2| Maybe my treasure or the price I have to pay.

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him.

Il bacio della vita.
Così l'aveva definito Ciar e solo ora riuscivo veramente a capire di che cosa parlasse, girando tra le dita il bicchiere di Starbucks.
Era così carina mentre farfugliava parole, con lo sguardo fisso su di me: quegli occhi così scuri, mi ci ero quasi perso.
«Harry ha la ragazza, Harry ha la ragazza» la voce squillante di Simon mi distolse dai pensieri, attirando l'attenzione. «Ti piacerebbe piccola peste! Così avresti qualcuno da fregare per avere le caramelle» risposi dandogli un buffetto sulla guancia. Gemma sorrise. «Sicuro che non avevi altri programmi? Siamo sbucati dal nulla pretendendo di averti tutto per noi il giorno del tuo compleanno e sei corso subito qua» chiese lei prendendo in braccio la piccola peste. «Sai Gem, non ho controllato di recente eh, ma immagino che nel dizionario la definizione di sorpresa non sia ancora cambiata» ironizzai prendendo dell'acqua dal frigo. «...ma avevi del rossetto sabato sul viso stanotte» puntualizzò. Tornai con il pensiero a Ciar, volevo rivederla. «Be' tuo fratello è sempre stato un rubacuori! Che ne dite, andiamo a fare colazione fuori?» domandai, facendo leva su Simon.

Venti minuti dopo stavamo varcando la porta di Starbucks, ma lei non c'era.

she.

Avere il turno pomeridiano aveva i suoi pro e i suoi contro. Uno dei pro era sicuramente avere meno fila alle casse dei negozi, uno dei contro era avere Bryan appresso. «Non capisco perché non hai comprato le shine's shoes, eri divina con  quelle lì e poi sarebbero state perfette per il tuo nuovo shine's dress» commentò sbuffando, una volta fuori dal negozio. «Perché, e parlo per ipotesi, se il numero più piccolo era un quarantadue, vuol dire che quelle scarpe sono destinate ad un target diverso, magari per qualcuno che shine lo usa per nome d'arte» gli feci notare dandomi un immaginario cinque per la battuta. «Ma tu potevi essere la mia shine's lady» «Bryan, amore mio, l'unico shine che ho è Shin-ing in DVD, quelle scarpe non facevano proprio per me» commentai abbracciandolo. In fin dei conti ne avevo prese tre paia, comode, belle e anche alte: la perfezione.

