ROAD OF NO RETURN (NICOLE)

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Qualche giorno dopo la rivolta, Bellick compare sulla soglia del mio Studio, ed esattamente come è accaduto la prima volta le sue intenzioni non sono amichevoli.

"Dottoressa Baker, a quanto pare ha deciso di non seguire il mio consiglio, perché le visite di T-Bag in infermeria non sono diminuite. Anzi, se possibile sono aumentate. Mi domando che cosa facciate voi due dentro queste quattro mura con la porta chiusa..."

"Assolutamente nulla. Io mi limito a guarire le sue ferite, Capitano"

"Sta parlando di ferite fisiche o delle ferite del cuore, dottoressa?" tenta di provocarmi ancora una volta; non sono intenzionata a cadere nella sua trappola e così, in tono cortese, gli dico di andarsene perché ho molto lavoro arretrato, ma lui non demorde e torna alla carica chiedendomi se mi sono informata con cura sul perché T-Bag è rinchiuso a vita a Fox River.

"Si, ho letto ogni singola cosa"

"E nonostante questo lei continua a parlare tranquillamente con un mostro simile?" domanda, stupefatto.

"Il direttore Pope ha detto che tutti meritano una seconda possibilità"

"E secondo lei la merita anche un deviato, bastardo, assassino, pedofilo?"

"Io non ho la facoltà di giudicare quello che Theodore Bagwell ha fatto, Capitano Bellick. Ed adesso le chiedo cortesemente di uscire dal mio ufficio, altrimenti sarò costretta a chiamare il direttore" rispondo a denti stretti, stringendo le mani a pugno; questa volta sembra recepire il messaggio perché si avvicina alla porta, ma prima di andarsene mi guarda negli occhi per rivolgermi quella che sembra essere sia una minaccia che un avvertimento.

"Lei è libera di fare quello che vuole, dottoressa Baker, ma ha appena imboccato una strada senza ritorno ed io la controllerò personalmente per tutto il tempo che rimarrà a Fox River".



Quando T-Bag viene scortato nel mio Studio non ha uno dei soliti tagli sulle braccia o sul viso, ma bensì il ginocchio sinistro gonfio a causa di un piccolo incidente che ha avuto nella stanza delle guardie, come mi spiega lui stesso.

Gli applico una bustina di ghiaccio sul ginocchio e poi mi siedo a suo fianco; scoppio improvvisamente in lacrime, sfogando tutta la tensione accumulata giorno dopo giorno e mi stringo al suo petto, cercando conforto.

Lui in un primo momento è sorpreso, ma poi ricambia passandomi il braccio destro attorno ai fianchi, lasciandomi bagnare di lacrime la sua maglietta; resta in silenzio fino a quando riesco a calmarmi e solo allora mi posa la mano destra sotto il mento, sollevandomi il viso.

"Che cosa succede, Nicole?"

"Io non... Io non ce la faccio più" confesso, ricominciando a singhiozzare "questa mattina Bellick è entrato di nuovo qui e... E mi ha fatto capire che è a conoscenza delle nostre continue chiacchierate, ha detto che sa che non si tratta di un semplice rapporto tra dottoressa e paziente. E che fino a quando resterò a Fox River mi controllerà sempre"

"Non ascoltare quel lurido porco" sussurra, accarezzandomi una ciocca di capelli "c'è qui il tuo Teddy e nessuno ti farà male, soprattutto Bellick. E poi, in realtà, tra noi due non c'è mai stato nulla di... Fraintendibile, giusto?"

"Giusto".

Tra noi due cala il silenzio più totale; Teddy avvicina lentamente il suo viso al mio, ma la porta si apre poco prima che le nostre labbra possano incontrarsi e così sono costretta a scendere rapidamente dal lettino.

"Nicole..." dice Karla, con gli occhi spalancati, ed io capisco che ha visto ogni cosa.

"Karla, puoi dire alle guardie di accompagnare il signor Bagwell nella sua cella?" le chiedo, prima che possa dire qualunque altra cosa; in questo modo riesco ad evitare l'argomento fino alla fine del nostro turno, perché siamo entrambe troppo impegnate per chiacchierare.

"Puoi spiegarmi quello che stava per accadere in infermeria?" mi domanda quando, ormai, abbiamo varcato il cancello di Fox River.

"Perché? Che cosa stava per accadere?"

"Tu e T-Bag stavate per..."

"Si, lo so" la interrompo all'improvviso, posizionandomi davanti a lei "lo so quello che stava per accadere, ma ti prego di non dirlo a nessuno. Nessuno lo deve sapere. Ti prego, Karla, se la nostra amicizia vale qualcosa per te".

La supplico con lo sguardo e lei resta in silenzio, ma prima di allontanarsi mi lancia un'occhiata in cui leggo le stesse parole che Bellick mi ha detto.

Sto davvero percorrendo una strada senza ritorno.

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