12- Stockholm Syndrome

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Katherine pov's

Mi liscia il vestito aggiustando sui fianchi guardandomi allo specchio un ultima volta, era un bellissimo abito nero a sirena con scollo a cuore in organza , mia mamma aveva decisamente fatto centro.
Come faceva tutti gl' anni prima che partissi ci fece confezionare degli abiti su misura sia a me che a Micheal dal suo atelier di fiducia.

«Wow Kat sei bellissima» mi voltai trovando mio fratello sullo stipite della mia vecchia camera, visto che  avevamo lavorato tutto il giorno nostra madre si era incaricata di prendere i vestiti e li aveva portati a casa dove ci saremmo cambiati per poi andare al Galà.

«Neanche tu sei male sai» feci un occhiolino a Micheal in tiro nel suo completo in total black, spiccava solo il papillon anch'esso nero ma con delle piccole perle al centro.
«Ah Michael per favore potresti aiutarmi con la collana» porsi la collana di perle a Micheal che si affrettò ad allacciare con facilità .
Era stato un regalo dei miei genitori per il mio sedicesimo compleanno e la  mettevo solo nelle occasioni più importanti, come il Galà di questa sera.

Era appena arrivata all' evento con Sebastian, il salone era stato addobbato con luci e composizioni di fiori bianchi e rosa, erano stati disposti dei grandi tavoli rotondi, ero incantata a guardare le perle che pendevano dai grandi lampadari d'epoca insieme a dei fiori quando fui richiamata da Tom insieme a Alice la sua fidanzata, era come me la ricordavo una ragazza minuta dai lunghi capelli cantanti e un dolce sorriso che la contraddistingueva.
«Alice te la ricordi Kat?» disse Tom guardando la sua ragazza.
«Oh non ti avevo quasi riconosciuta è da un sacco che non ti vedo, sei bellissima» mi abbraccio calorosamente.
«Grazie, eh effettivamente ne é passato di tempo da l' ultima volta che ci siamo visti»
«Complimenti per l' accompagnatore» Alice mi rivolse un malizioso occhiolino per poi spostare il suo sguardo verso Sebastian «te le scegli bene le ragazze eh Sebastian? »
«Alice smettila» sbuffo Sebastian visibilmente imbarazzato, iniziando a battibbeccare con Alice e Tom.

Non riuscivo a prestare attenzione ai loro discorsi, il mio sguardo, la mia mente erano impegnati su altro, cercavo Luke, era più forte di me, lui per me era una sorta di sindrome di Stoccolma.
Continuava a farmi del male ma io ero incapace di odiarlo non ci riuscivo così come non riuscivo ad andare avanti e voltare definitivamente pagina una volta per tutte, ci provavo ma mi ritrovavo sempre a cercarlo anche se quello che avrei visto mi avrebbe fatto solo che male.

Non dovetti attendere molto nel  trovarlo però , quando sentii una voce stridula alla mie spalle che mi fece quasi sobbalzare.
«Lukey ma quello non è tuo fratello?» mi voltai di scatto trovandomi davanti la ragazza dai lunghi capelli castani con cui l' avevo già visto quella sera al locale, aveva un vestito lungo di un pesca tenue che risaltava con la sua abbronzatura, marcato da un profondo scollo a v e un vertiginoso spacco che metteva in risalto le sue gambe slanciate.
«Si» il tono di voce di Luke era freddo quasi distaccato, mi rivolse un occhiata altrettanto fredda serrando la mascella.
«Ah e tu devi essere Katherin la sua amica, Luke mi ha parlato di te» gli occhi della ragazza erano ora su di me rivolgendomi un sorriso finto «E lui è il tuo fidanzato?»
«Tu devi essere Vanessa giusto? È un piacere conoscerti» dissi rivolgendosi un sorriso altrettanto falso «Lui è Sebastian» venni interrotta da Sebastian che stava ascoltando la nostra conversazione
«Si io sono Sebastian un collega di Kat nonché suo amico» notai che marco la parola amico
«Formerereste una coppia davvero adorabile però, vi ci vedo insieme, dovreste prenderla in considerazione come cosa » Vanessa replico con tono beffardo.
Luke continuava a fissarmi con quello sguardo freddo mi sembrava anche che ora ci fosse anche una punta di disprezzo, cominciava a pesarmi, a farmi male sentendo di nuovo quella fitta al petto.
«Chi lo sa?» disse ironicamente Sebastian ridendo «solo il tempo potrà dirlo»
«Beh noi dobbiamo lasciarvi» Vanessa afferro la mano di Luke avvinghiandosi al suo braccio «Lukey andiamo a prendere da bere?»
Luke annui lasciandomi un ultima occhiata questa volta piena di disprezzo prima di andarsene,sentii mancarmi l' aria e la fitta al petto diventare sempre più presente, avevo bisogno di calmarmi.
«Sebastian vado un attimo da mia madre e torno» dissi prima di andarmene cercando di mantenere la calma.
Sapevo benissimo dove andare, la sala conferenze al piano superiore, mi diressi di corsa verso le scale attenta a non farmi notare o destare sospetti, volevo stare sola.
Quando finalmente fui li mi feci cadere di una delle poltrone girevole di pelle nera.
Sentivo il fiato corto, faticavo a respirare sentivo il dolore dal petto irradiarsi per tutto il corpo lasciando un leggero formicolio.
Non riuscivo a togliermi dalla testa quello sguardo, cosa avevo fatto per meritarmi di essere guardata così? Perché quel disprezzo nel suo ultimo sguardo?
Non riuscivo a capirlo, era come se più cercavo di aggiustare le cose con lui più andava tutto a rotoli, mi sembrava come se ogni mio tentativo di riavvicinarmi a lui fosse completamente inutile.

Micheal pov's

Vidi Katherine parlarle con Vanessa ma la cosa che notai era lo sguardo gelido con cui Luke la guardava che mi diede fastidio soprattutto nel momento in cui sembrava ci fosse una punta di disprezzo.

Poco dopo che i due se ne erano andati mano nella mano vidi mia sorella sgattaiolare via.
Sembrava come se la chiacchierata che io e Tom avevamo fatto con lui fosse stata completamente inutile.

«Mia tesoro mi scuseresti un attimo, credo ci siano guai in vista» sussurrai al suo orecchio.
«Me ne sono resa conto vai da Tom, qualsiasi cosa mandami un messaggio e arrivo anche io» Mia mi guardo preucvupata prima di lasciarmi andare dirigendosi verso mia madre.

Di slancio andai verso Tom
«Scusate ve lo rubo un attimo» finisi un finto sorriso di cortesia, Tom fortunatamente mi capi al volo e si allontano con me senza fare storie.
«Hai visto anche tu come Luke guardava Kat ?» mi chiese subito Tom senza lasciarmi il tempo di dire qualsiasi cosa.
«Si ho notato ma piuttosto che gli ha detto quella li invece? » sbuffai infastidito «Sembra come se il discorso che abbiamo fatto a quel idiota di tuo fratello non sia servito a nulla, credevo che anche dopo quello che aveva detto sarebbe stato distaccato con lei»
«Non lo so, so solo che Kat ha detto a Sebastian che andava da Shopie, tua madre» scorollo le spalle «E comunque se proprio vuoi saperla tutta non so cosa passi per la testa a quel idiota di mio fratello, faccio veramente fatica a capire le sue intenzioni onestamente»

«Ma se Kat ha detto che andava da mia madre allora perché é andata verso destra e non verso sinistra»indicai il punto esatto dove c'era mia madre Linda e Mia che stavano parlando ma di Kat nemmeno l' ombra.

Ci guardammo entrambi negli occhi per poi sussurrare insieme «la sala conferenze»
Ogni volta che al Galà da bambini combinavamo qualche guaio andavamo sempre nella sala conferenze, era il nostro rifugio e
sapevamo che Kat doveva essere andata proprio lì.
Tom mi fece cenno con il capo di andare, poso il suo calice di Champagne al tavolo incenerendo con lo sguardo Luke che era seduto  lì  vicino.

Cercammo di fare il più presto possibile, avevo un brutto presentimento non so perché ma sapevo solo che dovevamo sbrigarci a raggiungere Katherine.

Appena aprimmo la porta della sala conferenza la trovammo seduta  su una sedia il volto fra le mani e il fiato corto.
Istintivamente sia io che Tom ci precipitammo verso di lei, non riuscivo ad aprire bocca a fare nulla ero paralizzato, avevo di nuovo paura di toccarla, sembrava come se l'avessi fatto sarebbe andata in mille pezzi come un bicchiere di cristallo.

Tom prese il controllo della situazione, era in ginocchio davanti a Katherin gli aveva preso le mani riuscendo a fargli scoprire il viso.
«Kat tesoro, guardami, hey hey respira calma ci siamo qui noi, c'è anche Micheal guarda»
Kat mi guardo facendomi sentire completamente inutile, vedevo quanto stava soffrendo, potevo sentirlo ma non potevo fare nulla mi sentivo completamente impotente.
«Guardami Kat cosa é successo? Se riesci diccelo» la voce di Tom era ferma, calma, ma le sue mani che tremavano lo tradivano, almeno riusciva a fare qualcosa io ero poggiato al tavolo di vetro dietro di me  completamente paralizzato.

«Perché mi guarda così? Perché mi tratta così? Cosa gli ho fatto di male?» la voce di Kat era strozzata appena percettibile. « Perché ogni volta che cerco di sistemare le cose è sempre un disastro? Cos'ho di sbagliato»

In quel istante la porta si apri di nuovo scoprendo la figura di Luke in penombra, sembrava affannato come se anche lui avesse fatto le scale di corsa.
Tom scatto in avanti e prima che potessi realizzare qualsiasi cosa  sbatte al muro il fratello facendogli emettere un mugolio di dolore per l' impatto.
Successe tutto in pochi secondi, a quella scena Katherine salto in piedi tra le mie braccia aggrappandosi alla mia giacca mentre affondava la testa sul mio petto istintivamente la strinsi a me accarezzandogli i capelli come per proteggerla, finalmente riuscendo a sbloccarmi da quella specie di trans in cui mi trovavo.

Business love affair ||Luke Hemmings Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora