Capitolo 23.

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Lucy's POV.

Dopo aver mangiato tutti i biscotti in dispensa, aiuto le cuoche a cucinare.

L'ho fatto per molti anni a delle persone veramente cattive, perché non dovrei aiutare loro?

"Brucia!"-mi lamento, mentre appoggio una teglia calda sul tavolo.

"Attenta, Luna."-mi chiede una cuoca in modo dolce.

"Che buon profumino."-dico, mentre osservo quelli che la cuoca a chiamato "cannelloni ripieni".

"Vuoi assaggiarne uno?"-mi domanda e io, annuisco energicamente.

Lei sorride e prende un piatto, per poi metterci di sopra due cannelloni.

Mi siedo sul tavolino libero con il piatto in mano, e dopo aver avuto anche la forchetta inizio a mangiare con gusto.

"Buonissimi."-commento.

Mentre mangio, qualcuno entra in cucina.

Jacob.

"Avete visto la Luna?"-domanda, preoccupato.

"Sono qui."-lo avverto, dopo aver ingoiato.

"Grazie al cielo."-dice, mentre si avvicina a me.

È preoccupato?

"Che hai?"-gli domando.

"Ti sei fatta male?"-mi domanda.

Sta parlando della bruciatura?

"Mi sono bruciata prima, ma non è così grave."-gli dico, mostrandogli le mani una alla volta, dove la bruciatura ormai non si vede più a causa della guarigione immediata.

"Tu mi farai morire."-si lamenta lui, esasperato.

"Volevo solo aiutare.."-gli dico dispiaciuta, posando il piatto sul tavolo.

Lo avvicino a me e lo abbraccio.

"Piccola Lupacchiotta, sarai la mia morte tu."-mi sussurra e io, gli bacio delicatamente il collo.

È una cosa che a lui piace molto.

"Non mi provocare."

Sorrido leggermente e lo allontano quanto basta, per scendere dal tavolo.

"La cena è pronta."-ci comunica la cuoca di prima.

Prendo il mio piatto, dove c'è ancora un cannellone, e lo porto in sala da pranzo tutta contenta, mentre Jacob, mi guarda sorridendo.

Arrivata nella sala da pranzo, mi siedo al mio posto e vedo Aida, tutta felice.

"Sei felice."-le dico.

"Boyd, mi ha chiesto di sposarlo!"-mi confessa, mentre una lacrima le riga il viso.

"Sono felice per te."-le dico, alzandomi dal mio posto per abbracciarla.

Ritorno a sedermi e la guardo con occhi sognanti.

"Come te l'ha chiesto?"-le domando.

Non so molto su queste cose, ma ogni tanto vedo un film d'amore con Aida e ci sono spesso queste scene.

"Siamo andati a correre pomeriggio e ci siamo fermati al laghetto. Poi Boyd è tornato umano, e ha estratto dall'albero l'anello.. tutto questo mentre il sole tramontava."-mi spiega elettrizzata, mentre le cuoche, servono la nostra cena.

Iniziamo a mangiare in silenzio, fino a quando, un lupo, ricoperto di sangue, entra in sala da pranzo e crea scompiglio.

Allarmato, Jacob, si alza e si avvicina a lui.

"Cos'è successo?"-gli domanda, con tono autoritario.

"Carter.. è scappato."-gli risponde.

La forchetta che tenevo in mano, cade a terra, creando un suono orribile.

Tutti si girano a guardarmi.

Mi sento a disagio.

Mi trasformo in una lupa, e mi nascondo sotto il tavolo.

Aida, mi raggiunge poco dopo.

Cerca di tranquillizzarmi, così come Holly, ma non riesco a smettere di tremare.

Voglio Jacob.

Poco dopo, avendo letto i miei pensieri, Jacob odina a Boyd di setacciare il bosco insieme ad altri e poi si avvicina a me, per prendermi tra le sue braccia e accarezzarmi il mio manto bianco.

"La mia piccola Alpha."-commenta lui, per poi lascarmi un bacio sull'orecchio sinistro.

Gli lecco una guancia e lui ride divertito.

"Stai tranquilla. Non ti farà del male. Non lo permetterò."-mi dice, mentre mi stringe ancora di più a sè.

Come per magia, smetto di tremare e mi sento più rilassata.

Mi porta in camera nostra, dove io, torno umana.

"Ho paura."-gli confesso.

"Lo so. Ma devi stare tranquilla.. ok?"-mi dice e io annuisco.

Mi dirigo verso l'armadio, prendo una sua maglietta, la metto e mi siedo sul letto.

"E anche oggi, non andrò a correre."-sussurro, dispiaciuta.

"Non voglio rischiare."-mi dice Jacob, sedendosi sul letto, accanto a me.

"Tranquillo."-gli rispondo, prima di coricarmi.

Lui si alza e si avvicina alla porta.

"Dove vai?"-gli domando, spaventata.

"A controllare il bosco. Tu dormi, Piccola."-mi dice, prima di aprire la porta ed uscire.

È arrabbiato, lo sento.

Ed io, ho paura per lui.

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