«Che ne dici se facciamo una piccola pausa e ci prendiamo un succo?» chiese l'ormai arreso all'evidenza Bryan, fermandosi davanti al nostro Bucks. Acconsentii, non c'era molta gente e un bellissimo tavolino dietro ad un'allegra famigliola era libero. «Tu prendi il posto, io vado a ordinare, sai, ho del potere qua dentro» gli feci notare facendo la gradassa. «Simon, fai una cortesia alla Mamma, vai a sederti e dì allo zio di darmi il cambio. La mamma è stanca» attirò la mia attenzione una ragazza, in fila. Non sembrava essere molto più grande, eppure quel bambino sembrava abbastanza grande, aveva un viso dolce. Qualche minuto dopo, un ragazzo la raggiunse, dandomi le spalle.  «Cher, mi prendi anche un muffin! Ho bisogno di cioccolato!» urlò Bryan dalla parte opposta del locale, sempre molto sobrio. Alzai il pollice all'insù, imbarazzata: al contrario del mio amico, la troppa attenzione non mi piaceva affatto. Tuttavia, quando alzai il viso verso la fila davanti a me, non mi dispiaceva essere al centro dell'attenzione, di una persona in particolare.
Harry cuoricino dopo la ipsilon era davanti a me. Alla faccia tua Step. Almeno sembrava lui, sotto un cappellino da baseball e degli occhiali scuri; il sorriso era il suo. Ricordavo bene quelle labbra. «Cher, quante volte ti devo dire che non devi fare la fila quando vieni qua? Sei la responsabile, non una cliente» mi fece notare Scott, il mio capo, meglio conosciuto come la cotta indiscussa di Bryan, nonostante le preferenze eterosessuali. Scossi la testa «Non è giusto Scott. Me ne sto qui buona buona in fila, aspettando il mio turno» risposi, imbarazzata. Odiavo sentirmi in imbarazzo: percepivo il rossore espandersi dalle gote fin tutto il viso, fino ad arrivare sul petto. Maledetta pelle emotiva. Soprattutto, iniziavo a sudare e, se c'era una cosa che odiavo di più del sentirmi in imbarazzo, era sudare. Nessuno vuole una ragazza sudata, una ragazza sudata e cicciona. Edward me lo faceva notare sempre. Pensare ad Edward era un ottimo modo per allontanarmi dall'imbarazzo e raggiungere la rabbia. «Prego, signore è il suo turno» «Ah sì, scusi» l'attenzione era di nuovo al bancone, da il mio Harry in incognito. Mio. Non sapevo neanche il suo cognome. Non sapevo neanche se era lui. «Tre frappuccini, un muffin e due brownies» disse. Ok, era lui. La voce era la sua. Che cosa dovevo fare, salutarlo? Feci mentalmente la prova della conversazione:
«Ciao! Ti ricordi di me?» «No.» - Ok, questa era la peggiore delle ipotesi.
«Ciao, passato bene la nottata, dopo avermi baciata ed essere scappato via?» - No, neanche questa poteva andare.
«Ciao Harry» «Ciao Ciar, mi vuoi sposare?» - Che cavolo, mi è concesso sognare?.
«Ciao, Ciar» questa non è un'esercitazione. «C-ciao Har-ry» balbettai. Andiamo, perché devi balbettare proprio ora? Sorrise, sorpassandomi e andando via. Aveva ragione Step. Che pessima venditrice di me stessa.
Raggiunsi Bryan al tavolo poco dopo, con il suo succo, il suo muffin e il mio caffè; la reazione di Harry mi aveva tolto l'appetito. «Che cosa c'è Cher, hai la faccia da "ho visto Lo stronzo"» mi accolse lui, Lo stronzo era il nomignolo che i fratelli Jones davano al mio ex. «No, non è la mia faccia da Edward, è la faccia da sono brutta, cicciona e nessuno mi vuole» precisai, rubandogli il muffin. Bryan mi tirò un calcio da sotto il tavolo. «Queste cose te le ha messe in testa lo stronzo. Tu sei uno schianto! E non lo dico solo io che potrei essere di parte, lo dicono tutti i miei amici» «Amore mio, i tuoi amici sono tutti gay» gli feci notare. Aprì la bocca per parlare, poi la richiuse; ma, appena tentai di fargli notare la mia palese ragione, parlò nuovamente. «Step! Step ci voleva provare con te quando ti sei trasferita! Ha una tua foto in topless nascosta da qualche parte» affermò alzando un po' troppo la voce. L'attenzione di nuovo su di me. «Bryan, la voce! Step ha cosa? E tu non mi dici niente? Che cosa imbarazzante e quando? No, non lo voglio sapere. Ti prego prendigliela e bruciala. Nessuno dovrebbe vedere certe cose. Mi chiedo come faccia a vederci ancora» dissi, vomitando parole in preda all'imbarazzo. Bryan mi calciò di nuovo. «Te l'ha fatta una delle prime volte in cui ti sei ubriacata a casa di Step. Tendi a denudarti quando bevi troppo» disse tranquillamente, bevendo il succo. «E comunque c'è un tipo molto misterioso che non smette di guardarti, quindi smettila di piangerti addosso e tira via quella giacca: la scollatura di oggi è da urlo» continuò. Prima lo guardai interrogativa, poi seguii lo sguardo di Bryan fino ad arrivare ad un tavolo, di fronte a noi. Harry cuoricino dopo la ipsilon. Arrossii nuovamente. «È lui» sussurrai a Bryan, il quale, prontamente si girò. Lo calciai. «Non ti girare, se no capisce! È il ragazzo di ieri sera» precisai. Bryan scattò sull'attenti, scrutandolo ben bene.    

she|him [hs] ~ COMPLETA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora