DON'T GET ME WRONG, I'M JUST A FRIEND (T-BAG)

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Le vecchie abitudini sono dure da cambiare.

A Fox River, almeno una volta a settimana, arrivano sempre le matricole e nella maggior parte dei casi sono composte da ragazzini che hanno commesso la più grande cazzata della loro vita, come ad esempio un furto.

Si riconoscono subito quando siamo tutti in cortine: hanno diciotto, al massimo vent'anni e si guardano attorno con occhi spaventati, timorosi di noi detenuti più grandi.

In casi come questo se una matricola è davvero furba ed intelligente accetta la protezione di uno di noi, se invece è stupida rifiuta, ma a questo punto la sua vita all'interno del carcere diventa un vero e proprio inferno.

Tra gli ultimi arrivati c'è un ragazzo di nome David Apolskis, soprannominato Tweener: ha un bel viso, ma un carattere terribilmente arrogante e proprio per questo motivo non riesce ad inserirsi in uno dei tanti gruppi od a crearne uno nuovo.

L'osservo in silenzio per qualche giorno e poi, quando si siede sulla mia tribuna, decido di raggiungerlo e di farmi finalmente avanti, offrendogli la mia protezione.

Fino a poco tempo fa c'era un altro ragazzino a mio fianco, ma tutto è finito il giorno in cui si è avvolto un lembo di lenzuolo attorno al collo e si è impiccato davanti a tutti; Scofield è ancora furioso con me per questo, perché pensa che la colpa è mia, che l'ho spinto io ad un gesto così estremo, ma la verità è che non me ne importa nulla.

Per un ragazzino che si suicida ce ne sono altri dieci che arrivano a Fox River.

"I bianchi non ti vogliono... I neri non ti vogliono... La vita in un carcere è dura se non hai un amico a tuo fianco" inizio, poi gli appoggio una mano sul ginocchio destro, risalendo lentamente verso la coscia "se vuoi posso aiutarti io...".

A questo punto lui scatta, allontana la mia mano e si alza dalla tribuna.

"Stai lontano da me" mi urla contro, indietreggiando di qualche passo.

"No, no, no... Hai frainteso tutta la situazione. Tu hai bisogno di un amico qui dentro ed io sono pronto ad offrirti la mia protezione. Stai calmo"

"No, stai lontano da me!" mi urla ancora una volta, facendo girare diversi detenuti "sei solo uno schifoso finocchio pervertito! Se provi a toccarmi ancora una volta ti uccido".

La sua espressione sicura vacilla nello stesso istante in cui pronuncia le ultime parole, perché solo adesso ha capito di essersi messo contro la persona sbagliata.

"Ho solo paura che sarai costretto a farlo" gli sussurro con gli occhi socchiusi, alzandomi a mia volta dalla tribuna; Tweener si allontana in direzione dell'uscita del cortile, perché la nostra ora all'aperto è terminata, ma io lo seguo, raggiungendolo dopo qualche istante "davvero vuoi uccidermi? Avanti. Provaci. Fatti avanti, puttanella, vediamo quello che sai fare. Sto aspettando"

"T-Bag, lascialo stare".

L'intervento di Scofield permette allo stronzetto di tornare al sicuro nella sua cella, ma la questione è solo rimandata ad un altro momento.

"Michael, non sei nella posizione di intrometterti nei miei affari, ricordi? Se lo fai ancora una volta racconto a Bellick quello che ho visto nella tua cella" gli rispondo a denti stretti; sorrido davanti al suo silenzio e poi mi allontano, rientrando nella mia.

Nei successivi cinque giorni faccio qualunque cosa per rendere la vita di Tweener un vero e proprio inferno.

Ogni volta che lo vedo lo spingo violentemente a terra o gli sussurro delle battutine all'orecchio o gli do qualche pacca sul fondoschiena.

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