5-Please Don't Leave Me

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Luke pov's

Le parole di Katherine mi presero contro piede,non capivo,
Oxford che significava?!
Perché?!
Voleva andare da sempre a Yale come i nostri genitori, avrebbe fatto carte false per entrarci perché ora voleva andare a Oxford?

«Andrò ad Oxford é una delle migliori università, certo sarò in Europa e probabilmente non tornerò molto spesso, forse una volta massimo due all' anno ma ho capito che é la scelta giusta, é una grande opportunità ed inoltre ho anche una borsa di studio» la voce di Kat mi sembrava sempre più lontana come un eco.
Vidi Michael alzarsi in piedi e venire verso di me, d'istinto mi alzai di scatto anche io.
«È colpa tua, é colpa tua se se ne va» Michael mi urlava contro, di slancio mi prese per il colletto della maglietta squotendomi, non reagi, non ci riuscì, le sue parole mi rimbombavano in testa, era colpa mia se Kat se ne andava, era veramente colpa mia?!
La risposta era semplice anche se la negavo a me stesso...
Si
Probabilmente se non mi fossi comportato da completo idiota, le cose sarebbero andate diversamente probabilmente ci saremmo trovati tutti a Yale, ma come al solito avevo rovinato tutto, era la mia specialità, ciò che mi riusciva meglio.

Fu una frazione di secondo e Michael mi assesto  un pugno sul naso, ancora una volta non feci nulla, ero consapevole che me lo meritavo, eccome se me lo meritavo.

«Mia vieni con me, porta Michael dentro e fallo calmare» la voce di Kat suonava autoritaria, come se avesse lei ora il controllo di tutto.
«Ashton prendi quel asciugamano e tienilo premuto sul naso di Luke, vado a prendere il ghiaccio» seguivo ogni suoi minimo movimento finché non la vidi sparire in casa.
«Tieni la testa indietro» mi ordino Ashton che aveva promuto l' asciugamano sul mio naso proprio come gli aveva ordinato Kat.
«Luke questa volta l'hai fatta grossa!» Calum si era avvicinato a me portandosi le mani nei capelli.
«Ashton leva l'asciugamano, fammi vedere» Kat mi esamino il naso, provocandomi un dolore tremendo tanto che mi fece uscire un lamento di dolore che cercai di soffocare.
«No non é rotto,ti esce solo un po' di sangue, poteva andarti peggio» mi poggio il ghiaccio sul naso spostandosi i capelli dietro l'orecchio, mi era mancavo vederglielo farlo fare, mi erano mancati i suoi occhi che ora mi osservavano preuccupati, mi mancava il suo sorriso ora assente al suo posto un piccola smorfia tiste, il suo profumo che ora potevo sentire bene da quanto era vicina, mi era mancata così tanto lei, quel mese mi era sembrata un eternità.
«Ecco fatto, ragazzi portatelo a letto» punto i suoi occhi cioccolato su di me, facendo scivolare la sua mano sulla mia guancia provocandomi uno strano  brivido lungo la schiena.
Ci gurdammo ancora, l'uno negli occhi del altro, con quel semplice sguardo ci dimmo più di quanto ci potessimo dire a parole, vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime, scuotere la testa e andarsene.
In quel istante ebbi la certezza che il male che gli avevo fatto era troppo, mi odiavo per quello che gli avevo detto quella sera, e per come mi ero comportato, lei voleva solo proteggermi, ed io invece l'avevo fatta a pezzi senza nessuna pietà, ero ubriaco vero ma non era una giustificazione, dovevo prendermi le mie responsabilità.

Quella notte non riuscii a dormire avevo troppi pensieri per la testa che mi tormentavano, mi infilai le prime cose che trovai e scesi di sotto e mi misi seduto sulle scale della veranda che dava verso il lago.
Frugai nella tasca della felpa prendendo il pacchetto di sigarette e l'accendino, ne accesi una tenendo lo sguardo sul molo.
«Da quando hai iniziato a fumare? » uddii una voce dietro di me molto familiare.
Alzai le spalle prendendo un altro tiro dalla sigaretta.
«Scusami per prima Luke, non se che mi é preso, non dovevo reagire così é una scelta di Kat non é colpa tua »
«Si é colpa mia Michael, non dovevo dirgli quelle cose» mi voltai di scatto verso Michael «non c'è giorno in cui non ci pensi a quanto io sia stato crudele, l' ho ferita mentre lei voleva solo avvertirmi, lei aveva ragione Tiffany voleva solo usarmi amava il mio portafoglio non me, non Luke» sentii le lacrime calde cadere sul mio volto freddo per via del leggero vento che tirava «e sai una cosa Michael, quando ho trovato Tiffany a letto con Travis non ero distrutto perché mi aveva tradito,no, ho pensato subito a Kat, avrei voluto mandargli un messaggio o chiamarla, sarei voluto correre da lei, ma non potevo, lei mi odia, lo so, ed ora se ne va ed é colpa mia» dissi tutto quello che mi passava per la testa senza fermarmi sapevo che con lui potevo.
«Luke, Luke calmati» Michael mi aveva poggiato una mano sulla spalla «Nessuno dei due vuole che se ne vada,é normale teniamo a lei, ma dobbiamo lasciarla andare se é veramente ciò che vuole va bene così» tra di noi calò il silenzio «Sai, prima ho parlato con lei, mi ha detto perché vuole andare ad Oxford, uno dei motivi é allontanarsi da qui si, ma le piace veramente, poi son solo 4 anni e a volte tornerà»
Le parole di Michael mi fecero capire quanto per un certo senso io fossi egoista, volevo che venisse a Yale solo per averla vicino a me, il fatto che fosse così lontana mi faceva così tanta paura.
Ma io non volevo che se ne andasse.

I mei e i Clifford erano da poco arrivati, Florence aveva preparato tutto per il pranzo, aveva imbandito un enorme tavolo nel giardino mentre Robert e mio padre pensavano alla grigliata.
Ero seduto sul dondolo della veranda che dava sul entrata della casa, volevo stare da solo, il mio sguardo era perso nel vuoto, non potevo non ripensare alla chiacchierata di ieri con Michael e a tutto quello che era successo.
«Ecco qua il mio fratellino che oggi compie gl' anni» Tom si sedette vicino a me dandomi un buffetto sulla spalla.
Mi voltai accenando un sorriso forzato.
«Woo wo woo calma eh, frena l'entusiasmo eh!» mi guardo accigliandosi «che ti prende? C'è qualcosa che non va? A me puoi dirlo!»
«No niente, é tutto ok» mormorai, suonavo poco convincente anche a me stesso figuriamoci a Tom.
«No non é tutto ok, che c'è tu e Kat ancora non vi parlate? Dai sono certo che le cose si aggiusteranno, ne sono più che sicuro devi dargli tempo» Tom mi rivolse un sorriso
«Non credo, lei se ne va ed é colpa mia, quel pugno sul naso che mi ha dato ieri Michael me lo meritavo» presi in lungo respiro «non dovevo dirgli quelle cose, ho rovinato tutto, ieri quando l' ho vista mi son reso conto quanto mi mancassero i suoi occhi, il suo sorriso, i suoi modi di fare, il suo profumo di papavero, il modo in cui lei si sposta i capelli dietro l'orecchio, Dio mio mi mancava lei»
Mio fratello si volto verso di me ridacciando «Luke ho sempre pensato che tu fossi, ecco come te lo posso dire in modo gentile, fammi pensare un po', ecco, tonto, ingenuo, un po' stupido, ma non fino a questo punto»
Mi limitai ad alzare un sopracciglio senza dirgli nulla, non mi era nuovo sentirmi dare dello stupido da mio fratello lo faceva abbastanza spesso se non sempre.
«Non ci arrivi é?!» Tom scosse il capo ridendo di nuovo «Credo che tu non voglia semplicemente bene a Kat, a te piace e anche tanto, me ne ero accorto da un po' a dirla tutta, dal giorno del diploma per l'esattezza, da come la guardavi»
«ma cos-» Tom mi interruppe mettendomi una mano davanti la faccia.
«Dimmi quando Tiffany ti ha tradito cosa hai pensato?»
«A Kat» sussurai
«Ecco fratellino ti sei dato la risposta, e ora andiamo a pranzo o altrimenti mamma iniziera a chiamarci» Tom si alzo lasciandomi li, ancora sconvolto dalle sue parole.
Non poteva essere, io non potevo essere innamorato di Katherine, lei la mia migliore amica, era come una sorella per me.

