Capitolo 29.

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Lucy's POV.

Sono passati ormai sei mesi dalla nostra vittoria.

Il mio cucciolo dovrebbe nascere a momenti.

Sono così.. spaventata? Emozionata?

No.

Terrorizzata.

Durante questi mesi, mi sono stati tutti vicini e io gliene sono molto grata.

Appena mi sentivo male davanti al branco, venivo invasa dalle domande di tutti come 'le serve qualcosa, Luna?'.

Io, Luciana, ho una famiglia.

I cacciatori sono morti, ed io, sono viva e libera.

In questo momento, sono con Aida.

Oggi è il suo grande giorno.

Si sposa.

"Lucy, mi aiuti?"-mi chiede, girandosi di spalle.

Mi avvicino a lei e le chiudo la cerniera del vestito.

È semplice, bianco e ricade morbido sul suo fisico un po' accentuato sulla pancia.

È incinta di tre mesi.

Jacob ed io, non abbiamo voluto sapere il sesso del piccolo, ma abbiamo già pensato a dei nomi da dargli.

"Sono pronta."-mi risveglia Aida, dai miei pensieri.

La cerimonia, avverrà nel cortile di casa, abbellito con fiori di colori vivaci.

Mi giro verso il suo letto, dove ho lasciato il mio vestito, e quando mi piego per prenderlo, sento un dolore allucinante e poi un liquido.

"Lucy?"-mi domanda Aida, avvicinandosi a me.

"Credo di essermi fatta la pipì addosso."-le confesso, ma quando sento un'altro dolore, mi siedo sul letto e inizio a gridare.

"Tu non ti sei fatta la pipì addosso, stai per partorire!"-urla, uscendo dalla stanza.

Poco dopo, davanti a me, c'è Jacob.

"Dobbiamo portarla all'ospedale!"-urla Aida.

"Lo farà Jacob. Tu ti devi sposare."-le dico, con difficoltà.

"Non senza di te!"-mi risponde, prima che Jacob mi prenda in braccio e mi porti dal dottore.

Appena arrivo all'ospedale del branco, Jacob mi fa coricare su un lettino.

"Lucy, c'è la puoi fare."-mi sussurra, mentre il mio corpo viene di nuovo colpito da dolori.

Urlo a squarciagola, e guardo Jacob, che sembra soffrire con me.

"Jacob.."-lo chiamo, prendendogli la mano.

Lui la bacia, e la stringe forte.

Aida, per tutto questo tempo, non ha fatto altro che guardarmi con le lacrime agli occhi, mentre si accarezzava la pancia.

Ad un tratto, arriva Boyd e la fa uscire dalla stanza, non prima di aver guardato Jacob, con orgoglio.

"Luna, spingi."-mi ordina il dottore, dopo avermi tolto i pantaloncini e le mutandine.

Apro le gambe e con tutta la forza che mi è rimasta, faccio come mi dice.

Il dolore è molto forte.

Non credi di potercela fare.

"Spingi."-mi ripete il dottore.

"Lo sto facendo!"-gli urlo, mentre i miei occhi diventano rossi.

Spingo un'altra volta, e un'altra volta ancora, finché non sento un pianto.

Mi accascio sfinita sul lettino e chiudo gli occhi.

A me, sono sembrati solo secondi.

Quando riapro gli occhi, sono da sola in camera.

Dove sono spariti tutti?

"Jacob?"

Lo chiamo e poco dopo, entra nella camera lui con in braccio il nostro piccolo.

La copertina che lo avvolge, è bianca.

Non riesco a capire il sesso del piccolo.

Jacob, si avvicina a me, mentre dondola il piccolo.

Me lo mette in braccio e lo guardo con gli occhi innamorata.

Anzi, la guardo.

"Neve.."-la chiamo.

Jacob ed io, abbiamo deciso tempo fa che se fosse stata femmina, l'avremmo chiamata così perché quando lui mi ha trovata, il paesaggio era ricoperto dalla neve e si mischiava al mio manto, del medesimo colore.

La mia piccola Neve.

Si può essere più felici di così?

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