15| She . maybe the reason I survive, the why and wherefore I'm alive

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Sdraiata a pancia in giù, vestita da una tuta pelosa a forma di tigre e di vergogna, con il cuscino stretto sul viso, cercavo in tutti i modi di non sentire i commenti degli abitanti in casa Monticelli-Jones riguardo ai video della diretta mattutina. Ovviamente i siti di gossip avevano dato libero sfogo alle tastiere e l'hashtag Charry Stylicelli era diventato trend su Twitter, mentre spuntavano GIF di noi due ovunque. «Guarda, guarda, questo è il punto che preferisco: lui non le stacca gli occhi di dosso mentre canta che attraverserebbe un fuoco per lei, per adorarla come se fosse l'unica cosa che potrebbe mai fare e lei sorride e arrossisce; poi lui si alza le prende la mano e si mettono a ballare mentre lui continua a cantare. Che meraviglia» iniziò mamma, stringendosi a Sara. «Io preferisco quando scrive sul post-it senza farsi vedere da lei "mia" e glielo appiccica sul cardigan» commentò Sofia «Nessuno parla del mio intervento, comunque. Tranquille, tanto è solo grazie a me se ora stiamo commentando quanto sono carini» si lamentò Bryan «Smielati» lo corresse Step, tirandomi dalla coda: «Questo è IL momento della diretta e lo devi vedere Cher.» Sbuffai, anche se poi non mi sarei lamentata a lungo andare, tolto il discorso che vedere le mie registrazioni mi metteva a disagio. Eccomi lì, con la mia stupida faccia da pesce lesso fissa sul sorriso splendido di Harry, a un passo da lui.

«Siamo arrivati alla conclusione, Harry è rimasto con noi anche più di quello che doveva, ma non si può esimere dal rispondere anche lui alla domanda, ahimè. Dunque, fino a che punto un rimpianto può essere invadente Harry?» «Fino a farti smettere di guardarti allo specchio, perché la tua immagine senza di lei non ha più senso, non è più la stessa; dal farti convincere a trovare una nuova ragione per andare avanti, perché la consapevolezza di non essere più un suo bisogno è così straziante da soffocare. Al punto tale di scrivere un album partendo da una canzone, sviscerata sulla moquette rossa di un motel californiano. Ma un rimpianto non è per forza il punto finale della frase: può essere una virgola, un "a capo" o un "due punti" dal quale ricominciare. Il mio rimpianto era "puntini di sospensione", Ciar. Si riparte da qui»

Potevo leggere negli sguardi di tutti i presenti attesa, curiosità, impazienza, ma non in quelli di Harry. Lui sapeva leggere dal mio viso come nessun altro e non aveva bisogno di sentire le mie parole. Cantò Falling subito dopo e mi commossi di nuovo a sentirlo cantare.

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«Vi rivedrete?» «Non me la lascio scappare questa volta»

Ero tornato a casa di sera, dopo una ramanzina da parte di James. «Non lasciarti traviare dagli altri Harry, non sapevo niente di quella storia, mi sarei opposto. Però ti prego, non mandare tutto a puttane» aveva detto prima di lasciarmi sotto casa con una busta di carta.

Gemma mi stava aspettando sveglia sul divano: era saltata in macchina dopo aver visto la diretta dell'intervista. 

«Che cosa c'è dentro?» domandò lei, sorrisi: «Un telefono con un solo numero salvato nella rubrica, regalo di James» «Sapevo che lui era dei buoni. Simon ha chiesto a mamma se è tornata zia Ciar e lei si è messa a piangere. È stato davvero divertente, non sapeva che dire e Simon voleva a tutti i costi andare da zia Ciar. Mi hanno spedito in recognizione. Fai le cose per bene Harry. Buonanotte» concluse sorridendo, baciandomi la fronte e andando subito dopo verso la zona notte della casa, ma si girò di nuovo verso di me prima di varcare la porta «Ha scritto un articolo», aggiunse.

TROVARCI ANCORA

La prima volta che mi hanno minacciato di morte non lo dissi a Spiderman, avevo paura che iniziasse a sparare ragnatele ovunque e non era giusto. Fu la prima volta in cui gli nascosi qualcosa, la prima in cui comparve il mio nome completo associato al suo in un articolo online. Che poi non mi dispiaceva eh, sia ben chiaro: scrivevo "signora Spiderman" negli scarabocchi al telefono e poi nascondevo le tracce, anche se sono sicura mi abbia scoperto qualche volta, senza farmelo notare. Perché io e Spiderman eravamo così, notavamo tutto quello che riguardava l'uno e l'altra. Una notte facevo finta di dormire, lui lo sapeva ed io sapevo che l'aveva capito; mi strinse tra le braccia e mi chiese di sposarlo, poi rise e disse di amarmi. Dal giorno dopo avevo iniziato a guardare video di richieste di matrimonio, piangendo come una ragazzina. Spiderman mi prendeva in giro, ma io sapevo che ci stava pensando realmente.

she|him [hs] ~ COMPLETA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora