Capitolo 16

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Pov Carmen

Stavo salendo finalmente sull'ambulanza quando un suono lineare mi stordì le orecchie,ormai avevo il dopo sbornia.

Girai la mi testa verso la provenienza di quel suono su uno schermo vedevo una linea dritta non capivo costerà così chiese all'infermiera cosa significava.

E da lì iniziò il caos.

Arrivano subito all'ospedale e mi dissero di andate in sala d'attesa.

Ormai erano passate ore i dottori facevano avanti e indietro.

Vidi le porte d'entrata aprirsi erano Lauren e Einar.

Corsi verso di loro, mi buttai tra le braccia si Einar e iniziai a piangere avevo paura troppa.

I dottori in quel momento uscirono dalla sala operatoria,mi guardarono e si avvicinarono a noi.

X: Voi siete amici o la ragazza del signorino Fanti.

Annuiamo tutti.

X: Bene vi volevamo che l'operazione è finita bene ha avuto problemi al cuore ma ho non c'è da preoccuparsi solamente che cadendo a terra ha sbattuto la testa e perderà sicuramente la memoria, non si ricorderà mai più ciò che è successo in passato.
Forse qualcosina si,qualche persona ma non tutto.

Io rimasi scioccata non sapevo cosa dire.

C: Posso vederlo ?
X: Uno alla volta ma vi consiglio di lasciarlo riposare.

Andai verso la porta, non me ne fregava di Einar e Lauren in questo momento.

Quindi con le lacrime hai occhi entrai dentro era così bianco,collegato a quei macchinari e iniziai a pingere di più.

Mi sedetti accanto a lui,gli presi la mano, e aprì i miei sentimenti.

C: Ci sono notti in cui non dormo e aspetto che la mattina arrivi.
Provo e riprovo a chiudere gli occhi, a spegnere i pensieri, ma poi mi ritrovo quasi ad avere paura di lasciarmi andare. Arrivo a dire che a volte è meglio non dormire. A volte è meglio rimanere a pensare, perché il malumore te lo fai passare. Ma quando ciò che ti manca fa incursione nella parte più intima di te, non lo puoi controllare. Dentro di me c'è un'insoddisfazione perenne che mi accompagna da sempre. È come una sensazione di non detto o di non fatto, è come quando fai un viaggio bellissimo e al momento del ritorno semplicemente vorresti non essere tornato. Allora per qualche giorno, finché non ti abitui, hai una specie di vuoto dentro. Ogni posto che vedi non lo vorresti vedere e tutta la gente che incontri non la vorresti incontrare. E ti sembra di impazzire. Io questa specie di vuoto ce l'ho addosso di continuo. Sembra che niente sia abbastanza, che questa non sia la mia vita ma un film muto che guardo da fuori, e da fuori io posso dire che forse nessuno mi conosce davvero. Perché nessuno conosce le mie riflessioni notturne, tutti i sorrisi che ho acceso e spento in un momento, tutte le volte che volevo parlare e sono rimasta zitta. Qualcuno un giorno mi ha detto che ognuno di noi è esattamente quello che dice in mezzo a un sacco di gente che parla e sa di non essere ascoltato. Si tratta delle parole che vorremmo dire ma che non siamo certi di far uscire, forse perché pensiamo che non sappiano volare. Forse vorrei solo qualcuno che dentro a un mare di gente potesse sentire me, che potesse sentire le parole che ho da dire anche se poi non le capisce. Farci caso, sentirle tra tante. Dentro di me c'è un'insoddisfazione perenne che non mi lascia mai sola. Ma quando penso a te, giuro, ecco che allora si spegne.
TI AMO.

Irarmen - Carmen Ferreri & Irama Plume Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora