12| She, maybe the love that cannot hope to last

423 27 0
                                    

he.

Era fatta, lo avevo detto.

Più o meno.

Be' ora avrebbe potuto cercare il mio nome online, vederlo da sola. Ovviamente non ricordarle di prendere il telefono sul comodino prima di partire non mi portava proprio sul podio dell'onestà. Non riuscii a non pensare al nostro primo incontro, da Starbucks. Com'è che aveva detto? «Sono una persona orribile? Sì. Merito di morire? Assolutamente no» sorrisi.

Ma perché non diceva niente ora?

Era ancora così eccitante.

Dannazione.

«Ciar?» «Sì?» rispose singhiozzante. «Ma che fai, piangi?» «Sì» ripeté. «Ho detto qualcosa di sbagliato, sono stato troppo...troppo? Sei arrabbiata?» domandai insicuro, mentre lei si copriva il viso con le mani. «No, io...felice» sussurrò tirando su con il naso. Non riuscii a trattenere la risata. L'abbracciai, girandomi di fianco per farla stare più comoda. «Non ridere di me Harry! Sono venuta facendo petting come una ragazzina, tu mi hai fatto una dichiarazione d'amore ed io mi sono messa a piangere. No hai ragione, sono ridicola» disse, facendomi ridere ancora di più. «Ma non ridere così forte però!» si lamentò, spingendomi via, tirandomi subito dopo a sé per accoccolarsi tra le mie braccia. «Scusami, scusami è solo che non capita spesso di essere così felici» affermai spostandole le mani dal viso per baciarla di nuovo, in modo più casto questa volta. «Harry, però adesso me lo dici qual è il tuo vero cognome?» domandò dolcemente, facendomi ridere di nuovo. Ma di che cosa avevo paura? «Piccoletta, è Styles, Harry Styles» «007?» Scossi la testa, ignorando anche quel fastidioso flash tra i cespugli.

Dannate zanzare.

«Mamma, perché lo zio Harry e Ciar dormono in cortile?» spezzò la magia Simon; neanche a dirlo, Ciar si nascose sul mio petto. «Perché lo zio Harry è un delinquente depravato, amore. Ora vai in casa dalla nonna che sta cercando gli album dello zio da piccolo» rispose Gemma, riempiendo di gioia quel piccolo traditore. Me lo meritavo. «Il tuo telefono continua a suonare da un'ora e ha svegliato tuo nipote, quindi anche me, dal sonnellino pomeridiano. Sei in debito fratello. E tirati su la cerniera, Harry: non traviare la dolce Ciar» concluse mia sorella uscendo di scena scuotendo la testa. «La dolce Ciar che mi ha palpato il pacco ed è venuta sotto di me come una ragazzina» bofonchiai, guardando in modo malizioso Ciar. Se I suoi occhi avessero potuto uccidermi, lo avrebbero fatto in quell'istante. «Delinquente depravato. Sono molto sensibile, specie quando nessuno, me compresa, si degna di sfiorare le mie grazie. Ora dimmi chi è 'sta Stephanie che continua a chiamarti?» domandò continuando a fulminarmi con lo sguardo. Sorrisi, malizioso: «Ora io metto in vivavoce, però poi approfondiamo il discorso "me compresa", sono molto curioso, intrigato direi» dissi sfiorandole di proposito il seno per sedermi a gambe conserte, premendo il tasto dell'autoparlante. «Stronzo che non sei altro, che fine ha fatto la mia Cher?! Pensi di poter fare tutto quello che vuoi perché sei un... Coglione, ecco cosa sei tu Bryan. Secondo te Cher si lascerebbe trattare da zerbino dopo lo stronzo?! Ma figurati! Scusate ragazzi, Bryan impazzisce quando la sexy infermiera Cher non si presenta in casa sua» le voci dei Jones riempirono lo spazio che mi divideva da Ciar, più o meno come capitava da un paio di mesi a questa parte. Ciar era mortificata e sorpresa, lessi un "scusa" sul labiale, prima di vederla con molta maestria gestire la situazione. «Mister Jones, mi trovo ad una convention a Holmes Chapel con il dottor Stranamore, lascerò le redini dell'ambulatorio alla signorina Jones, non si preoccupi, sarò da lei tra qualche giorno» disse con la voce sexy dell'infermiera Cher. Estasiato. «Hai dimenticato il telefono qui Cher, le tue sorelle ti avranno lasciato un centinaio di messaggi. Mando il contatto ad Harry e spengo il tuo telefono, magari ogni tanto chiamaci. Sei in buone mani, ma Harry, parlo con te, se torci un capello alla mia ragazza ti sputtano» maledetta Jones. «Non potrei fare mai del male alla mia ragazza. Dai un'aspirina a tuo fratello e fagli mangiare del pane. Ci sentiamo» conclusi mettendo giù la chiamata. Ciar aveva lo sguardo nel vuoto, di nuovo. Ma questa volta anticipò le mie domande. «Ho dimenticato il telefono a casa senza avvisare nessuno! Che stupida, me lo avevi anche detto di prenderlo!» «Ah sì?» mi guardò divertita. «Sì Harry, ricordi? Parlerai con le tue sorelle in macchina, prendi il telefono» rispose facendo la vociona da uomo. Lo avevo detto che non merito di morire. «Hey piccoletta io non parlo così!» mi lamentai davanti alla sua espressione divertita. «Parli così, con questa voce morbida e leentamente. Inizialmente pensavo che parlassi così per paura che io non ti capissi, ma invece no! Tu parli normalmente così. Sei proprio un amore, agente Styles, Harry Styles» esclamò divertita baciandomi a fior di labbra. «Visto che ne stiamo parlando, la tua pronuncia inglese non è un granché. Potrei darti delle lezioni e parlare leentamente» ero sempre stato bravo a girare la frittata. «Sfacciato, fammi usare il tuo telefono invece!» dannazione.

she|him [hs] ~ COMPLETA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora