you liar.

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Jordan's POV

Ero seduto a pranzo in quella mensa del cazzo, non capendo come fosse possibile che una sala e dei tavoli potessero stabilire la gerarchia di quella scuola.

Per esempio io ero seduto con i ragazzi del basket e le loro ragazze cheerleader, poi c'era il tavolo del teatro, quello del rugby, quello degli emarginati, quello della banda e molti altri.

Così come c'erano ragazze e ragazzi che entravano spaesati e si guardavano intorno in cerca di un posto dove avrebbero potuto mangiare il loro pranzo senza dare fastidio a nessuno, sapendo anche che quando avrebbero messo il culo su una determinata sedia, avrebbero definito il loro status quo.

Jade era seduta al tavolo con i giocatori di rugby, tra cui il suo ragazzo, e guardava schifata le altre persone parlare, era strano vederla a pranzo perché di solito a quest'ora spariva con lui, probabilmente per andare ad appartarsi da qualche parte.

Odiava questo teatrino almeno tanto quanto lo odiassi io. Non avevo avuto occasione di parlarle dal giorno prima quando in palestra aveva fottuto completamente ogni mio ormone e questo era dovuto al fatto che non sapevo che dirle, mi aveva lasciato senza parole.

"Sei soprappensiero?" Mi chiese Paige.

"No, no. Mi sto solamente guardando intorno."

"Non hai mangiato niente, non voglio vederti debole agli allenamenti dopo"

"Verrai agli allenamenti?"

"Ovviamente. E dopo, se vuoi, puoi stare da me finché non inizia la festa."

Paige era il capitano delle cheerleader, fissata con il fatto che io e lei fossimo fidanzati.

Ovviamente non lo eravamo e ovviamente glielo avevo detto un milione di volte, ovviamente lei sapeva che avevo fatto sesso con altre persone oltre lei, ovviamente non gliene fregava nulla.

Secondo il suo parere eravamo fatti per stare l'uno con l'altra, e tutto ciò era legato al fatto che fossimo nominati come re e reginetta del ballo scolastico e che fossimo entrambi popolari.

A dire la verità, non avevo fatto assolutamente nulla per diventare popolare ma adesso era come se io e i miei amici fossimo i padroni di questa scuola.

"Non sono dell'umore per andare ad una festa." Mi girai di nuovo verso Jade, i suoi capelli neri scendevano lisci lungo la sua schiena e finivano per diventare mossi sulle punte.

Indossava una maglietta a maniche corte e un paio di leggings neri.

Poggiò il mento su una mano, palesemente annoiata dai discorsi che stavano facendo a quel tavolo.

I suoi occhi caldi si posarono per un secondo su di me per poi cambiare traiettoria.

Di nuovo si posarono su di me e mi guardarono con insistenza.

"Vuoi una foto?" Mi mimò con le labbra che, come tutti i giorni, aveva deciso di tingere di un colore rosato.

Io sorrisi e basta guardandola adorante, lei arrossì e si girò nascondendomi il suo viso.

"Sei serio? Jade Mendes? È per questo che non vieni alla festa?" Chiese Paige incazzata. Poi si alzò e mi prese per un braccio trascinandomi verso il tavolo dove si trovava lei, non opposi una particolare resistenza.

"Ciao ragazzi. Volevo solo ricordarvi che stasera c'è una festa a casa mia quindi vi aspettiamo tutti alle nove. Soprattutto tu, Jade. Le cheerleader hanno un posto particolare nel mio cuore quindi spero che verrai e che porterai il tuo ragazzo Alex" enfatizzò le parole 'tuo ragazzo' con una particolare insistenza rendendo Jade palesemente imbarazzata.

"Grazie Paige, ci saremo." Disse Alex mentre lei rimase in silenzio, cercando in tutti i modi di non incrociare il mio sguardo.

"Oh Jade" la chiamai e lei mi guardò con aria supplichevole pregando che non dicessi qualcosa di compromettente davanti al suo adorato perfetto ragazzo.

Sapevo che la loro era una relazione stabile, sapevo che lei lo aveva amato perché se non l'avesse fatto non ci sarebbe stata per tutto questo tempo.

In ogni caso era ovvio che provasse qualcosa per me, ogni volta che mi guardava sembrava che qualcosa nei suoi occhi cambiasse.

La sua apparente perfezione, la sua corazza sembravano crollare davanti al mio sguardo e sembravano mostrarmi tutt'altra persona: un'anima ribelle, agitata, senza riposo. Una persona intrappolata in ciò che non voleva essere e che, con me, aveva la possibilità di diventare.

Con questo non era mia intenzione dire che io fossi innamorato di lei o che tra noi ci fosse una speciale connessione, solo che probabilmente vedere questo suo lato la rendeva attraente ai miei occhi e praticamente mi era impossibile trattenermi.

Per concludere, ero convinto del fatto che il sesso con lei doveva essere una cosa spettacolare.

"Ieri sera sei stata fantastica." Sorrisi.

"Si, uhm, grazie Jordan" finì girandosi di nuovo.

Sentii lui chiederle "Fantastica a fare cosa?" Ma non riuscii a ficcare il naso a lungo perché Paige continuò.

"Nel caso non lo sapeste, lui è Jordan, capitano della squadra di basket." Mi stampò un bacio sulle labbra.

"Ci sarà anche lui stasera, vero tesoro?" Mi guardò insistentemente ed io sorridendole le dissi:
"È ovvio, Paige, sai che non mi perderei mai una tua festa."

Jade si alzò facendo un rumore infernale nello spostare le sedia e lasciò velocemente la mensa, Alex la seguì immediatamente e vidi da lontano lui che cercava di afferrare il suo braccio e lei che lo scrollava via, avrei voluto avere i pop corn.

Probabilmente stava cercando di trattenere la sua rabbia, avrei scommesso la mia testa che se Jade fosse stata abbastanza arrabbiata sarebbe stata capace di assestare un perfetto gancio destro.

Paige si girò andandosene e io la seguii, camminava svelta con le sue scarpe alte cercando di non piangere, era la persona più drammatica che conoscessi.

"Non ci credo che ieri te la sei portata a letto. Mi hai detto che avevi gli allenamenti di basket, sei un bugiardo del cazzo Gravel. Spero che ti farai perdonare a questa cazzo di festa o per me puoi anche bruciare all'inferno."

Disse sottovoce perché non sarebbe stato "cool" far vedere che la nostra cosiddetta relazione stava andando a rotoli. Non sapeva, però, che un po' di fuoco era proprio quello di cui avevo bisogno.

"Ah, e nel caso non fosse ovvio, renderò la vita di quella ragazza una vera merda"

"Non penso ti convenga provarci"
Dissi alzando le spalle.

"E sentiamo, perché?" Disse incrociando le braccia e io mi avvicinai dandole un bacio sulle labbra e sussurrandole:
"Lo vedi perché non può funzionare, amore? Non ti fidi abbastanza"

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