UTAH (NICOLE)

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Ci sono tante domande che voglio fare a Teddy, ma attendo pazientemente il suo risveglio e gli rivolgo le prime parole solo quando mi raggiunge nei sedili anteriori, prendendo posto in quello affianco al mio.

Lancio una rapida occhiata alla sua mano sinistra e quello che vedo è preoccupante.

"Lo sai che quel pezzo di carne non potrà rimanere attaccato per sempre al tuo braccio, vero? Se fa infezione saremo costretti ad andare in un ospedale..."

"Sto bene, Nicole, ho solo bisogno di qualche antidolorifico".

Non è la verità, si capisce dal suo volto perennemente pallido e sudato, dice questo solo perché non vuole farmi preoccupare; preferisco non insistere e sposto l'attenzione su un altro argomento su cui ho riflettuto mentre dormiva.

"Come facevi a sapere il mio indirizzo?"

"Oh, semplice!" esclama lui, con il suo solito ghigno "nel cortile di Fox River c'erano delle cabine telefoniche che noi detenuti potevamo utilizzare per chiamare le nostre famiglie o i nostri amici. Ho chiesto a mio cugino James che ti seguisse, in modo da scoprire il posto in cui abitavi. Lui l'ha fatto e mi ha riferito ogni cosa"

"E... Per quale motivo gli hai chiesto di farlo?" domando dopo un attimo di esitazione, sconvolta da questa scoperta inaspettata: durante i due mesi che ho trascorso a Fox River non ho mai sospettato, neppure per un secondo, di essere seguita e controllata a distanza.

"Perché volevo conoscerti meglio"

"Avresti potuto chiedermelo"

"Ohh, davvero? E tu avresti confidato il tuo indirizzo ad un detenuto condannato a due ergastoli?" mi chiede, con una bassa risata; lo guardo nuovamente per qualche istante e poi torno a concentrarmi sulla strada.

"Dove siamo diretti? Hai già pensato ad una meta?"

"Utah"

"Utah? Che cosa c'è di particolare nello Utah?"

"Il nostro lasciapassare per garantirci una nuova vita in un posto lontano, nuove identità, una nuova casa e nessun problema economico"

"Cioè?" corruccio le sopracciglia, confusa "potresti fornirmi più dettagli?".

T-Bag spegne la radio ed inizia il suo racconto.

"Nella nostra squadra c'era il detenuto più anziano di Fox River: Charles Westmoreland. Lo hanno arrestato con l'accusa di omicidio, ma circolavano voci che prima avesse compiuto una rapina milionaria e che si fosse lanciato da un aereo in volo dopo averlo dirottato. Nessuno ha mai saputo se quei soldi esistessero davvero e dove li avesse seppelliti, l'unica cosa certa era la cifra: un milione di dollari"

"Vuoi andare alla ricerca di un bottino dalla dubbia esistenza?"

"Aspetta... Il giorno dell'evasione Westmoreland è stato ferito da Bellick. Non è riuscito ad evadere insieme a noi perché le sue condizioni erano troppo gravi, ma prima di esalare il suo ultimo respiro ha detto a Michael che il bottino di quella rapina è nascosto in un ranch nello Utah. E non si tratta di un milione, ma di cinque milioni di dollari. Capisci, Nicole? Cinque milioni di dollari".

Provo a deglutire, ma ho la gola improvvisamente secca: cinque milioni di dollari è una cifra da capogiro, perfetta per chi vuole ricominciare una nuova vita, anche se sembra uscita da un film.

"Cinque...Cinque..."

"Si, esatto"

"Sei sicuro che non si tratta di una bugia?"

"Perché il vecchio Charles avrebbe dovuto raccontare una bugia? Che cosa ci avrebbe guadagnato? Io sono convinto che quei soldi esistano ed aspettano solo di essere trovati da qualcuno. L'unico, vero, problema è che una parte della squadra ha sentito il discorso e quindi dobbiamo raggiungere quel ranch il prima possibile, perché c'è la concreta possibilità di trovare una buca vuota. Prova a pensarci, Nicole, è una destinazione perfetta. Quando un detenuto evade di prigione che cosa fa? Cerca di scappare in Messico per essere al sicuro. Tutti saranno convinti che quella è la nostra meta"

"E invece noi siamo diretti da tutt'altra parte" mormoro con un mezzo sorriso "è un'idea perfetta. Dobbiamo solo augurarci di essere i primi ad arrivare e di avere abbastanza soldi per il viaggio".