Raggiunsi gli altri che avevano già preso posto a tavola, mia madre mi venne incontro tirandomi per un braccio «Vieni tesoro tu ti siederai qui, i festeggiati devono stare vicini» sapevo che ribellarsi sarebbe stato inutile così la seguii e basta, mi ritrovai vicino a Kat, nella stessa disposizione di ogni foto che avevamo, io, Michael e al centro lei.
Aveva legato i suoi lunghi capelli in una coda alta, il suo viso sembrava leggermente sciupato, ma le sue labbra erano rosee a causa del burro cacao al lampone che metteva sempre, era il suo preferito, aveva un semplice vestitino nero di velo, e potevo sentire benissimo il suo profumo, non mi sarei mai stancato di sentirlo.
«E non possono mancare i cappellini hai festeggiati» Shopie ci mise i cappellini, le proteste mie e di Michael ovviamente furono inutili, ogni nostra protesta daltronde era inutile.

Durante il pranzo comunicammo la nostra decisione su quale università avremmo preso e al contrario di come avevo previsto, tutti si congratularono con Katherine, erano tutti felice ed orgogliosi di lei.
Allora perché io non riuscivo ad esserlo?
Almeno non a pieno.

«Ragazzi la torta» Florence apparve con un enorme torta piena di candeline che sembrava reggersi su per miracolo.
«L'abbiamo fatta io e Mia con tanto amore» Florence ci rivolse un enorme sorriso sincero mentre accendeva le candeline.

Iniziarono tutti a cantarci tanti auguri, mentre soffiavamo le candeline.
«Robert fagli la foto corri devo metterla nell album insieme alle altre» Sophie stava letteralmente spingendo suo marito davanti a noi.
«Più vicini forza e fate un bel sorriso» questa volta era mia madre a darci nuovamente le direttive
«Avete espresso un desiderio?» Florence si era appoggiata al tavolo a pochi centimetri da noi
«Io ce l' ho già qui» Micheal abbraccio Mia posandogli un tenero bacio sul naso che fece ridacchiare la ragazza  leggermente arrossata per le parole di Michael.
«Diciamo di sì, ma non lo dico, perché altrimenti non si avvera» Kat incrocio le braccia mettendo su un finto broncio per poi scoppiare a ridere.
«Hai ragione mia piccola luna» Lo sguardo di Florence si poso su di me «E tu Luke?»
Ero rimasto a guardare Katherine ridere, ora anche il suo sguardo ora  era su di me e la sua risata si era spenta, mi voltai rapidamente verso Florence
«Si» fu la mia unica risposta.

Ogni anno esprimevo un desiderio a 5 anni desiderai un cane, a 15 che Batty Coleman mi notasse, l' anno scorso a 17 anni una macchina nuova e quest' anno a 18 anni solo un desiderio si face spazio nella mia mente, anzi più che un desiderio era una supplica, una speranza.
Katherine per favore non lasciarmi solo.

Ma non avrei mai avuto il coraggio di dirglielo, non avrei mai avuto il coraggio di parlargli ancora anche se era l'unica cosa che volevo perché sapevo che ora lei mi odiava e non avrebbe più voluto avere a che fare con me . 

Business love affair ||Luke Hemmings Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora