Capitolo Ventisei. Non combattiamo ad armi pari.

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Dovetti farmi forza per alzarmi dal letto e prendere un paio di pillole, una mi avrebbe aiutata con la nausea e la l'altra erano vitamine che il dottore mi aveva raccomandato di prendere. Mi ero concessa un altro paio di settimane, ma ero convinta di dirlo a Tom.

Quando uscii dall'aeroporto con i miei due cani non mi importava di avere qualche paparazzo attorno, indossavo un caldo cappotto per evitare che mi venisse un altro raffreddore, l'ultima cosa di cui avevo bisogno. Presi un taxi per andare all'hotel dove si trovavano i miei amici. Quando raggiunsi la reception mi dissero che avrebbero portato le mie cose nella stanza di Tom, ed io avanzai con i miei cani.

Salii in stanza accompagnata dal facchino, al quale diedi la mancia. Poi portai fuori i cani per fare una passeggiata nella fredda città tedesca, avevo fatto indossare loro un piccolo maglioncino. Ad un certo punto decisi di sedermi ad un café.

I due cani stavano impazzendo dopo il volo, erano molto più energici di me, forse causa la mia condizione. Cercai di non pensarci troppo mentre guardai il menù. Mi ricordai di quando non ero in grado di comprendere una parola di tedesco, mentre ora stavo sfogliando la sezione kuchen, ovvero le torte.

Amavo le torte, Tom non lo ammetteva e non l'avrebbe mai fatto, ma anche a lui piacevano. Quando uscivamo condividevo ogni dolce con lui, Bill lo sapeva e lo prendeva sempre in giro.

Nel ritornare all'hotel mi fermai quando i cani iniziarono ad annusare in giro con insistenza. Presi in braccio Rize perché non era grande quanto Bora.

"Andiamo, ragazza!" Rize mi leccò la guancia. "Fa la brava!" ordinai al cane che mise la sua piccola zampa sul mio petto. "Andiamo" tirai il cane al guinzaglio e proseguii verso l'hotel. Notai che si erano appostati diversi paparazzi attorno all'ingresso, ma io entrai e salii sull'ascensore. Odiavo la spinta e la sensazione che dava il mezzo quando saliva, ma cercai di stare calma e guardai Bora nei suoi grandi occhi mentre sedeva sul pavimento metallico. "Non sono arrabbiata con te, sei troppo carina" dissi al cane. Lei si appoggiò alla mia gamba e si strofinò. "Ti stai accarezzando da sola?" mi rivolsi a Rize. "Tua mamma è pazza"

Quando le porte dell'ascensore iniziai a percorrere il corridoio dell'hotel e vidi che Georg e Bill stavano camminando nella mia direzione. Indossavano gli occhiali da sole e non vidi bene la loro reazione, ma notai che diminuirono il passo.

"Sorpresa!" dissi con fare emozionato mentre posai Rize e li raggiunsi. Loro si guardarono.

"Wow...che bello vederti..." disse Bill con un sorriso strano in volto, e pensai che forse venire non era stata un'ottima idea.

"Non siate così emozionati, forse ho interrotto qualcosa?" domandai, e vidi che il biondo rivolse un'occhiata a Georg.

"No, stiamo scendendo per farci un drink, ti va di unirti a noi?" disse Georg, lui aveva un sorriso più onesto e si era tolto gli occhiali.

"Okay, porto loro due in stanza e saluto Tom" indicai la porta della stanza.

"No, non lascerai Pumba solo con quel matto di Timon?" Bill sgranò gli occhi. "No, mettiamo i cani insieme!" mi prese per il braccio e mi guidò verso la sua stanza. Una volta dentro mi inginocchiai per accarezzare Timon e Pumba i quali ci accolsero con gioia facendomi sorridere.

"Voglio comunque salutare Tom" dissi ai ragazzi.

"Sai, ha detto che era stanco, siamo arrivati qui molto presto...forse sta facendo un pisolo prima del soundcheck, vero?" Georg si voltò verso Bill, il quale annuì.

"Si, non svegliarlo, sai quanto diventa irritante..." scherzò Bill.

"D'accordo..."

Andai al ristorante dell'hotel con i ragazzi, loro si fecero un paio di birre prima dello show.

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