Un anno dopo.
Jade's POV
"Buongiorno" dissi entrando nel mio ufficio, le ragazze della reception mi sorrisero.
"Ciao Jade, come stai?"
"Benone, voi?"
"In hangover" ridacchiarono.
Avevo un magnifico rapporto con le tutte le ragazze della casa di moda, non potevo chiedere di meglio.
Cercai di soffocare una risata e poi chiesi:
"Il prossimo appuntamento?""Tra un'ora" gli mandai un bacio e mi diressi verso la caffetteria che si trovava sempre all'interno dell'edificio, ma qualche piano più in basso.
Il lavoro mi aveva aiutata molto a distrarmi dalle cose che mi erano successe, avrei osato dire che fosse il mio angolo di paradiso dopo essere passata nelle fiamme dell'inferno.
"Buongiorno Jade" disse il barista e io gli sorrisi. Era un uomo sulla sessantina, con un sorriso ingenuo e un animo buono.
"Ciao James, come stai oggi?"
"Più indaffarato del solito, ma la mia cliente preferita ha sempre la priorità. Passa una bellissima giornata, tesoro" sorrise gentilmente porgendomi il mio caffè.
"Grazie mille, anche tu" gli sorrisi anche io, poi pagai velocemente perché sentii il mio telefono squillare, era il numero dell'ufficio.
"Pronto?"
"Jade, ciao. Scusa se ti disturbo. C'è un ragazzo fuori dal tuo studio, dice che è urgente"
"Aspetto qualcuno?" Chiesi confusa.
"Non che io sappia"
Rimasi un attimo in silenzio.
"Ma chi è? Me lo puoi descrivere?"
"Ehm" tentennò lei imbarazzata.
"È giovane, avrà forse poco meno di venticinque anni. Alto, tatuato, attraente" ridacchiò e io con lei."Beh allora mi tocca salire" scherzai.
"Se hai bisogno chiamo la sicurezza, basta che tu me lo dica"
Esitai un attimo.
"No, no, tranquilla. Sarò lì in un secondo"
Presi in fretta l'ascensore e arrivai al piano.
Mi tolsi il cappotto e mi diressi verso lo studio per fermarmi immediatamente quando vidi Jordan Gravel: sentii le mie ginocchia diventare gelatina.
Mi sarei aspettata chiunque ma non lui.
Aveva un paio di pantaloni neri e un giacchetto di jeans con una maglietta bianca sotto, sembrava fosse uscito da un film anni '70.
I suoi capelli chiari erano più lunghi di come li portava abitualmente e i suoi occhi verdi fissavano il muro davanti a lui.
Era pieno di tatuaggi, si intravedevano dai polsi, sulle mani, sul petto.
Era bellissimo.
E io non sapevo che dire."Jordan" lo chiamai e lui si girò, pensavo corresse ad abbracciarmi o qualcosa del genere, invece mi sorrise sfacciatamente.
"Ciao amore" mi disse con un tono tale che sembrava nemmeno mi conoscesse.
Da quando lui era andato via con Tom io avevo affrontato la cosa parlando con uno psicologo e poi ne ero uscita in qualche modo.
Le volte in cui ricadevo in dei momenti bui erano sicuramente di meno, ma c'erano ancora anche a distanza di così tanto tempo.
Jordan era stato in grado di scombussolare la mia vita, sia da vicino che da lontano.
Lui non aveva un telefono e nessun modo di essere rintracciato, nemmeno suo padre sapeva dove fosse ma potevo dire dall'inchiostro sul suo corpo, dal suo anello e dalla sua collana che non se la passava male.
Ero letteralmente senza parole, lui si alzò.
"È bello qui" disse avvicinandosi molto lentamente. Sembrava quasi si stesse dondolando su se stesso, mentre io non vedevo l'ora di correre tra le sue braccia.
"Ho avuto una promozione" Sussurrai con una voce talmente strozzata da non sembrare nemmeno la mia.
"Lo vedo" mi prese il mento tra le dita e con l'altra mano mi avvicinò per la schiena. Mi guardava con un'aria indecifrabile ed io ero fuori di me.
Passò un pollice sul mio labbro inferiore facendomi sentire piena di amore per tutte le volte in cui avrei voluto averlo vicino, e in quel momento era lì e in un certo senso tutti i castelli nella mia mente si distrussero quando disse:
"Prenditi il giorno libero e andiamo a casa""Sei tornato per restare?" Gli domandai andando dritta al punto, perché qualcosa nel suo sguardo mi diceva che le sue intenzioni erano completamente diverse dalle mie aspettative. Era così distante, non sembrava nemmeno più innamorato di me.
"Per restare? Rallenta, sono qui" disse e sentii il mio cuore fare un tonfo nel vuoto.
"Che succede? Tom ha ancora bisogno di te? Possiamo uscirn-"
"Cosa? No" ridacchiò facendo scendere una mano sul mio sedere. E io forse mi incazzai più di quanto avrei dovuto, forse.
"Non so neppure dove sia, l'ho perso di vista da un paio di mesi" alzò le spalle.
"Quindi sei qui per fare cosa? Una scopata e poi cambiare città?" A quel punto sbuffò allontanandosi, come se avessi rovinato tutti i suoi piani.
"Sono l'unica che sa che sei tornato, non è vero?"
"Jade, ti prego. Possiamo goderci questi momenti senza fare polemiche inutili?"
"Ho aspettato così tanto che tornassi solo per sapere che tu in realtà non hai nessun interesse nello stare con me, nessuno"
Non ribatté e questo mi spaventò a morte. Per la prima volta il fatto che io fossi così ferita e che lo stessi pregando per rimanere con me non sembrò fargli alcun effetto.
"Andiamo, dammi un bacio" si chinò alla mia altezza prendendomi le guance tra una mano e io sentii letteralmente il fumo uscirmi dalle orecchie.
"Vai a farti fottere" dissi rovesciando il mio caffè bollente sulla sua maglietta bianca e andandomene.
Passai davanti alla mia segretaria.
"Carrie, vado a farmi un altro caffè, quando torno voglio che lui sia sparito, anche a costo di dover chiamare la sicurezza"
Fottiti Jordan Gravel, fottiti.
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Consequences
Teen FictionJade sta solo cercando di ambientarsi nella sua nuova scuola, un posto che sembra non appartenerle. Lei si sente così fuori luogo finché non incontra un ragazzo che le svela il passato oscuro della sua famiglia: Jordan. Lui è passionale e travolgent...