Jordan era seduto nel suo ufficio e guardava dei fogli davanti a lui, era estremamente concentrato e io mi sentivo una stupida a rimanere lì a fissarlo da dietro la porta a vetro, però dovevo parlargli quindi mi sbrigai a bussare.
Lui alzò lo sguardo e con quegli occhi profondi mi squadrò per poi alzarsi e aprire. Sembrava che ogni volta studiasse a memoria ogni mio singolo outfit.
"Ciao" sorrisi io, ero perfettamente cosciente di aver esagerato qualche sera prima ed ero lì per scusarmi.
"Possiamo parlare un secondo? Ho un paio di cose da dirti"
"Ho un appuntamento tra un'ora ma credo che quello che mi vuoi dire duri molto meno. Non fa niente per l'altra sera, eravamo entrambi ubriachi e non ci saremmo dovuti mettere in quella posizione a prescindere"
Lo guardai ossessionata dalla maturità nella sua voce ma anche spaventata per il distacco che fino a quel momento non aveva mai avuto ma che ora cominciavo a sentire.
Se Jordan avesse veramente cominciato a provare indifferenza nei miei confronti probabilmente sarei stata persa, avrei preferito mille volte di più l'incazzatura e le urla piuttosto che il totale menefreghismo.
"Hai un ragazzo e saresti scesa al mio stesso livello, sono contento che non sia successo nulla"
"Jordan tu non sei sceso a nessun livello" ridacchiò in modo cattivo e riprese in mano le carte.
"È solo che io-"
"È solo che tu cosa, Jade?" Stava alzando la voce e io in un certo senso mi sentii sollevata.
"Mi hai massacrato per mesi per una notte di cui non ho nemmeno mezzo ricordo e di cui non voglio avere mezzo ricordo, quando per più di un anno mentre eri fidanzata con Alex ti lasciavi accarezzare e baciare da me. Per non parlare di quello che stava per succedere ieri, Evan e Alex ti avrebbero mai lasciato, Jade? Io non lo avrei mai fatto. Anche se avessi scopato con Nick quella famosa sera, io non ci sarei mai riuscito"
Stava urlando, non lo avevo mai visto così arrabbiato e le sue mani tremavano dallo sgomento.
"Non capisco come cazzo ti sia venuto così facile dire addio a tutto senza nemmeno parlare, come tu abbia fatto a chiudere tutti i ponti come se fossimo stati una cotta estiva passeggera" si alzò in piedi e lo avrei fatto anche io ma sentivo che se solo avessi provato a fare il minimo movimento sarei caduta in meno di un attimo.
"Ti devo ricordare di quando hai fatto lo psicopatico perché pensavi fossi andata a letto con qualcuno in quei sei mesi in cui non c'eri?" Riuscii a dire incrociando le braccia e facendo la mia migliore faccia da stronza.
"E tu ti ricordi quando hai scopato con Alex un giorno dopo essere stata sull'orlo di farlo con me in piscina?"
Sbuffò spazientito come se pensare a quelle cose gli costasse di più di quanto avrebbe voluto far credere.
"Gli avevo già detto che non lo amavo più, era la nostra ultima volta"
"E quella di ieri doveva essere la nostra?"
"E anche se fosse?" Ribattei acida e senza rendermene conto stavo in piedi.
"Scommetto che lui l'hai baciato, vero? Dove cazzo sta la differenza? Te lo dico io, che non è stato lui a sbagliare ma sei stata tu, principessa"
"Ruota tutto qui? Intorno ad uno stupido bacio mentre ci spogliavamo?" Dissi cercando di sminuire le sue parole, a questo punto il mio unico obiettivo era quello di farlo incazzare ancora di più.
Eravamo tutti e due avvelenati e non ci saremmo fermati finché uno dei due non avrebbe schiacciato l'altro.
"Lo sai meglio di me che non è così"
"E allora che cosa c'è? Non eri nelle condizioni per andare a segno?" Lo provocai volendo solamente che esplodesse e che non ci vedesse più. La rabbia tirava fuori quello che avrebbe voluto dire veramente ed io avevo intenzione di spremerlo fino all'ultima goccia.
"Sei proprio una grande stronza" sussurrò e io cambiai totalmente espressione.
"Ripetilo" mi avvicinai al suo petto.
"Sei una cazzo di stronza egoista e viziata che pensa di agire nel bene e di non poter perdonare nessuno, una grande stronza" disse e io feci per andare via ma non funzionò perché lui mi prese per i fianchi per trattenermi e alzandomi mi fece sedere sulla scrivania.
Le sue mani così a contatto con il mio corpo in un momento critico mi fecero rilassare in un secondo.
Come se stessimo facendo un match e ci fosse stata all'improvviso una pausa per riprendere fiato.
Ci guardammo negli occhi per qualche istante con le bocche socchiuse e il respiro affannato.
"La verità è che tu hai paura di fare l'amore con me, hai paura di provare di nuovo sentimenti e hai una fottuta paura che perdonandomi faresti un grande sbaglio"
"Non è così" ribattei soltanto.Lui si avvicinò ancora mettendomi una mano sul collo e guardandomi ossessivamente. Era la mia droga ed io ero la sua.
"Sei mia Jade Mendes, lo sai anche tu" le sue labbra toccarono le mie in un gesto rude e passionale e poi si staccò guardandomi.
Lo amavo come non avevo mai amato nulla, lo volevo come non avevo mai voluto nessuno.
Pensai che avrei voluto togliergli i vestiti e baciarlo altre mille volte ma sentii un rumore infernale e mi resi conto che era un suo collega che sbatteva sul vetro e forse, in quel preciso momento, entrambi ci rendemmo conto che l'ufficio era completamente trasparente.
Mi alzai velocemente.
Lui sembrava cinque volte più in difficoltà di me mentre si guardava intorno spaesato e faceva un gesto al suo amico come per ringraziarlo.
"Ero venuta per dirti questo. E che ho lasciato Evan" balbettai dopo un interminabile attimo di silenzio e lui mi guardò sorpreso.
"Buona riunione" finii e aprii la porta per uscire il più in fretta possibile mentre sentivo gli occhi di tutti puntati addosso.
"È Jade" Sentii qualcuno sussurrare ma non alzai nemmeno lo sguardo, tutti sapevano nel bene e nel male come Jordan si fosse comportato nei miei confronti.
Forse ero io l'unica confusa su come comportarmi nei suoi.
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Consequences
Teen FictionJade sta solo cercando di ambientarsi nella sua nuova scuola, un posto che sembra non appartenerle. Lei si sente così fuori luogo finché non incontra un ragazzo che le svela il passato oscuro della sua famiglia: Jordan. Lui è passionale e travolgent...