Capitolo 6: 22 ottobre

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Giorno 24, giovedì, continuato

"Ora penso proprio che dovremmo alzarci," disse Malfoy con voce assonnata molto tempo dopo.

Harry ci rimuginò su.

"Già, probabilmente sì."

Restarono un po' ad ascoltare la pioggia, poi Harry disse: "Non sapevo che stesse piovendo".

"Sì, ha iniziato un po' di tempo fa."

"Oh."

Ci fu un lungo silenzio.

"È normale essere così stanchi dopo averlo fatto?" chiese Harry infine.

"Sì, a volte..." disse Malfoy sbadigliando.

"Mi sento come se potessi dormire per una settimana intera."

"Probabilmente è colpa dell'Incantesimo," disse Malfoy molto tempo dopo.

"Mm." Harry ci rifletté. "Per quale motivo, però? Non ha senso..." sbadigliò. "Le altre cose, il dolore quando ti toccano altre persone, o il bisogno di contatto fisico, servono tutte a creare intimità, ma essere così stanchi dopo un orgasmo... in che modo dovrebbe aiutare?"

"Chi lo sa?" chiese Malfoy, con voce sonnolenta e noncurante. "E poi è stato un idiota a lanciarci l'Anatema, ricordi?"

"Giusto."

Harry rimase sdraiato, ascoltando la pioggia e i respiri di Malfoy, notando vagamente che, da quando erano stati Legati, non aveva mai sentito una tale assenza di ostilità provenire da Malfoy.

"Giusto. Bene. Non voglio restare a letto tutto il giorno," disse infine Harry, pensando che, se non si fosse dato una mossa, sarebbero rimasti lì fino al giorno dopo.

"Che vuoi fare allora?" chiese Malfoy in tono indifferente.

"Vado a volare."

E Harry ebbe il piacere di vedere gli occhi di Malfoy aprirsi di scatto dalla sorpresa, poi il volto di Malfoy si illuminò con un sorriso sincero.

ooooooo

"Mi era mancato," disse Malfoy mentre sfrecciavano verso il lago, le sue parole quasi perse nel vento.

"Anche a me," disse Harry, con uno stupido e inutile groppo in gola. Finché non erano decollati non si era permesso di pensare a quanto gli fosse davvero mancato.

"Laggiù–" disse Malfoy indicando un punto in lontananza, "Su quella collina c'è un buon punto d'osservazione – dai, seguimi," disse scartando, e Harry lo seguì, la gioia assoluta di ritrovarsi di nuovo in aria, di essere libero, che lo riempiva di energia.

Raggiunsero il punto di osservazione molto più in fretta di quanto avessero creduto, e rimasero un momento sospesi in aria.

"Atterriamo, o continuiamo a volare?" chiese Harry.

Malfoy sorrise. "Continuiamo a volare!" Partì, e Harry ebbe difficoltà a seguirlo.

È bravo, pensò Harry mentre gareggiavano. Volava in modo naturale, come se lui stesso fosse parte del vento – e attraverso il Legame Harry capì che anche Malfoy si sentiva in quel modo. Come se, una volta salito su una scopa, si liberasse di tutto tranne che delle correnti d'aria intorno a lui.

Libertà, ecco cos'era volare. Avrebbero dovuto farlo più spesso.

"Potter!" urlò Malfoy, sovrastando le folate di vento.

"Che c'è?"

"Mi metto a fare un po' di esercizi, non restare indietro," disse Malfoy, iniziando a scendere in picchiata. Harry sorrise e lo seguì, e i due cominciarono automaticamente a fare la serie standard di esercizi di riscaldamento di Quidditch: picchiate, rotazioni, capriole, scarti, finte, resa ancor più stimolate dal fatto che dovevano restare vicini. Era meraviglioso allenarsi di nuovo, e con un partner col quale non aveva bisogno di trattenersi. Malfoy era con lui a ogni mossa acrobatica, e piano piano gli esercizi diventarono sempre più competitivi, ma pur sempre relativamente amichevoli – più un 'Guarda che riesco a fare' che un velenoso 'Guarda quanto sono più bravo di te'.

Bond di Anna FugazziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora