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Nathan sbattè con forza la porta, buttò la giacca sullo schienale del divano e si sedette, mentre con movimenti veloci tirava su le maniche della camicia e allentava il nodo della cravatta. Il mese appena passato era stato il peggiore della sua vita. Chi avrebbe mai immaginato che una ragazza conosciuta per caso sarebbe diventata così importante? Dall'ultima volta che si erano visti aveva provato più volte a chiamarla, passando anche a casa sua, ma lei non gli aveva mai risposto, aveva parlato anche con Hazel, ma la ragazza gli aveva consigliato di far passare del tempo.
Nathan si alzò e prese una nuova bottiglia di scotch, la aprì e ne versò un po' in un bicchiere, camminò fino ad una delle finestre e guardò fuori, ormai anche in ufficio si erano accorti che qualcosa non andava, era stato intrattabile, rimanendo fino ad orari improponibili e impossibili in studio, si era buttato sul lavoro, accettando caso su caso e vincendoli tutti, di questo passo aprire un suo studio indipendente non sarebbe stato così difficile con tutti i nuovi clienti acquisiti. Bella consolazione pensò, buttando giù tutto d'un fiato l'ultimo sorso di scotch.
Il suo cellulare squillò e Nathan dopo aver svuotato nuovamente il bicchiere andò a recuperarlo dentro la giacca. «Noah...»
«Nathan amico mio che ne dici di una bella cenetta?»
«Non sono del... »
«Non voglio sentire un no!... Andiamo Nathan è da un mese che pensi solo al lavoro, uscire una sera può farti solo che bene!»
«Ok d'accordo, dove ci vediamo?»

Hazel rientró in casa trovandola silenziosa, come succedeva da ormai un mese, lasció la borsa sul divano e andò a cercare la sorella, aprì la porta della sua camera e la trovò a disegnare. La ragazza bussò al battente e Skylar alzò lo sguardo arrossato, probabilmente aveva smesso da poco di piangere, «Ciao...» disse andandosi a sedere sul letto, la sorella la salutò con un gesto della testa e continuò con il suo disegno. Le due rimasero in silenzio per alcuni minuti, Hazel passò ripetutamente le mani sui jeans sentendosi stranamente nervosa.
«Ho baciato Eric ieri sera...»
Skylar la guardò brevemente per poi riportare l'attenzione alle sue mani che si muovevano sul foglio «Buon per te...»
«Stiamo insieme...»
«Hazel...»
La rossa la interruppe sospirando, Skylar ormai aveva perso ogni emozione, sperava che dicendogli qualcosa di felice si sarebbe svegliata da questo torpore, posò una mano sulla sua spalla e la scosse.
«Dovresti essere felice per me!», Skylar sospirò intrecciando le dita con le sue  «Lo sono, Eric è un bravo ragazzo...»
«Dai abbracciami...»
Hazel la abbracciò stringendola forte, storse il naso facendo una smorfia «Da quando non ti fai una doccia?»
Skylar si staccò da lei «Non puzzo!»
«Si invece!»
La ragazza la guardò dolcemente,«Senti, perché non andiamo a mangiare da qualche parte?»
«Non mi va...» rispose tornando a guardare il suo disegno.
«Invece ti farebbe bene, possiamo chiamare anche Chase...»
«Cosa?!»
Hazel sorrise alzandosi, aprì l'armadio e tirò fuori alcuni vestiti «A lui piaci molto»
«Non uscirò con lui... »
«Intanto alzati e fatti una doccia!»
Skylar si sdraiò sul pavimento incrociando le braccia «No!»
La sorella si inginocchiò guardandola sotto sopra «Non puoi stare così per sempre...hai preso una decisione lasciandolo e adesso devi andare avanti!», la ragazza distolse lo sguardo sentendo alcune lacrime scivolargli lungo le guance «È difficile…»
«Lo so... adesso su! In piedi!»
Hazel la aiutò ad alzarsi e la trascinò in bagno, la buttò in doccia prendendola alla sprovvista e aprì l'acqua «Sei una stronza!» gridò sputacchiando, sentendo i brividi pervaderle il corpo.
Hazel spostò la manopola sull'acqua calda e le sorrise «Avevi bisogno di qualcosa per svegliarti!»
Skylar le prese la mano e la tirò forte,  facendo finire anche lei sotto il getto dell'acqua «Noo!»
«Così impari!» ed ecco tornata la Skylar che amava, quel sorriso le era mancato da morire.

«Quindi stai pensando sul serio di aprire uno studio tutto tuo?» chiese Noah mentre beveva un sorso d'acqua, si erano incontrati in un ristorante vicino Central Park, uno dei posti preferiti dell'amico. Nathan fece roteare il bicchiere sentendo il ghiaccio tintinnare contro i bordi, guardò per un momento la bevanda ambrata per poi alzare lo sguardo sull'amico.
«Si, ho chiesto a Mark di unirsi a me e ovviamente anche Camile verrà con noi», bevve un sorso per poi lasciarsi andare contro lo schienale della sedia, «ho bisogno di cambiare qualcosa...» Noah sorrise, un sorriso genuino e felice «Era ora! Ho sempre pensato che eri sprecato in quello studio!» fecero toccare i bicchieri in un brindisi «Ai nuovi inizi allora!»
«A proposito mi servirà il tuo aiuto per trovare un ufficio nuovo.», disse dopo aver mandato giù un pezzo di salmone. Noah non rispose mentre guardava qualcosa oltre la sua testa,«Cosa stai guardando?», l'amico lo guardò spalancando i suoi occhi scuri «Niente, niente», Nathan strinse gli occhi gelidi in due fessure «Noah Alexander!»
«Ok ok, è appena entrato qualcuno che conosci...»
L'uomo voltò lentamente la testa e fu allora che la vide, Skylar, bella come sempre, sembrava stanca ma pur sempre sorridente. Era insieme ad un ragazzo, forse un compagno di corso, lui le teneva la mano e le disse qualcosa facendola arrossire. Nathan bevve un sorso di scotch e sbatté il bicchiere sul tavolo, tenendo lo sguardo su di loro, mentre sentiva una sensazione di rabbia partire dallo stomaco.
«Nath?»
«Mmm?»
«Tutto ok?»
Nathan volse lo sguardo verso l'amico, «Alla grande...» si alzò prendendo la giacca, «io vado!» salutó l'amico e si diresse verso l'uscita, passando vicino al tavolo dove sedeva Skylar, la ragazza lo guardò con occhi sgranati incontrando il suo sguardo furente, per poi abbassarli fino a guardarsi le mani. L'uomo uscì all'aria aperta e prese un respiro profondo sentendo alcuni tuoni in lontananza, bene almeno non era l'unico furioso! Entrò in macchina e vide le mani tremare dalla rabbia, scagliò un pugno contro il volante, ringhiando per la frustrazione. Vederla lì così bella e con un altro lo aveva fatto sentire geloso, come mai gli era capitato, strinse forte il volante fino a far sbiancare le nocche, sentendo aumentare la voglia di tornare dentro e spaccare tutto per poi caricarsela in spalla. Era furioso con lei e lo era anche con se stesso per aver aspettato così tanto. Quando Hazel gli aveva consigliato di far passare del tempo, non avrebbe dovuto darle ascolto, provando a recuperare invece quello che c'era fra loro. Ma adesso niente lo avrebbe fermato, era pronto a far di tutto per farla tornare fra le sue braccia.

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