Capitolo 20: 18 marzo - 21 marzo

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Giorno 171, giovedì

Harry tenne gli occhi chiusi, valutando i pro e i contro di vomitare per l'ennesima volta. Si rese conto che la lista dei pro era penosamente corta. Di solito vomitare era disgustoso e orribile mentre stava succedendo, ma dopo che era finito si provava una sensazione di sollievo, una fine alla nausea che lo precedeva. Ma in quel momento non era così. In quel momento nulla sembrava essere d'aiuto. Anche i vari incantesimi e pozioni che Madama Chips continuava a somministrargli gli davano solo brevi attimi di sollievo prima che il malessere tornasse con pieno vigore, accompagnato da dolore, stanchezza e dalla generica convinzione che la vita, complessivamente, faceva schifo.

Nausea, dolore, e stanchezza, su un delizioso sfondo di noia. Al terzo giorno del suo ennesimo ricovero, la noia era il nuovo tema portante della sua vita. Si girò su un fianco e iniziò a stilare una lista mentale di chi lo era venuto a trovare, per tirarsi su di morale e tenere la mente occupata. Hermione e Ron, naturalmente. E Neville, Ginny, Seamus, Dean e Tracey Davis, Colin, Dennis, Justin, Silente, la McGranitt, Lupin e la Cooman – una vera calamita di infelicità, la chiamava Ron – Hannah, Terry, Mandy, Padma, Lisa, Stephen, Luna, Ernie, Susan, Pansy, Blaise... Era indeciso se iniziare a ordinare i suoi visitatori a seconda delle Case, o del giorno in cui erano venuti, o dell'età. Per intrattenersi, e per tenere lontani i pensieri sulla persona che spiccava per la sua assenza.

Non era sopreso che Draco non fosse venuto a trovarlo. Non dopo il modo in cui Harry aveva rotto con lui. Strinse gli occhi nel ricordare le cose crudeli che aveva detto, l'atteggiamento insensibile con cui se n'era andato, e non lo biasimava affatto per essersi tenuto alla larga.

Si girò sulla schiena, deglutendo per trattenere l'ondata di nausea causata dal movimento, ma stanco di stare appoggiato sul fianco. Si concesse di pensare per un minuto che non avrebbe dovuto piantare Draco, poi rammentò i tanti motivi per cui l'aveva fatto.

"Credo che stia dormendo–" sentì dire Madama Chips, e girò la testa – lentamente – per vedere chi stesse chiedendo di lui. Si mise in fretta a sedere, e subito se ne pentì quando il suo stomaco minacciò di svuotarsi di nuovo.

"Dio, Harry – ecco," nel giro di un secondo Draco arrivò al suo fianco, una mano sulla sua spalla mentre con l'altra afferrava un catino che era stato lasciato vicino al letto. "Hai bisogno–"

"No, no, sto bene–" mormorò Harry, chiudendo di nuovo gli occhi e cercando di capire a chi avrebbe dovuto rivolgere lo sguardo una volta rimesso in sesto – ma forse avrebbe fatto meglio a non pensare alla parola 'rimesso' in quel momento – a Draco o alla persona con lui? "Guaritrice?" disse infine con esitazione.

"Signor Potter," disse piano la Guaritrice Esposito quando Harry riaprì gli occhi, accorgendosi con piacere che la nausea sembrava essere tornata sotto controllo, per il momento.

"Che ci fa qui?" chiese, e aggrottò la fronte quando lei e Draco si scambiarono un'occhiata preoccupata. Guardò con curiosità Draco, che gli stava ancora stringendo la spalla.

La Esposito si schiarì la gola. "Ho ricevuto un gufo urgente dalla signorina Granger riguardo alla sua recente malattia. Vorrei esaminarla, se non le dispiace." Harry annuì, estremamente confuso. "Signor Malfoy?"

Harry aggrottò ancora di più la fronte quando Draco non si allontanò per lasciare spazio alla Guaritrice, come Harry si era aspettato, bensì lasciò andare la spalla di Harry e gli afferrò la mano destra.

"Che stai–"

"Fidati di me," disse Draco con voce brusca mentre la Esposito estraeva la bacchetta e la puntava verso le loro mani unite.

Bond di Anna FugazziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora