A tutti, prima o poi, capita di fare i conti con un risveglio da dimenticare.
A quindici anni io e mio cugino James abbiamo fumato il nostro primo pacchetto di sigarette, seguito dalla nostra prima bottiglia di liquore: il giorno seguente ci siamo svegliati con la febbre alta e per un'intera settimana non siamo mai usciti dalla nostra camera da letto.
Questa volta, però, è quasi insopportabile aprire gli occhi e sbattere più volte le palpebre.
Ho il corpo completamente indolenzito ed il braccio sinistro continua a pulsare dolorosamente, aumentando d'intensità ogni volta che provo a muovermi, anche solo di pochi centimetri.
Dopo diversi tentativi riesco a sedermi sul bordo del letto per poi alzarmi, evitando accuratamente di guardare il mio arto martoriato: so che mi ritroverei a vomitare ancora una volta e voglio evitarlo.
Esco dalla stanza, percorro un piccolo corridoio ed entro in quello che sembra essere un salottino curato in modo quasi maniacale.
"Nicole? Nicole, dove sei?" domando più volte, ma come unica risposta ottengo solo l'eco della mia stessa voce.
Nicole non è in casa, probabilmente è uscita a comprare qualcosa da mangiare o qualche medicina, e così torno nel corridoio e cerco il bagno.
Quando lo trovo chiudo la porta alle mie spalle, giro più volte la chiave ed accendo il getto d'acqua della doccia; mi spoglio completamente dei vestiti sporchi di sangue, terriccio e vomito e li ammucchio sulle piastrelle del pavimento prima di entrare nello stretto abitacolo.
Chiudo gli occhi e sospiro, godendomi appieno il tocco benefico dell'acqua calda; finalmente trovo il coraggio di abbassare lo sguardo sul mio braccio sinistro e noto subito che è peggiorato dalla sera precedente: la pelle della mano non è più rosa, ma quasi del tutto viola, in alcuni punti perfino gialla.
Non riesco a muoverla perché Nicole non ha riparato le diverse terminazioni nervose.
Ho un pezzo di carne che sta andando rapidamente in decomposizione attaccato al mio braccio sinistro.
Distolgo lo sguardo e deglutisco più volte per scacciare la nausea.
Sono vivo e questa è la cosa più importante.
Quando esco dalla doccia mi avvolgo attorno ai fianchi un asciugamano pulito ed inizio a frugare all'interno di alcuni mobiletti.
Mi fermo solo quando riesco a trovare una confezione di acqua ossigenata: svito il tappo a fatica e poi verso l'intero contenuto sui miei capelli prima di risciacquarli con una dose abbondante di acqua fredda.
Esco dal bagno, mi dirigo in cucina e per la prima volta sento dei forti crampi allo stomaco.
Prendo una tazza di ceramica, una scatola di cereali per la prima colazione ed una bottiglia di latte dal frigo: riempio la tazza con i cereali ed il latte e poi mi siedo sul divano in salotto; cerco il telecomando e quando lo trovo accendo la TV.
Non appena appare un'edizione speciale di un notiziario inizio a consumare il mio pasto, seguendo con attenzione le ultime novità su di me e gli altri della squadra, ormai ribattezzati 'Gli Otto di Fox River'.
Qualche minuto più tardi la porta d'ingresso si apre, ed appare Nicole con in mano due buste marroni; si blocca in mezzo alla stanza e mi guarda confusa.
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Like A Prayer; Prison Break (✔️)
Fanfic"L'uomo che voleva divertirsi con me giace a terra con un profondo taglio alla gola. In piedi, davanti al suo corpo, c'è un altro detenuto che stringe nella mano destra un punteruolo affilato: ha il fiato ansante e la maglietta bianca che indossa è...