Capitolo 13.

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Jacob's POV.

Ho marchiato la mia piccolina.. ancora non ci credo.

Riesco a percepire tutte le sue emozioni, riesco a sentire tutti i suoi pensieri, e cosa più importante.. è mia.

Più la sguardo dormire avvinghiata a me, e più il mio cuore batte.

Che cosa ho fatto di buono nella vita per meritarmi questa lupacchiotta?

"Potrei chiedermi la stessa cosa."-risponde Lucy.

Mi avvicino a lei e le dò un bacio sulla fronte.

"Eri nella mia testa?"-le domando ghignando, e lei annuisce.

"Sono interessanti i miei pensieri?"-le domando e lei diventa tutta rossa, sicuramente per i miei pensieri poco casti su di lei.

Scuoto la testa e l'appoggio sul suo petto.

Oh Dea Luna.

Sento il suo cuore battere forte, vedo il suo petto sollevarsi velocemente.. questa donna, sarà la mia rovina.

"Jacob, possiamo dormire?"-mi domanda, sbadigliando.

"Certo."-le rispondo e dopo esserci accucciati, ci addormentiamo.

VFC.

Il giorno dopo, la piccola lupa si svegliò da sola.

"Jacob? Dove sei?"

"Nel mio studio."

Lucy, si fece una doccia veloce e si mise una maglia lunga di Jacob.

Sì osservò allo specchio e sorrise.

"Non uscire dalla stanza vestita così!"

Il tono di Jacob non ammetteva repliche, la sua gelosia aumentava giorno dopo giorno.

Perforza, la bellezza di Lucy era rara.

Cosa poteva fare Lucy?

Con la sua mente, si sforzò di contattare Aida.

Poco dopo, la sua amica, fece la sua comparsa.

"Tesoro, tutto ok?"-le domanda Aida.

"Jacob, non mi fa uscire vestita così."-le risponde solamente.

"Ho capito, torno subito!"-l'avverte Aida, per poi tornare poco dopo con un paio di pantaloncini.

"Dovrebbero andarti."-dice Aida e Lucy la guarda curiosa.

"Cosa c'è?"-le domanda Aida, confusa.

"Cosa sono?"-le domanda Lucy, rossa in viso.

Aida, la guardò scioccata e poi si mise a ridere.

Ma non era una risata cattiva, era una risata ricca di comprensione e dispiacere.

In quel momento nella mente di Aida, comparvero immagini di una piccola lupa bianca con gli occhi rossi, raggomitolata a terra, che cerca di riscaldarsi vista la mancanza di vestiti.

"Sono dei pantaloncini."-le rispose Aida, con un sorriso bellissimo.

"E come si mettono?"-le chiese Lucy, abbassando la testa.

"Ehi."-le disse Aida, facendole sollevare il viso con due dita-"Non ti preoccupare, ti aiuto io."

Aida, aiutò Lucy a vestirsi, e poi uscirono dalla stanza.

"Hai fame, Lucy?"-le domanda Aida, e la piccola lupa bianca annuì.

Andarono in cucina e Aida prese un pacco di patatine e qualche biscotto con le macchie di cioccolato.

Lucy, iniziò con i biscotti ovviamente, poi si bloccò.

"Qualcosa non va?"-le domando Aida, spaventata.

"Fa-facciamo una cosa rotonda?"-le chiese la lupa.

"Una cosa?"-chiese Aida confusa.

"Sì, una cosa rotonda marrone.."-le risponde Lucy, incerta.

"La torta al cioccolato vuoi fare?"-le domanda Aida, confusa.

Lucy, annuì soltanto.

Era strano per Aida che la piccola lupa non sapesse più come si chiamasse quella che per lei era un dolce che mangiava quotidianamente.

Lucy, non sapeva più cosa fossero o come si chiamassero le cose più semplici.

E questa cosa, ad Aida, le toccò il cuore.

Provò con Lucy a preparare la torta, cercando di non pensare a cosa la lupacchiotta ha dovuto subire per molti anni.

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