Capitolo Ventinove. Pronto? Buttiamoci su qualcosa di nuovo.

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Dopo aver riposto le cose nel piccolo comò di quella che sarebbe stata la cameretta del bambino andai avanti e indietro nella stessa. Al centro della stanza era stato messo un tappeto e vedevo esattamente dove avrei messo la culla, solo non mi piacevano i toni così neutrali in cui era stata dipinta la camera – ma non mi veniva in mente nessuna modifica da apportare. La mia stupida creatività si era presa una lunga vacanza e la odiavo. Quando decisi di smettere di farmi dei problemi al riguardo uscii e chiusi la porta dietro di me prima di scendere le scale in compagnia del cane di Tom.

A quel cane piaceva molto seguirmi ultimamente, e trovavo divertente il suo tenere gli occhi incollati su di me.

"...tutto è prenotato fino ad allora..." Bill stava parlando con Tom, sedevano entrambi al computer.

Mi gettai sul divano di fronte a loro ed il grande cane saltò sul posto accanto a me, Rize e Bora stavano forse dormendo da qualche parte.

"No, non farlo!" spinsi via il cane con delicatezza, il quale aveva appoggiato una zampa ed il muso sulle mie ginocchia. Non mi piaceva molto ma alla fine gliela diedi vinta. Pescai il mio telefono dalla tasca e mi distrassi per un po'.

"...no, non preoccuparti! Arriveremo in tempo!" rispose Bill a suo fratello prima di abbassarsi per darmi un bacio sulla guancia. "Ci vediamo"

"Ciao. Non ceni con noi stasera?" gli dissi.

"Nah, vado a dormire" rispose, e Tom lo seguì per chiudere la porta dietro di lui.

Avevamo quindi casa tutta per noi, e tra noi calò un silenzio di cui non riuscivamo a liberarci.

Tom non tornò in salotto se non qualche minuto più tardi. Io mi chiedevo se avremmo parlato prima o poi, speravo solo di non litigare ancora, era una situazione talmente strana e le nostre famiglie si comportavano come se non fosse successo nulla. Forse eravamo noi che la stavamo facendo più grossa di quella che era, ma ero ancora confusa sul da farsi con il tradimento di Tom.

Quando lui mi raggiunse disse al cane di scendere dal divano. Quest'ultimo non si mosse e ridacchiai guardando il cane negli occhi.

"Andiamo, scendi ragazzo!" Tom non aveva molta pazienza. Sospirò e lo prese per il collare accompagnandolo giù dal divano. Scotty si sedette accanto a me sul pavimento e Tom prese il suo posto sul divano. "Sei un cane così strano, che hai?"

"È solo iperprotettivo come il suo padrone" mormorai.

"Ed è un male perché...?" feci spallucce e lo guardai. Non sembrava preoccupato, come al solito non mostrava quella sensazione. "Ci sono successe così tante cose che mi sono dimenticato di darti questo" mi porse una piccola scatola bianca con un fiocco blu.

"Che bel pensiero" accettai la scatola non sapendo se avessi dovuto aprirla in quel momento, ma lui mi incoraggiò ad aprirla e così feci. "D'accordo, è...una collana con..." sorrisi e ridacchiai appena. "...beh, per niente possessivo da parte tua Tom..." commentai guardando la piccola scatola nella quale c'era anche un CD che sembrava fatto in casa. Per un secondo feci particolare attenzione alla reazione di Tom, aveva un piccolo sorriso in volto. Il ciondolo della collana consisteva in una T ed una J.

"Ma ti piace, non è vero?" annuii.

"Grazie, posso metterla adesso...?" Tom non si mosse e compresi che non aveva capito dove volevo arrivare. "Magari se mi dessi una mano, Tom?"

"Oh, giusto!" sollevai i capelli ed attesi che Tom mi assicurasse il gioiello attorno al collo. "Beh, un bellissimo gusto...ti sta benissimo" toccò il ciondolo che cadeva esattamente sotto le mie clavicole.

"Beh, lo stavo per dire io...ma la tua autostima mi ha anticipata" commentai estraendo il CD. "Questo cos'è?"

"Un mixtape. Le tue canzoni, le mie canzoni, un po' di tutto..." lessi i titoli delle canzoni.

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