CAPITOLO 16

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Talia stava sistemando la sua armatura, fissando i pettorali. Zeus entrò in quel momento.
"Talia. Avete organizzato una bella difesa." Talia annuì, con aria assente. "Cosa hai, figlia?" "Papà... Percy... sono passati quattro giorni da quel messaggio e lui non è ancora uscito. Io... non so se sia vivo o meno. Se sta arrivando o..." "Devi rimanere concentrata. Sei stata tu a dirmi che Percy mantiene sempre la parola data." "È così. Non l'ho mai visto mancare ad una promessa. Non promette se non è sicuro di poter rispettare la parola data." "E ha promesso che vi sareste visti presto." "Sì, ma..." "Non temere. Sarà presto qui con noi. Forse a festeggiare direttamente."

Talia, Jason e Nico erano saliti fin sul Monte Olimpo e, in quel momento, attendevano di essere ammessi al cospetto degli dei.
"Venite pure, non fermatevi." I tre entrarono, sorridendo ai tre dei.
"Che ci fate qui?" Chiese Ade, guardandoli stupefatto. "Voi siete sempre al campo e non dovete dare spiegazioni e noi invece sì?" Zeus sorrise al figlio, concordando con le sue parole. "Non ha tutti i torti, fratello." Talia prese la parola. "È Prometeo. Ha dato ad alcuni di noi degli avvertimenti. Lui e il Tartaro si erano alleati, padre. È stato lui a convincerlo a venire a prendere Percy." Poseidone strinse i denti. "Lui ha fatto cosa? La punizione, stavolta, non può essere così  banale, fratello. Ne voglio una esemplare, per lui." Zeus sospirò. "Ha ragione, Zeus. Percy non è solo il figlio di tuo fratello, ma da molti è considerato il paladino dell'Olimpo. Ci si aspetta che tu intervenga per aiutarlo." "Detto così, sembra che Percy sia solo un burattino nelle vostre mani." Ade scosse la testa. "Ovviamente non è così, Nico. Lo sai, non riteniamo Percy meno di quello che è. Solo, faccio notare le aspettative. Inoltre, è molto rispettato. Sarebbe scandaloso non dargli la giusta considerazione."
"Un burattino nelle mani di burattinai ingarbugliati nei fili."
I sei si girarono verso Prometeo. "Salve. Non pensavo di vedervi tutti qui, ma fortunatamente mi sbagliavo. Bella giornata, non trovate?"

Percy stava camminando, affiancato da Giapeto, Damaseno e Latona.
I due immortali si guardarono. Percy osservò le strade intorno all'Amore State Building. "Bob, Damaseno. Potete aiutare i feriti? Non... non devono morire." I due annuirono. "Era quello cui stavo pensando, Perseus." Disse Damaseno. Giapeto chiese. "Ma come facciamo a far capire loro che siamo con te? E non loro nemici?" Percy scosse la testa. Poi, vide Leo e Piper camminare lì.
"LEO! PIPER!" I due lo guardarono e sorrisero.
"PERCY! Cavolo, è meraviglioso vederti!" Leo abbracciò il ragazzo. Percy sorrise. "Scusa, ti ho rubato la parte del ragazzo misteriosamente sopravvissuto. Perdonami." "Non c'è problema, tranquillo. Aggiunge pepe alla storia." Piper osservò le tre divinità dietro Percy. "Sono due titani e un gigante! Percy!" "Tranquilli, sono con me. Sono Giapeto, o Bob, Damaseno e Latona. Volevo chiedervi un favore. Bob e Damaseno sono molto bravi nel curare. Possono aiutare i feriti, ma sono un Titano e un Gigante..." "Assicuriamo noi per loro, non preoccuparti." Piper annuì alle sue stesse parole. "Se tu ti fidi di loro, lo faranno tutti." Leo prese la parola. "Percy, i tuoi cugini sono sull'Empire. A parlare con gli dei." "Vedo di raggiungerli, allora. Latona...?" "Vengo con te. Sono in grado di aprire un portale per il Tartaro e devo punire Prometeo per la sua hybris." Leo sorrise. "Latona, lei è davvero forte."

Prometeo stava sorridendo. "Bella giornata, vero?"
"Hai proprio ragione, Prometeo. Quasi magica."
Tutti i presenti si voltarono, osservando l'ingresso di Percy nella sala del trono.
Il semidio sorrise ai cugini, prima di riportare lo sguardo su Prometeo. "Latona è arrabbiata con te." "E quindi? Sei Il Messaggero dei Titani, adesso? È questo il patto che hai fatto con il Tartaro? Come mai ti ha lasciato andare?" "Sai, sono così fastidioso che mi ha letteralmente cacciato. Non capisco proprio perchè mai. Sono così di buona compagnia. Vabbè."
Prometeo sollevò la mano. "Allora combatti, figlio di Poseidone. Hai rifiutato di unirti a me, adesso ne pagherai tutte le conseguenze."
Percy sorrise, spostandosi lievemente. "Vedi, io lo farei. Ma... c'è un piccolo problema. Latona e Giapeto, sai, stavano parlando di giustizia titanica, cose del genere. Non posso mica intromettermi."
Prometeo scosse la testa. "Quei due sono nel Tartaro. E non  ritorneranno che tra molto tempo."
"Prometeo."
Una voce femminile fece bloccare il titano. Si voltò e vide una bellissima donna bionda, vestita con una tunica bianca. I suoi occhi argentei osservavano il titano. "Dobbiamo parlare." "Latona."

Angolo autrice
Alla prossima!
By rowhiteblack

Il ladro del fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora