adrenaline.

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"Cosa succede?" Chiese la preside camminandomi vicino per poi superarmi.

Nel corridoio c'era un grande casino e una folla messa a cerchio intorno a non so chi, o cosa.
Cercai di farmi spazio ma non c'era verso che potessi passare, sembrava fosse scoppiata una bomba.

Appena la preside riuscì ad aprire le acque vidi due ragazzi per terra sanguinanti, poi Jordan appoggiato ad un armadietto con i pugni stretti che respirava pesantemente, il suo sguardo era completamente vuoto, come se fosse accecato. Un altro ragazzo a due centimetri da lui gli urlava qualcosa, sembrava incazzato.

Non riuscivo a capire bene cosa fosse successo ma probabilmente i suoi amici avevano litigato con qualcuno e lui stava facendo di tutto per non intervenire.

Era molto più forte e sapevo che se l'avessero fatto arrabbiare sarebbe stato difficile fermarlo, dovevo fare in modo che la situazione non degenerasse più di così.

Feci letteralmente a gomitate per passare e lo chiamai, si girò verso di me e per la prima volta non lo vidi affatto sollevato o felice di vedermi, mi fece uno strano effetto. Voleva solo che non fossi lì, infatti mi disse:
"Vattene Jade"

"No, non me ne vado" mi misi ancora più in mezzo, lui sembrava preoccupato perché i due ragazzi avevano ricominciato a spintonarsi ed io ero definitivamente nella loro traiettoria.

Mi prese e mi tirò indietro passando la folla nel mezzo del corridoio.

"Che cazzo vuoi?" Mi chiese, era arrabbiatissimo e il suo petto si alzava e abbassava in maniera spaventosamente veloce.

"Che intenzioni hai? Vuoi farti sospendere? Vuoi uccidere qualcuno?"

"Non ti riguarda"

"Mi riguarda invece. Jordan, guardami" presi il suo viso tra le mie mani ma i suoi occhi non volevano incontrare i miei.

"Stanne fuori, Jade" mi spinse per una spalla facendomi sbattere la schiena sull'armadietto, diede un pugno esattamente accanto a me e poi se ne andò di nuovo nella mischia.

Ero nel panico, non sapevo cosa fare. L'unico modo per attirare la sua attenzione sarebbe stato farlo incazzare ancora di più, infatti tornai in mezzo a quella cerchia e, sicura di avere i suoi occhi addosso, afferrai per il colletto della giacca il ragazzo che prima lo stava minacciando.

Jordan non ci mise più di un secondo a scattare verso di me e trascinarmi per un braccio in tutto il parcheggio e dentro la sua macchina. Non che io stessi opponendo una particolare resistenza, era esattamente dove volevo che lui fosse: al sicuro, lontano dai guai.

"Cosa cazzo avevi intenzione di fare?" Era rosso e sembrava che la vena sul suo collo volesse scoppiare, respirava affannosamente io avrei voluto solamente che si calmasse.

Infatti invece di andargli contro come avrei fatto di solito presi la sua mano e la misi sulla mia gamba.

"Avevo intenzione di rimanere un po' da sola con te"

"Jade" disse lui con gli occhi fissi nei miei.

Mi slacciai il cardigan rimanendo in canottiera e mandai indietro il suo sedile per mettermi a cavalcioni su di lui.

Gli toccai i capelli con le dita mandandoli indietro e poi gli baciai le labbra, il mento, il collo. Una mia mano stringeva possessivamente in un pugno la sua maglietta, l'altra era sul suo petto mentre marchiavo la sua pelle.

Lui invece stringeva le mani sulla mia vita, era così nervoso.

"Cosa stai facendo?" Chiese quando mi staccai.

"Shh calmati" Dissi e di nuovo lo baciai, allungai una mano per slacciargli la cinta ma lui mi fermò.

"No aspetta"

Alzai lo sguardo, aveva gli occhi lucidi e le labbra rosse, potevo dire che lo voleva almeno quanto lo volessi io.

"Non adesso, non così"
"Va bene" gli toccai le labbra con un dito.

"Stai meglio?" Rimase serio per qualche secondo poi Sorrise e tirò completamente giù il sedile facendomi sobbalzare, eravamo una sopra l'altro.

"Meglio di così non si può"

Qualche minuto dopo entrammo in classe insieme e in ritardo, potevo sentire che molti occhi erano su di noi, compresi quelli di Alex. Il posto vicino a lui era occupato da una ragazza che sembrava avere gli occhi a cuoricino, ovviamente si sarebbe ripreso subito, non aveva motivo per stare ancora male per me e io avrei dovuto rispettarlo.

"Posso sapere la ragione del vostro ritardo?" Chiese la professoressa.

"Non è ovvio? La ragione sono i succhiotti sul collo di Jordan" rispose Alex guardandomi con un'aria strafottente e la classe rise.

"Stai scherzando, Alex?" Alzai la voce.

"Ti sembra che io stia scherzando?" Era incazzato e lo capivo, però non serviva mettermi in queste situazioni, ci eravamo lasciati quindi non avevamo più nulla da spartirci.

"Mi sembra che tu debba tenere la bocca chiusa su cose che non ti riguardano"

"Ah quindi tu pensi di non riguardarmi?" Ghignò con cattiveria.

"Piantala Alex" intervenne Jordan mettendosi davanti a me. Lanciai uno sguardo che poteva solo implorare aiuto alla professoressa, se veramente Jordan e Alex avessero iniziato ad alzare le mani la cosa sarebbe andata per le lunghe.

"Ok, è abbastanza, non credete? Vi voglio tutti e tre fuori dalla mia classe, adesso"

Uscii velocemente e appena lo fece anche Alex lo chiusi al muro guardandolo con un odio inimmaginabile.

"Vai a farti fottere"

Jordan mi tirò indietro.

"Non ne vale la pena"

"No, Jordan, sai cosa? È lei che non ne vale la pena. Sta con te adesso ma solo due giorni fa scopava con me sul letto di camera sua"

"Alex!"

"Sto forse mentendo?" Lo guardai ancora per qualche secondo cercando di regolare il mio respiro.

Avevo una voglia assurda di colpirlo e questo mi faceva sentire così sbagliata quindi decisi di calmarmi prima di poter fare qualcosa di cui mi sarei pentita.

"Ti farei un'occhio nero ma non vali nemmeno le mie nocche arrossate" mi girai per guardare Jordan, aveva le labbra socchiuse.

"Prima che tu mi domandi qualsiasi cosa, quello che ha detto è la verità" risposi e me ne andai.

Ero così esausta mentalmente ma il mio fisico stava subendo una scarica di adrenalina così forte che per qualche secondo pensai che avrei potuto uccidere qualcuno.

Quell'adrenalina sembrava darmi quasi una strana sensazione di piacere.

Dopotutto, ero sempre la figlia di Shawn Mendes.

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