se è uscito lui, potrebbe essere uscito anche qualcun altro." Talia annuì. "Ho mandato qualche Cacciatrice in ricognizione. Artemide, però, è sicura che sia solo lui. Gli altri avrebbero cercato di comandare Prometeo, ritenendosi più competenti di lui. Più potenti."
Percy annuì. "Va bene. Grazie, Talia. Con Hylla?" "Abbiamo risolto. Pensi che punterà all'Olimpo?" "Ne sono sicuro. Te la ricordi, la sua metafora su Troia?" "Metterà un cavallo di legno nell'ascensore dell'Empire State Building? Sarebbe divertente." Percy sorrise. "Già. Sarebbe da riprendere. Comunque, dovremo chiedere l'aiuto di Eolo e i suoi figli. Jason è già andato, in realtà." Talia annuì. "Fammi sapere." Percy annuì. La ragazza, salutando con un cenno i tre dei, se ne andò.
Il semidio si voltò verso Zeus. "Voi lo sapreste se altri Titani o Giganti uscissero dal Tartaro?" Ade annuì. "Io lo saprei. A parte Crio, nessuno è uscito. Tanathos ha dei precisi ordini, da parte mia. Comunque, non si sono ancora riformati. E come se qualcuno glielo stesse impedendo. Strano, dubito che Tartaro si prenda questo disturbo. Magari verso i Titani, ma i Giganti sono suoi figli. Non so come spiegarlo."
Percy annuì. "Devo andare da Leo, aveva delle invenzioni per me. Forse dovreste andare da gli altri dei?" "Non abbiamo impegni." Poseidone guardò il figlio. "Okay, venite pure con me, allora."

Arrivati alla cabina di Efesto, Percy bussò. Leo apparve alla soglia.
"Evviva, stavo per mandare una squadra di ricerca per te, Percy! Perche sparisci sempre? Che problemi hai, di preciso? Jason ha ragione, sei davvero fastidioso, Percy." Percy annuì. "Lo so, ma anche tu non scherzi. Comunque, avevi detto che avevi dei regali per me."
Leo sorrise. "Zio Leo ha sempre dei regali per i semidei che si sono comportati bene! Dimmi, Percy, sei stato un bravo semidio in questi giorni?"
Percy si mise una mano sul mento. "Beh... non ho distrutto nessun edificio importante per la Nazione, non ho saltato nemmeno la scuola, ho salvato il mondo per la terza volta, ho sopportato Talia, Jason e Nico per un periodo di tempo superiore alle ventiquattro ore senza avvertire il desiderio di ucciderli... considerando tutto ciò, penso di essere stato un bravo semidio, sì." Leo sorrise. "Allora zio Leo ha dei regalini per te. Andiamo al bunker, su."
Uscì dalla cabina.
Solo in quel momento notò le tre divinità dietro Percy. "E voi?" "Non abbiamo niente da fare." Rispose Ade. "Ottimo. Però zio Leo non ha niente per voi, mi dispiace. Non ho preparato niente per quest'evenienza. Vabbè, prendete il tour come un promo."
"Uno scorcio di quella che è la vita di Leo Valdez. Detto zio Leo." "Esatto. Adesso andiamo, piccoli avventurieri. Mancano ancora alcuni metri alla nostra destinazione." "Sarà un viaggio lungo e impegnativo, ma a seguito delle nostre fatiche vedremo delle ricompense incredibili." "Sarà un viaggio produttivo, ai confini delle realtà, per indagare le nostre radici." "Non sarà facile, no, ma sarà piacevole vedere le nostre fatiche divenire possibilità."
I tre dei fissarono i due semidei. "Avete finito?" "Sì, siamo arrivati." Disse Leo, indicando il bunker.
Entrarono, e quello che videro ricordò alle divinità le fucine di Efesto.
"Benvenuti nel regno di Leo. Non toccate niente se tenete alle vostre dita." Leo si mise dietro un bancone.
"Allora, Percy. Ho saputo da Annabeth che avevi uno scudo. Allora, qui ho un modello creato apposta per te. Vedi? È flessibile e resistente. È persino elastico. Se lo lanci, ritorna indietro, alla Capitan America. Se ci tieni, posso disegnarci su una Stella." Percy annuì. "Sarebbe un bel pensiero." "Tieni, provalo."
Infilato il braccio nel sostegno adatto, Percy provò a girare il braccio. "È bilanciato e leggero. Mi piace. Altro?" "Ovvio. Allora, con le mie sfere, ho creato queste bellissime..." "palline?" "Sto per toglierti il saluto. E la vita. Comunque, ho costruito queste sfere, ognuna delle quali contiene un fenomeno. Allora, quelle blu possono diventare un maremoto o un uragano. Dipende da te. Quelle rosso, eruzione vulcanica. Quelle marroni, piccolo terremoto. Ti aiuteranno ad incanalare il potere. Hai ancora lo zaino che ho fatto per te?" Percy annuì. "Bene, puoi buttarlo, perchè ecco a te il modello successivo. A differenza del precedente, questo consente di recuperare facilmente il necessario. Pensalo e quello apparirà magicamente in cima alla pila." "Forte!"
Leo sorrise. "Ultima cosa, per ora. Allora, hai la tua spada, bellissima, ma... una protezione aggiuntiva farebbe comodo anche a te." "A me?" "Già, lo so, ti sorprende la cosa. Allora, ecco a te. Fodero perfetto, adattabile a tutte le lame. E... rullo di tamburi, per favore."
Percy cominciò a battere le mani su un tavolino.
"E pugnale perfetto. Lega formata da bronzo celeste e oro imperiale. Letale per tutti i mostri e per tutti i Titani. Ti sarà utile, per affrontare Prometeo." Percy annuì. "Mi farà sicuramente comodo. Grazie, zio Leo."
Leo sorrise. "Voglio una cosa in cambio. Lo sai, non faccio niente gratis." "Sentiamo." "Lo scudo te lo decoro io."
Percy sorrise, passandoglielo. "Vediamo cosa partorisce quella mente disadattata che ti ritrovi." "Non sfidarmi, Percy. Ti faccio diventare un sostenitore dei diritti LGBT." "Arcobaleno? Sarei davvero credibile, in quel modo." "Sarebbe divertente vederti combattere con uno scudo arcobaleno, lo ammetto. Grande idea!"
Leo si voltò, ignorando i quattro ospiti.
Percy fece un cenno agli dei. "Andiamo, Leo è nel suo mondo fatto di macchine e sospensioni."

Tornati vicino alle capanne, i quattro videro Jason andare loro incontro.
Guardò leggermente sorpreso gli dei. Poi disse a Percy. "Sono arrivati le amazzoni e i semidei del Campo Roma. Si sono anche sistemati." Percy sorrise. "Domani comunichiamo come ci dividiamo e alleniamo i semidei secondo le squadre. Almeno cominceranno a fidarsi un po' di più." Jason annuì. "Buona idea. E poi?" "Beh, è arrivato il momento di movimentare un po' questo scontro, no?" Jason scoppiò a ridere, annuendo. "Hai ragione. Speriamo solo che a Prometeo non piacciano il pane americano e le camicie pacchiane."
Percy, ridendo, passò un braccio intorno alle spalle di Jason. "Speriamo davvero."

Angolo autrice
Alla prossima, gente!
By rowhiteblack

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