letter.

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Cercai di trattenermi fino alla fine della cerimonia però, un secondo dopo, mi avvicinai a mio padre con le lacrime agli occhi, mi sentivo morire.

"Che ti ha detto?"

"Non mi ha detto niente" Rispose lui. Sembrava avere la testa altrove.

"Papà, ti prego. Ti prego dimmi che ti ha detto" scoppiai in lacrime. Stavo facendo una sceneggiata ma non mi interessava, in quel momento avrei potuto fare di tutto per sapere cosa avesse detto Jordan a mio padre da ammutolirlo in quel modo.

Zoe si avvicinò.
"Che succede?"

"Non succede niente, sta esagerando" rispose lui. Alzai lo sguardo verso mia madre che mi guardava con la bocca socchiusa, le facevo pena.

"Ha detto che che sei la persona più bella che lui abbia abbia conosciuto" disse poi.

"Brooklyn" sussurrò mio padre con cattiveria, voleva che smettesse di parlare ma lei lo guardò e lo ignorò.

"E vuole che tu trovi l'amore vero anche se l'amore vero non può essere lui. Però Jade vuole che tu sappia che lui avrebbe tanto voluto esserlo"

Mi sentivo il cuore in gola. A mille, la testa mi girava.

"E che dobbiamo essere fieri di te perché sei un capolavoro. Questo ha detto."

La guardai per qualche secondo e poi la abbracciai piangendo forse anche di più di quanto avevo fatto fino a quel momento.

Ero dannatamente felice perché mia madre sembrava remare dalla mia parte e anche perché Jordan aveva avuto il coraggio di affrontare la rabbia di mio papà.

Ma dall'altra parte ero dannatamente triste per quello che Jordan mi aveva detto poco prima. Avevo ancora in mente il suo sguardo ferito, la sua voce e il suo modo di fare così pacati che avrei voluto obbligarlo ad urlarmi addosso tutte le cose che gli facevano male.

Vederlo così calmo mi aveva fatto capire quanto in realtà fosse ferito.

Non volli nemmeno festeggiare, volevo solo andare a casa e rimanere a letto per tutta l'estate. Zoe Insistette per venire con me ma la lasciai andare, non poteva sprecare il suo diploma per me.

Matt cercò di tranquillizzarmi e di dirmi che Jordan era una brava persona e che avrebbe trovato una via di mezzo, ma lui non aveva nemmeno idea di quanto male ci stavamo facendo entrambi.

Appena entrai nella mia camera mi guardai intorno, c'erano ancora le foto con Alex sulla bacheca di sughero, tutti i vestiti erano messi in ordine negli armadi.

Era tutto come prima e una sensazione di angoscia sembrò assalirmi mentre i miei occhi ripercorrevano il tragitto familiare.

Ad un certo punto però questi si fermarono sulla scrivania dove vidi la busta di una lettera, era da parte di Jordan.

Mi ricordai benissimo che era la lettera che mi aveva dato Wes prima che lui partisse e che io non avevo mai aperto. Chiusi la porta a chiave e ruppi la busta.

Turai fuori la lunga lettera scritta in una calligrafia ordinata con qualche cancellatura.

"Lo so che non vuoi più vedermi né tantomeno parlarmi, quindi spero almeno che tu riesca a leggere queste parole che sto provando a mettere in fila. Sono un disastro di persona, sono agitato, geloso, irascibile, possessivo. Sono feroce, insistente, senza scrupoli ed egoista. Però non sono solo questo, almeno non sempre, almeno non con te. Con te riesco ad essere dolce, clemente, razionale e spensierato. Riesco a diventare persino romantico, pazzo e un po' bambino. Dal primo momento in cui ho posato gli occhi su di te ho capito che mi avresti fatto patire le pene dell'inferno, e non ti sei smentita. Ma sei un angelo Jade, sei il veleno e il suo antidoto. Sto per partire e non riesco nemmeno a lasciare Toronto sapendo che sto lasciando indietro te, quindi ti porto nella mia valigia sperando che un giorno tu riesca a perdonarmi. Lo so che quando sono lontano non ho modo di arrivare al tuo cuore quindi ti prometto che quando tornerò farò tutto il possibile affinchè tu riesca ad innamorarti almeno la metà di quanto io mi sento di essere innamorato di te adesso."

Chiusi la lettera perché non riuscii ad andare avanti. Jordan non aveva mai utilizzato quelle parole con me, non penso che le avesse mai utilizzate con nessuno e per un attimo riuscii a sentire nella mia testa il rumore della sua voce mentre le pronunciava e il movimento tenero delle sue labbra.

Aveva capito che quello tra di noi era amore ancora prima di partire mentre io me ne ero resa conto in tutti quei mesi senza di lui.

Rimasi qualche secondo a fissare il soffitto e poi la ripresi in mano cercando di riprendermi e rimettere insieme le idee.

"Mi mandi fuori di testa, mi fai letteralmente impazzire. Non ti capisco, non ti so gestire, non riesco a starti dietro, ma voglio imparare. E per quanto riguarda le nostre famiglie lascia che io parli con tuo padre, dammi modo di avvicinarvi, mi assumo i rischi di ritrovarmi tutti i suoi uomini sotto casa pronti a mandarmi via da Toronto, la prossima volta che lascio la città però voglio che tu venga con me. Molliamo tutto e ricominciamo dove io non sono più il figlio di Gravel, ma solo Jordan, in un mondo senza pistole e senza quelle mosse di karatè che sembra sappia fare solo tu"

Ridacchiai asciugandomi il viso dalle lacrime.

"Un mondo dove tutto quello che voglio è svegliarmi la mattina e vedere te che dormi accanto a me, anche a un metro di distanza e anche con mille vestiti e coperte, ma con quel tuo visino innocente e quelle mani piccole. Un mondo dove la sera ci ubriachiamo e ci sorridiamo come non abbiamo mai fatto durante il giorno, e magari finiamo a fare l'amore su qualche spiaggia. Un mondo dove non devo cercare di sbarazzarmi di quello che provo, piuttosto devo cercare di provarlo con quanta più intensità possibile. Un'ultima cosa, fai che questi sei mesi siano bellissimi, goditi quello che la vita ha per te e non sprecare nemmeno un secondo. Sei troppa bellezza per essere rinchiusa a piangere in una stanza. Ci vediamo presto. Con amore, Jordan"

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