Dopo due ore sono costretta a fermare la macchina nel parcheggio di un motel.

Non sono abituata a guidare di notte e gli occhi mi bruciano a causa della stanchezza; Teddy non protesta, ed insieme affittiamo una stanza fino al giorno seguente.

È piccola, ha un aspetto trascurato ed il bagno assomiglia ad uno sgabuzzino, ma non siamo nelle condizioni migliori per lamentarci o arricciare il naso.

"Non ti preoccupare, quando avremo quei cinque milioni nelle nostre mani tutto questo sarà solo un brutto ricordo" commenta T-Bag, lasciandosi cadere sul materasso: le molle cigolano per qualche istante e l'intero letto trema "credo che questo sia un pessimo posto per fare cose sconce"

"Resteremo qui appena qualche ora. Credimi, ho visto posti peggiori" rispondo, spegnendo la luce.

M'infilo sotto le coperte senza cambiarmi o togliermi i pantaloni perché, anche se attorno a me regna l'oscurità più totale, il solo pensiero di sdraiarmi più nuda che vestita affianco a Teddy mi fa arrossire violentemente.

Nella camera da letto cala il silenzio e proprio quando penso che lui si sia addormentato, la sua voce strascicata giunge di nuovo alle mie orecchie.

"Non mi hai ancora raccontato dell'appuntamento"

"Appuntamento?"

"Quello che hai avuto con il secondino"

"Ohh, in realtà non è stato un vero appuntamento perché abbiamo ricevuto la notizia dell'evasione e ce ne siamo andati dal ristorante poco dopo il nostro arrivo"

"Dove ti ha portata?" domanda ancora, ed io sorrido perché mi sembra di sentire una punta d'irritazione nella sua voce: gelosia, forse?

"In un bellissimo ristorante in centro. Molto lussuoso"

"Ahh, tipico dei ragazzini di vent'anni"

"Che vuoi dire?" domando; un debole fascio di luce entra dalla finestra e riesco a distinguere il profilo del suo viso.

"I ragazzi di quell'età hanno la tendenza a portare le loro coetanee in posti simili per conquistarle nel modo più semplice e veloce: un ristorante lussuoso, candele accese, un'orchestra che suona, coppe di champagne... Ohh, molto eccitante. Una ragazzina ci casca subito, ma si tratta solo di una facciata. Il tuo spasimante ha voluto utilizzare questa tecnica perché non ha personalità. Un uomo, invece, non ha bisogno di simili escamotage per conquistare. Lo fa semplicemente utilizzando uno dei poteri più antichi del mondo"

"E quale sarebbe?" sussurro, completamente rapita dal suo discorso.

"Il potere delle parole" mormora T-Bag.

Sento la sua mano destra sulla mia nuca e le sue labbra posarsi sulle mie; ricambio il bacio, ma quando diventa più profondo lo allontano da me bruscamente perché sento l'aria mancarmi, proprio come all'inizio di un attacco di panico.

"Scusami... Io... Non volevo..." mi mordo il labbro inferiore mentre penso a qualcosa di convincente; nella maggior parte dei casi è sempre meglio raccontare una piccola bugia piuttosto che una cruda verità "sei ancora debole, non credo che questa sia una buona idea, Teddy... Ci aspetta un lungo viaggio..."

"D'accordo" si limita a rispondere lui, nella sua voce non c'è né rabbia né irritazione "vieni qui. Dai".

Mi accoccolo contro il suo petto e dopo qualche istante sento le sue dita che mi accarezzano i capelli con gesti lenti, dolci.

Quando si comporta in questo modo faccio sempre fatica ad identificarlo come il mostro che tutti gli altri vedono.

Like A Prayer; Prison Break (✔️) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora