Skylar sentì il cellulare squillare e iniziò a cercarlo dentro la borsa, era al capannone, dove con sua grande gioia aveva appena venduto due dei suoi quadri «Pronto?»
«Ciao piccola artista!» ed eccolo... il solo sentire quella voce la metteva sotto sopra.
«Ciao Nathan...»
«Sei a lezione?»
«No, veramente sono al capannone... ho venduto due pezzi!»
«È una notizia fantastica! Allora che ne dici se ti porto a festeggiare?» le chiese con voce roca, Skylar sgranò gli occhi e morse il labbro pensando a modi molto intimi per festeggiare e ridacchiò «Mi piacerebbe...»
«Ok ho un'ultimo incontro ma non durerà molto, passo a prenderti.»
«No guarda io ho finito qui... se non è un problema passo io al tuo ufficio, non darò fastidio promesso!»
«Sono sicuro che non lo farai, lascio detto alla reception di farti passare.»
«Ok.»
«A dopo piccola...»
«...Si a dopo» Skylar rimase incantata guardando un punto vuoto sul muro, Kelsey le sventolò una mano davanti al viso «Sky tutto bene?»
Lei si riscosse e sorrise «Tutto perfetto!»Skylar scese dal taxi ed oltrepassò la sicurezza facendo alle due guardie un sorriso, quel giorno lo studio era in pieno movimento, si avvicinò alla reception e fece un sorriso alla donna. «Buongiorno...» la donna dai capelli neri tenuti in uno chignon basso, la guardò mostrando apertamente il suo disappunto per i suoi jeans strappati e la t-shirt macchiata da alcune gocce di colore.
«Buongiorno! ha un appuntamento?»
«Oh si, l'avvocato King mi sta aspettando, sono Skylar Reave» Skylar la osservò e notò la targhetta sul suo petto, la donna guardò lo schermo e scosse la testa
«Mi dispiace signorina ma l'avvocato è ad un incontro.»
«Olivia, posso chiamarla così? Mi è stato detto di venire qui e che l'avvocato King l'avrebbe avvisata.»
«Mi dispiace ma dovrà aspettare! Può accomodarsi su una di quelle poltrone.» Skylar la guardò male e andò a sedersi, incrociando le braccia, in lontananza vide una donna bionda camminare frettolosamente, che veniva proprio verso di lei, «Skylar...?»
La ragazza annuì, alzandosi e riconoscendola come la segretaria di Nathan «Perdonami, ma ho dimenticato di avvertire Olivia di lasciarti passare», le fece segno di seguirla e si avviarono verso gli ascensori, Skylar si girò verso la reception con un ghigno sulle labbra e con la mano salutò la ragazza.
«Allora l'avvocato King è nel suo ufficio, ma tu puoi aspettarlo qui, queste poltrone sono comodissime!» Camile le fece l'occhiolino e andò a sedersi alla sua scrivania, la ragazza si guardò intorno osservando le persone che facevano avanti e indietro, si girò per prendere posto su una poltrona, quando andò a sbattere contro qualcuno «Oh mio Dio! Scusami non guardo mai dove vado!» disse, alzando lo sguardo verso una donna minuta, vestita in modo impeccabile, resa più alta dai tacchi vertiginosi che portava, i suoi capelli cortissimi erano biondi e teneva una mano sullo stomaco in modo protettivo. «No si figuri, è stata anche colpa mia.»
Skylar guardò la mano e realizzò il suo errore «No no è colpa mia, mi dispiace le ho fatto male? Nelle sue condizioni bisogna stare attenti...» la donna la guardò male «Nelle mie condizioni!?»
«Si... scusi se mi permetto, ma di quanto è?»
«Ma io non sono incinta!»
Skylar portò una mano alla bocca sentendosi incredibilmente imbarazzata
«Oh scusami! Io pensavo... si insomma...scusa...»
«Ultimamente ho perso anche peso...»
Skylar scosse la testa «No no ma non sei tu...ho solo visto la tua mano e ho pensato... oddio, perdonami ancora!»
si sedette avvilita e guardò la donna allontanarsi, mentre le lanciava occhiatacce. Oddio che imbranata! Sua sorella aveva ragione, era un'idiota!
Si accorse solo in quel momento che Camile stava ridacchiando, tenendo una mano davanti alla bocca, si sporse verso di lei e le disse «Sei il mio nuovo mito!»
«Stai scherzando vero?! In questo momento vorrei che si aprisse una voragine per nascondermi!» rispose mettendo le mani davanti al viso.
«Quella era Ivy Williams...»
La guardò sbarrando gli occhi «La figlia del senatore Williams?»
«E la ex di Nathan...»
Sprofondò sulla poltrona «Mi sento molto meglio, grazie...»
Camile ridacchiò «È una donna insopportabile, è stato fantastico!»
Nathan uscì dal suo ufficio e strinse la mano al senatore e una volta andato si girò verso la sua segretaria che stava ancora ridacchiando «Tutto bene Camile?»
«Si signore! Qualcuno è passato a trovarti» le indicò la ragazza dietro alle sue spalle, si girò e sorrise vedendo la sua splendida ragazza, teneva ancora le mani davanti al viso, i suoi capelli biondo fragola oggi erano legati in due code, indossava un paio di jeans e una maglietta con alcune gocce di colore vicino alle spalle e in quel momento le sembrò molto più bella di qualsiasi modella che indossava vestiti eleganti.
«Ciao» le disse andando verso di lei, le porse la mano e la portò nel suo ufficio.
«Sei silenziosa...» la ragazza prese posto sul divano e lo osservò mentre sistemava le sue cose nella valigetta.
«Oh? No no sto bene.»
Nathan la guardò attentamente e notò che il suo sguardo era rivolto alla finestra, Skylar stava pensando a quello che le aveva detto Camile, se quella donna era la sua ex cosa ci faceva con lei? Ivy era tutto il contrario: sofisticata, figlia di un senatore, ricca e bellissima. Poteva davvero competere con qualcuno a quel livello? Nathan non le aveva mai parlato delle sue relazioni passate, certo era da poco che si vedevano, ma forse non ne aveva parlato perché ci soffriva ancora? Era stata lei a rompere o lui?... Nathan si sedette accanto a lei e le toccò il mento con un dito, lei si girò verso di lui e sorridendo lo baciò.
«Ho incontrato la tua ex...o meglio mi sono scontrata con lei.»
Nathan rise e si alzò indossando il cappotto «È per questo che Camile rideva?»
«Già... è stato così imbarazzante...»
Nathan rise e le prese la mano «Andiamo ho in mente un posto perfetto!»
STAI LEGGENDO
SWEET SEDUCTION
RomansaSkylar Reave è giovane, bella, studia arte a New York, ed è felice. La sua passione la rende solare e allegra ma nel profondo c'è qualcosa che la spaventa...la voglia di amare...la paura di essere ferita...ancora. Nathan King sembra avere tutto, un...