Capitolo Trentasette. Sei sempre stato tu.

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Misi le mie cose in ordine prima di entrare in cucina, io e Dasha avremmo letto il nostro quarto libro in una libreria, e dovevo ancora preparare la colazione per Gun e Tom. Era una giornata particolarmente calda, quindi indossavo solamente un leggero top giallo senza spalline, un paio di jeans ed un paio di sandali. Misi il pane nel tostapane e servii due tazze di caffè prima di estrarre il latte dal frigorifero e metterlo nel microonde per preparare la speciale tazza di latte al cioccolato.

“Buon giorno, esci già?” domanda Tom entrando in cucina con Gun appoggiato sul fianco. Il bambino aveva tre anni ed assomigliava molto a Tom tranne per i suoi capelli biondo scuro che avevo cercato di fargli tagliare, ma poiché era un bimbo testardo e suo padre si era schierato con lui, non avevo avuto successo. Indossavano entrambi solamente l’intimo, senza magliette. Gun era un bambino alto e magro, come lo era stato Tom.

“Si, vi spiace indossare qualcosa?” domandai mettendo il coperchio sulla tazza che usava Gun prima di scuoterla appena e voltarmi verso Tom per dargli un bacio sulle labbra. “Non dovreste andare in giro mezzi nudi” dissi. Poi diedi un bacio a Gun sulla guancia ed aspettai che lui ricambiasse il gesto, cosa che fece sorridendo. Gun parlava in tedesco la maggior parte del tempo, ma sapeva anche un po’ di spagnolo ed il suo inglese non era male.

“Ho sognato tanto!” disse Gun, ed io inarcai le sopracciglia guardando Tom.

“Di a Jo che hai sognato un grande dinosauro” commentò Tom guardando il bambino.

“Ha fatto raaawr!” rispose il bimbo facendo il segno di un artiglio con la mano, al che io feci finta di essere sorpresa e sorrisi, quindi il bambino lo fece ancora ed io feci finta di essere spaventata.

“Andiamo, smettila di spaventare tua madre” Gun mise il broncio e rifece il verso rivolgendosi a Tom. “Non mi spaventi, Gun” commentò Tom facendo mettere un’altra volta il broncio al bambino. Gli porsi la tazza di latte al cioccolato con il coperchio in modo che non la potesse rovesciare. “Quand’è l’evento UNICEF?” domandò Tom prima di far accomodare Gun su una sedia e sedersi accanto a lui.

“La prossima settimana, io e Gun andremo a New York, che ne dici?” Gun alzò il pollice, al momento non gli interessava di niente se non il suo latte al cioccolato, e non si rendeva conto di quanto fosse importante poter incontrare bambini da altri paesi. “Le Avventure di Gunther è un best-seller fra i libri per bambini, oggi lo leggiamo, ti ricordi?” Tom annuì ed io gli porsi il suo caffè.

“Grazie”

“Vado anche dal Dottore oggi, nel caso in cui tu voglia venire”

“A che ora?” risposi mostrandogli il palmo aperto, segnalando che l’appuntamento era alle cinque. “Ci proverò, forse Bill può venire a darti un’occhiata, amico” aggiunse giocherellando con i capelli di Gun.

“Zio Bill?” domandò, e Tom annuì, nel frattempo il pane smise di tostare e lo porsi ai due insieme al burro ed alla marmellata.

“Okay, adesso vado. Ci vediamo dopo!” finii il mio caffè e diedi un bacio sulla testa di Gunther prima di baciare nuovamente Tom. “Vi voglio bene!”

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