Capitolo 9: 26 ottobre - 29 ottobre

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Giorno 28, lunedì

"Ti sei versato del succo sulla cravatta," disse Draco, finendo di infilare i libri nella borsa.

"Oh – grazie," Potter agitò rapidamente la bacchetta e si pulì la cravatta, senza interrompere la perlustrazione della sua scrivania. "Hai visto il mio calamaio?"

"Non ne ho idea. Hai visto la mia cravatta?" chiese Draco, e Potter rimase un momento a pensare prima di indicare il divano nel soggiorno. "Grazie."

"Sei pronto?" chiese Potter a bassa voce un momento più tardi, dopo aver evidentemente trovato il calamaio.

"Sì. Andiamo." Si diressero verso la porta e accennarono un rapido ringraziamento a Sir Xander quando augurò loro una buona giornata. Percorsero in silenzio il corridoio del settimo piano, lungo e vuoto. Draco si fermò in cima alle scale.

"Hai dimenticato qualcosa?" chiese Potter, e Draco scosse la testa. Non sapeva come dire quello che provava, non sapeva perché si era fermato in cima alle scale.

Non importa, si disse. Non c'era bisogno di rimarcare il fatto che, una volta scesi quei gradini, sarebbero rientrati a tutti gli effetti nel mondo esterno, e non si sarebbero più trovati in quella strana reclusione semi-solitaria che quattro giorni prima era sembrata un'idea tremenda, ma che era finita con l'essere una specie di... be', ecco di nuovo quella stupida locuzione, 'luna di miele', in mancanza di espressioni migliori...

"No, andiamo," disse bruscamente, iniziando a scendere le scale. Si fermò quando Potter gli appoggiò una mano sulla spalla. "Sì?" disse alzando gli occhi verso l'altro.

Gli occhi di Potter erano oscurati, la sua espressione impossibile da decifrare. Draco aspettò che parlasse, e stava per dire qualcosa quando Potter si avvicinò di un passo, sollevò delicatamente il mento di Draco e gli catturò la bocca in un bacio lento e prolungato. Draco chiuse gli occhi e si abbandonò volentieri al bacio per qualche istante, per poi ritirarsi con riluttanza.

"Ehm, non è una buona idea, Potter, abbiamo Pozioni, ricordi?" disse, un po' affannosamente. "Non ho particolarmente voglia di arrivare in ritardo il primo giorno."

Potter sorrise. "Lo so. Solo che – sembra come se – come se noi–"

"Sì. Io – lo so," disse Draco in fretta. "Anch'io. Ma – non farlo. Non farlo." Potter annuì, passandosi una mano tra i capelli, e iniziò a scendere le scale, e Draco si accorse che quel breve scambio di parole era stato completamente incomprensibile.

Ma non voleva sapere se avessero parlato della stessa cosa. Perché sospettava di sì.

ooooooo

"Ti ho preso gli appunti per giovedì e venerdì," disse Pansy mentre entravano nella classe mezza vuota di Pozioni, e Draco annuì.

"Fantastico, grazie." Si tenne occupato preparando il libro, le penne e l'inchiostro, poi dette uno sguardo ai rotoli di appunti di Pansy, contento di avere una scusa per non intrattenere conversazioni con nessuno mentre la classe si riempiva.

"Andate a pagina 394," disse Piton, entrando a grandi passi nella classe, e qualunque cosa Pansy – o chiunque altro – potesse aver voluto dire fu fortunatamente messa a tacere dal suo ingresso.

Ed era una fortuna, perché Draco si stava sentendo molto più a disagio di quanto avesse previsto. In qualche modo non si era reso conto di quanto sarebbe stato strano tornare dalla sospensione come se non fosse cambiato nulla, perché le cose, invece, erano cambiate. Lui e Potter erano seduti con le stesse persone, nella stessa classe, con lo stesso professore, per la stessa materia – ma loro due erano diversi. Molto più del giorno in cui erano entrati lì dentro subito dopo il Legame, perché allora non c'era stato nient'altro che un incantesimo, tra di loro.

Bond di Anna FugazziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora